12-04-2024
Ronald Bukri: dopo importanti maestri come Igles Corelli e Gaetano Trovato, ha ora modo di esprimersi in completa autonomia
Impressionante. È la dimensione della bellezza oppure, invertendo i termini, la bellezza della dimensione del Duomo di Orvieto, cattedrale capolavoro intorno alla quale si è sviluppata questa cittadina umbra, gioiello abbarbicato su uno sperone di tufo.
Poche decine di metri separano questa grande chiesa dal complesso che ospita Coro Ristorante e le nove meravigliose stanze di Palazzo Petrvs, antica dimora nobiliare recuperata con un’incredibile cura per i dettagli. Impressionante è anche l’impatto con la sala e i suoi nove metri di sviluppo verticale.
Francesco Perali
Per aspera ad astra, sarebbe il caso di dire, perché Coro è un luogo dal fascino davvero notevole: ci si trova infatti all’interno di una chiesa sconsacrata del XVI secolo, ex oratorio, intitolata al patrono orvietano San Giuseppe; soffitti altissimi, volta a crociera, spessi muri in tufo e affreschi originali. Tutto recuperato dopo un crollo e consolidato con uno scheletro in ferro prima del sapiente progetto architettonico di Giuliano Dell’Uva che ne ha curato la definitiva rinascita.
Al di là dell’incontrovertibile effetto seduttivo di un’atmosfera sui generis, qui si sta molto bene. A partire dal servizio, agile, sorridente e professionale. Della carta dei vini, in evoluzione ma piuttosto assortita su proposte locali con un interessante livello di profondità, si prende cura Valentina De Angelis.
Valentina De Angelis
Un esempio perfetto è il Gambero rosso con emulsione di miele, limone e olio, erbe amare e cappero, un riuscito gioco sulle grassezze che lascia una sensazione di grande pulizia. Notevole anche il Carciofo cotto sulla brace e condito nell'olio delle sue foglie, servito con uvetta sultanina marinata nel liquore Varnelli con pralinato di pinoli e salsa al foie gras per un boccone di rotonda bontà.
Il menu cambia di stagione in stagione ed è articolato in 3 diverse sequenze degustazione (4, 6, 10 portate) con possibilità di scegliere alla carta. Non manca un menu totalmente basato su preparazioni alla brace, dall’antipasto al dessert.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
abbandonata dopo i quaranta e senza alcun pentimento una carriera manageriale nel mondo dei servizi finanziari, ha trasformato quello che era nato come hobby in una professione. Sono quindi più di trentacinque anni che scrive di cibo, vino e viaggi per diverse testate di settore
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