Dell’aristocratica via Toledo a Napoli è rimasto ben poco se non i palazzi storici a memoria dell’antica capitale. Tra questi c’è il palazzo dell’ex Banco di Napoli divenuto sede del progetto Gallerie d’Italia con la proprietà di Banca Intesa San Paolo. Arte, luce e buon cibo accompagnano questo percorso ambizioso e curato con molto gusto.
Al piano terra dà il benvenuto la caffetteria bistrot Luminist e alla guida troviamo Giuseppe Iannotti, chef e patròn del bistellato Kresios di Telese. C’è una presenza molto importante che fa da forte richiamo nella galleria d’arte, Caravaggio maestro di grandi suggestioni tra luci e ombre che sicuramente hanno ispirato il nome del bistrot.
Si attraversa una galleria dorata e luminosa per accedere alle sale di esposizioni artistiche dove si può ammirare
Il Martirio di Sant’Orsola, il capolavoro del
Merisi eseguito proprio a Napoli, su commissione del banchiere genovese
Marcantonio Doria – strano e intrigante come questo quadro incontri di continuo il mondo della finanza e questa città che tanto amava il pittore. Siamo a pochi metri dal Teatro San Carlo, dal Palazzo Reale in piazza del Plebiscito, e dalla Galleria Umberto sede dello shopping d’élite, contemporanea proprio del Palazzo Piacentini che accoglieva il Banco di Napoli.
Torna a essere città di interesse internazionale Napoli in questa sede prestigiosa, con eleganza, e proprio entrando al
Luminist si ha la sensazione di essere nelle sale del gusto di un grande albergo pronto ad accogliere i viaggiatori del mondo. Nel menu troviamo quei classici comfort food da tempi fast come il
club sandwich, il
croque monsieur o
croque madame, eseguiti alla perfezione. Così come i
crudi di pesce e riso, i
nigiri, i
lobster roll, preparazioni di ispirazione orientale e internazionale che tanto ama lo chef
Iannotti.
Nell’aria però si sentono profumi molto familiari ai napoletani che sanno di tavolate in famiglia, sanno di
ragù napoletano, di
candele spezzate alla genovese, di
pasta e patate con la provola, ancora di
spaghetti con le vongole. Che meraviglia! Le domeniche nelle case partenopee riecheggiano anche di buon pescato del giorno, quello che si trova disponibile nei mercati specifici, dove si coglie al momento l’ispirazione, a seconda di quanto l’umore del mare a voluto concedere.
Ecco allora in menu il
pescato del giorno proposto in diverse cotture, all’acqua pazza, alla griglia o alla mugnaia, insieme all’immancabile
frittura di gamberi, calamari e alici. Un racconto goloso e attento della ricchezza della cucina napoletana dove ricette povere si alternano a preparazione importanti, ora di terra, poi di mare, a volte unendo i due elementi generosissimi nel territorio compreso tra il Vesuvio e il golfo.
Curatissima la sala con personale all’altezza, guidata con competenza dal sommelier
Stefano Petrillo, brillante nell’ideazione della carta dei vini che vengono catalogati per stile e struttura, e mai per colore. Ampia la carta dei cocktails nella quale scorre il
Negronificio Luminista con una accurata selezione di gin, vermut e bitter da scegliere per comporre il proprio
Negroni.
C’è un altro elemento di grande attrazione, la pasticceria di
Armando Palmieri che grazie a questo progetto rientra nella sua Napoli dalla lunga esperienza lavorativa in Canada. Alla caffetteria del
Luminist si può gustare un
croissant spaziale, ma anche un ottimo
maritozzo, pasticceria francese e napoletana, dolce e salata, si ritrovano insieme ricordando i tempi dei monsù, quando nelle case nobili di questa bellissima capitale europea chef francesi venivano a cucinare creando poi meravigliose contaminazioni gastronomiche che tutt’oggi rendono così accattivante e varia la gastronomia di questa città unica e divertente come poche.