03-06-2022

Park Hyatt Milano riapre completamente rinnovato dopo due anni di restyling

Il general manager Simone Giorgi: «Nuovo il design, nuova l’offerta gastronomica, non cambia la guest experience, che resta di altissimo livello, nel segno della continuità»

La Cupola Lounge del Park Hyatt Milano

La Cupola Lounge del Park Hyatt Milano

La ripartenza di Milano passa anche attraverso i suoi hotel di lusso, i “salotti cittadini” che da sempre richiamano una clientela internazionale, ma anche tanti milanesi, che li scelgono sia per appuntamenti di lavoro sia per il tempo libero. Ne è esempio il Park Hyatt Milano, vent’anni di storia e un “vestito” completamente rinnovato per accogliere soprattutto gli stranieri (che restano il 70% della clientela), tornati finalmente in modo significativo a visitare il capoluogo lombardo: basti pensare che i dati ufficiali del Comune di Milano parlano il ritorno del turismo ai livelli pre-Covid, nell’aprile 2022 sono stati sfiorati i 600.000 ingressi nel territorio comunale, significa un aumento di oltre il 500% sull’aprile 2021.

La facciata esterna dell'hotel nel cuore di Milano

La facciata esterna dell'hotel nel cuore di Milano

L’esclusivo 5 stelle lusso, con accesso diretto alla Galleria Vittorio Emanuele II ha riaperto al pubblico dopo un intervento di restauro e ristrutturazione durato due anni, con un investimento da 20 milioni di euro. Nuovo il design, un omaggio alla città, perché richiama i colori del Duomo. Nuove le 106 eleganti camere e suite, distribuite sui sei piani del palazzo, che valorizzano il legame con il tessuto urbano e al tempo stesso l’identità internazionale dell’hotel. Nuova l’offerta gastronomica, oggi orchestrata da Guido Paternollo, giovane chef milanese tornato in Italia dopo esperienze in importanti ristoranti stellati internazionali. Si  rinnova il legame con l’arte e il design. Invariata la guest experience, che resta di altissimo livello, nel segno della continuità. Non è tutto. Per scoprire tutte le novità del nuovo Park Hyatt abbiamo incontrato il general manager, Simone Giorgi.

Il general manager Simone Giorgi

Il general manager Simone Giorgi

Park Hyatt Milano riapre al pubblico dopo un importante intervento di restauro e ristrutturazione durato due anni: cosa vi ha convinto ad accettare questa sfida in un momento così delicato?

In realtà, già prima del 2020 stavamo lavorando sul progetto della ristrutturazione dell’hotel: nonostante il design contemporaneo, sempre attuale, la struttura ha quasi venti anni di vita che a nostro avviso rendevano necessario l’intervento su aspetti strutturali e tecnologici per mantenere alto il livello di eccellenza che da sempre ci contraddistingue. Quando a marzo 2020 il Covid ci ha costretto alla chiusura dell’hotel abbiamo solamente deciso, d’accordo con la proprietà e con Hyatt, di anticipare i lavori e accelerarne i tempi. Siamo sempre stati fiduciosi nella ripresa della città. Inoltre, in questi anni così delicati, questo progetto importante e ambizioso è stato linfa per tutti noi.

Junior Suite

Junior Suite

Cosa è cambiato? Cosa invece garantisce continuità con l’accoglienza di prima?

Sarebbe più facile dire cosa non è cambiato. I cambiamenti sono stati davvero molteplici. Siamo partiti dal back of the house, ridisegnando le cucine, gli spogliatoi, i magazzini e l’entrata del personale. Per ridurre l’impatto ambientale, abbiamo cambiato tutte le tubature della struttura (circa 15 km di tubi) e l’impianto di aria condizionata, aggiungendo i filtri hepa. Sistemata la parte più strutturale, ci siamo dedicati poi al grande progetto delle camere, riprogettando tutte le 106 camere e suite. Nel mentre chef Andrea Aprea ha lasciato Park Hyatt Milano per seguire un nuovo percorso professionale, così, in concomitanza con l’arrivo del nuovo chef Guido Paternollo, abbiamo riprogettato il ristorante gastronomico, ed è nato il Pellico 3 Milano. Abbiamo fatto anche qualche intervento più soft alla spa, che ha cambiato concept e linea di prodotti: è nata AQVUAM, la nostra nuova urban Spa, che in esclusiva sul territorio italiano propone i trattamenti del brand inglese 111skin. Infine abbiamo migliorato l’esperienza del breakfast nella nostra Cupola, creando un pass che si affaccia direttamente sulla pasticceria e aggiungendo una cooking station. Con tutti questi cambiamenti, la continuità resta però garantita dal nostro prezioso staff, che è rimasto quasi interamente quello con cui abbiamo chiuso nel 2020.

Quali sono le novità in termini di customer experience?

Noi la definiamo guest experience piuttosto che customer experience, perché noi riteniamo di avere ospiti, non clienti. Credo che la guest experience che fin dall’apertura abbiamo garantito ai nostri ospiti fosse già a livelli altissimi, per cui da questo punto di vista il nostro impegno è quello di mantenere sempre lo stesso livello.

Il ristorante Pellico 3 Milano

Il ristorante Pellico 3 Milano

Siete al centro di Milano, la città simbolo di rinascita e resilienza dopo un periodo difficile, qual è il vostro legame con la città?

Il nostro legame con la città è fortissimo, da sempre. Siamo una catena americana che vent’anni fa è stata accolta con grande affetto dalla comunità milanese, e negli anni abbiamo sempre cercato di ridare alla città tutto il meglio possibile in termini di servizi. La città è sempre presa in considerazione in tutte le scelte che facciamo: l’ospite milanese per noi ha la stessa importanza dell’ospite internazionale, i nostri servizi sono da sempre aperti a tutti. Siamo inoltre grandi promotori della città in tutte le nostre attività di comunicazione: prima ancora di provare ad attrarre ospiti al Park Hyatt Milano, cerchiamo di farli innamorare delle bellezze di Milano.

Design, arte, moda, cultura, come e quanto è presente in hotel l’eccellenza italiana?

Uno dei pilastri di Park Hyatt, non solo a Milano ma anche nel mondo, è l’attenzione all’arte. Nello specifico Park Hyatt Milano fin dall’apertura ha ospitato grandi opere d’arte di artisti italiani, da Lucio Fontana a Tancredi Parmeggiani. Oggi al nuovo ristorante Pellico 3 Milano ospitiamo opere di Paolo Canevari, Davide Balliano e Claudio Verna, grazie ad una collaborazione con la Galleria Cardi. Le nuove camere, inoltre, sono un tributo all’Italia e a Milano, per il design, i materiali utilizzati e i colori: gli ambienti valorizzano i dettagli architettonici tipici della scuola milanese, mentre le tinte neutre rendono omaggio ai colori del Duomo.

Lo chef Guido Paternollo

Lo chef Guido Paternollo

La Cupola, Mio Bar, Pellico3, come si rinnova l'offerta gastronomica? Le porte sono aperte anche per il pubblico esterno?

Con l’arrivo di Guido Paternollo, executive chef dell’hotel, tutta l’offerta gastronomica si è rinnovata. Il ristorante fine dining, oltre ad avere subito una trasformazione degli ambienti, ha cambiato concept: sapori e ingredienti provenienti da tutto il bacino Mediterraneo - Francia, Spagna, Grecia e naturalmente Italia - cucinati seguendo in maniera attenta e precisa la loro stagionalità, in cui si ritrova il percorso professionale dello chef, iniziato con Enrico Bartolini e proseguito con Yannick Alleno e Alain Ducasse. La Cupola, cuore dell’hotel, resta l’alternativa food al ristorante gastronomico, con un nuovo menu all day disponibile fino alle 23, una proposta fresca e moderna che spazia dai classici della cucina italiana ai piatti internazionali. Il Mio Lab si conferma il punto di riferimento, per gli ospiti dell’hotel e non solo, per la mixology guidata dal nostro bar manager Alessandro Iacobucci Vitoni, perfetta nell’esecuzione di grandi classici quanto estrosa nell’esecuzione dei signature cocktails. Anche qui Guido Paternollo ha realizzato una piccola carta di piatti in accompagnamento ai cocktail, dove spicca la nuovissima pizza al tegamino.

Quali sono le previsioni di occupancy? Quale il vostro target e i mercati più presenti?

Al momento le previsioni sono molto buone, la città è rinata e la richiesta è molto alta, soprattutto per i mesi estivi. Il nostro hotel è da sempre un mix di ospiti da tutto il mondo, ma anche il mercato domestico ha sempre generato volumi importanti.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Elisabetta Canoro

Giornalista professionista, è consulente di Identità Golose, vice direttore di The CUBE Magazine e collaboratrice di AD Architectural Digest italia e Panorama. Autrice di guide e di libri editi da WhiteStar e Marco Polo

Consulta tutti gli articoli dell'autore