04-03-2023

"Adotta una scuola": Ferrari Trento e Altagamma per formare i futuri professionisti dell'ospitalità

Presentata a Levico Terme la sinergia che vede la cantina del Trentodoc a fianco del locale istituto alberghiero: un'alleanza che deve fare da modello. Il miglior Made in Italy ha bisogno di ben 346mila nuovi addetti nei prossimi cinque anni

Coltivare il futuro dei giovani della ristorazione è come curare una vigna. Perché vite e vita sono intrecciate, specialmente tra quanti producono, elaborano e propongono cibo. Ecco perché la formazione scolastica è fondamentale; ha bisogno di tempi e la didattica deve essere supportata anche dalle aziende del territorio dove si svolgono le lezioni. È da questa considerazione che parte il progetto Adotta una Scuola, innovativa sinergia tra le cantine Ferrari Trento e l’Alberghiero di Levico Terme (Trento). Iniziativa scaturita dalla lungimiranza dei titolari delle famose bollicine Trentodoc e lo storico istituto professionale della Valsugana, e stimolata da Fondazione Altagamma nell’ambito di un progetto educativo per l’hôtellerie che a livello nazionale coinvolge 23 dei 113 marchi di eccellenza Made in Italy.

La presentazione è andata in scena - e in tavola - nei saloni del fascinoso Grand Hotel Imperial della stessa Levico, struttura turistica per certi versi d’antan, ma preziosa sede per ospitare e coinvolgere i giovani che frequentano l’attigua Scuola Alberghiera.

«Cantine Ferrari ha deciso d’impegnarsi nel settore dell’ospitalità, strategico per il Trentino - ha spiegato Matteo Lunelli, presidente di Ferrari Trento nonché di Fondazione Altagamma - perché tema perfettamente in sintonia con le nostre strategie produttive. Approfondire l’arte dell’ospitalità diventerà sempre più tema portante per il "food di qualità"». L’arte di saper fare applicata alla professionalità nel saper accogliere la clientela, l’ospite che si siede ai tavoli dei ristoranti, per godere le opportunità proposte da hotel, alberghi, luoghi deputati al turismo. Nozioni di stile professionale che diventano stimoli di vita.

Matteo Lunelli a Levico Terme

Matteo Lunelli a Levico Terme

Il fabbisogno per il prossimo quinquennio di profili qualificati nel comparto del miglior Made in Italy (moda, ristorazione, motori, accoglienza) è stimato in 346mila addetti; oltre 36mila nel solo settore dell’ospitalità. Ecco perché la formazione dei giovani è così impellente e perché è interesse di tutti che gli studenti crescano nel miglior modo possibile. «Abbiamo deciso di sostenere la formazione e la crescita di ragazzi che potranno essere dei veri ambasciatori della nostra enogastronomia - ha ribadito Lunelli - Significa investire sul futuro del Paese e proseguire nello scambio promozione/valori, tra impegno etico e rilancio sociale».

Un concetto subito rilanciato dall’assessore provinciale Mirco Bisesti e da Federico Samaden, dirigente dell’Istituto Formazione Professionale Alberghiero di Levico Terme: ospitalità come leva formativa, per una cultura che educhi e insegni la capacità di gioire facendo stare bene chi arriva nelle strutture turisticheCon dedizione e altrettanta competenza, in un rapporto per certi versi rivoluzionario, da attuare in questi tempi così pieni di egoismo e di solitudine.

Ecco perché la formazione è così impellente. Ferrari Trento non ha perso tempo. Ha attivato il suo collaudato team e concretizzato una proposta didattica che coinvolgerà 20 relatori, tra esperti del settore e manager del Gruppo Lunelli, per un totale di circa 100 ore di formazione fra lezioni frontali ed esperienze sul campo. Previsti percorsi per approfondire la cultura del vino, della ristorazione, della gestione e della comunicazione, ma anche visite in cantina e tra i filari delle vigne nel periodo di vendemmia.

I giovani saranno coinvolti in stage nel ristorante stellato Locanda Margon e negli spazi dove il Gruppo Lunelli propone le sue famose bollicine Trentodoc. Una scelta di responsabilità sociale - ha ulteriormente ribadito Matteo Lunelli - in quanto l’attività imprenditoriale di Ferrari Trento si basa sulla convinzione che ogni azienda non debba limitarsi a creare valore per gli azionisti, ma debba produrre anche benessere, sicurezza e bellezza, con particolari attenzioni al territorio dove opera».

Federico Samaden, Mirko Bisesti e Matteo Lunelli

Federico Samaden, Mirko Bisesti e Matteo Lunelli

Ospitalità come arte italiana, proposta didattica rivolta alle aree Sala e Accoglienza, con la scuola di Levico Terme che diventa un "laboratorio sperimentale" e quindi stimolo per le altre cuole alberghiere che operano in Trentino, e non solo.

Studiare per evolvere, per superare certi ostacoli che frenano le ambizioni di tanti giovani "stregati" più da roboanti performace televisive stile Masterchef che dalla maestria di quanti manipolano il cibo per il giusto piacere dei loro commensali. Nelle brigate di cucina devono cessare l’ossessione della perfezione, dell’ostentazione scenografica, ma anche i ritmi di un lavoro sempre più gravoso (anche 12 ore ogni giorno), spesso poco remunerativo, con i giovani costretti a sacrificare affetti, tempo libero, senza neanche nozioni culturali sul buon cibo.

Questo è stato sottolineato anche da Samaden, che ha spiegato come ormai ci sia uno scollamento tra scuola, studenti e società. E come un progetto come questo serva proprio a mettere insieme la comunità, a fare sistema. '«Bisognerebbe cambiare la parola cameriere - ha aggiunto - perché è legata a un concetto vecchio di semplice portatore di piatti». Oggi quel che serve nei ristoranti è tutt'altro. Serve, cioè, che si diventi una sorta di ambasciatore della cucina, una figura che accoglie ed è parte dell'esperienza che il cliente vive. Una scuola - se di vecchia impostazione - non ha futuro. «Urge trasmettere ai giovani - ha ulteriormente rilanciato il direttore Samaden - le capacità di gioire facendo star bene chi arriva. Farlo, è rivoluzionario!».

D'altronde, lo ha ricordato infine Matteo Lunelli, il "servizio sala" è sempre più fondamentale: «Un piatto ben servito, diceva Gualtiero Marchesi, incide per oltre il 60% sulla percezione della qualità della cucina». Dunque serve una scuola per il futuro del cibo. Per un saper fare e per far sapere come meglio accogliere turisti. Non solo i più golosi.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Nereo Pederzolli

Nato a Stravino, micro-borgo rurale in Valle dei Laghi, tra Trento, le Dolomiti di Brenta e il Garda. Per 36 anni inviato speciale Rai in programmi e rubriche agroalimentari, filmmaker, da oltre 30 anni degusta vini per la guida del Gambero Rosso e ha pubblicato numerosi testi di cultura enogastronomica. È editorialista del quotidiano online ilDolomiti.it

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