08-03-2022
Davide De Pra e Matteo Metullio sul palco con Sara Biasi, responsabile marketing e comunicazione di Pasqua Vigneti e Cantine, che ha consegnato il premio al Miglior Chef 2022 per la Guida di Identità
Quando sono saliti sul palco per ritirare il loro premio, Matteo Metullio e Davide De Pra erano visibilmente emozionati. E' stata una costante, bella e spontanea, della presentazione di ieri alla Triennale di Milano della Guida ai Ristoranti di Identità Golose 2022: finalmente di nuovo in presenza, per le Giovani Stelle di questa edizione (qui l'elenco di tutti i premiati) venire applauditi da un pubblico vero è stata un'esperienza forte, che ha commosso in diversi.
Metullio e De Pra, poi, stavano ritirando un premio particolarmente importante, quello di Miglior Chef dell'anno: anche per questo, prendendo posto di fianco a Paolo Marchi e alla presentatrice Francesca Romana Barberini, hanno cercato di tenere a bada le emozioni. Metullio in particolare, che, nelle sue prime parole da miglior chef del 2022, ha detto: «Proverò a trattenere le lacrime, perché quando ho preso la seconda stella all'Harry's Piccolo (nel 2020, ndr) sono scoppiato a piangere e poi sono diventato famoso per quello».
A noi però le emozioni piacciono: e Metullio, insieme al suo socio Davide De Pra, se le merita tutte. La sua è stata una carriera impressionante, che lo ha visto bruciare le tappe e conquistare attenzione, pubblico, stima, stelle, fin da giovanissimo. Arrivato a 19 anni in Alta Badia, per entrare nella prestigiosa brigata di Norbert Niederkofler, ci rimase per 4 anni perfezionando tecnica e visione. Poi andò ad affiancare Fabio Cucchelli come sous chef a La Siriola. Di lì a poco Cucchelli prese un'altra strada e la famiglia Wieser, proprietaria dell'albergo che ospitava il ristorante, pensò di puntare proprio sul talentuoso Matteo. Che a 24 anni affrontò con entusiasmo la sfida riuscendo a conquistare, nel 2013, la sua prima stella; e nel 2017 arrivò la seconda.
Il resto è storia recente: due stelle arrivate nel giro di tre anni (di cui due martoriati dalla pandemia...) per il ristorante gourmet dell'hotel, l'Harry's Piccolo (qui la scheda nuovissima della Guida, firmata da Stefano Vegliani), e un grande lavoro anche per condurre le due altre insegne ospitate dalla struttura, Bistrò e Pasticceria. In perfetta coabitazione, condividendo insieme le fatiche, le responsabilità e pure gli onori, come il premio appena ricevuto.
«Siamo davvero fieri - ha commentato a caldo, pochi minuti dopo la premiazione, Davide De Pra - anche per questa anomalia che rappresentiamo. Lavorare in due non è più complicato, ma sicuramente non è un compito scontato. Però sono sempre di più gli chef che si dividono in due questa responsabilità e ci piace pensare di poter essere un esempio anche per i più giovani. Si può fare, noi lo facciamo da quattro anni: unire le forze può essere una scelta che viene premiata. Per noi è una grande felicità».
C'è grande affiatamento tra voi, dicevamo. Ma avete dei ruoli definiti nel lavoro quotidiano o siete completamente intercambiabili, Davide? Facciamo tutto entrambi, poi certamente ognuno ha dei punti di forza e li assecondiamo. Matteo cura di più la comunicazione o le assunzioni. Io invece mi occupo di più degli ordini e del food cost. Poi le cose più importanti, come la creazione dei piatti, nascono da una collaborazione totale e da una condivisione di ogni passaggio, un piatto non nasce mai dall'idea di uno solo.
Matteo, quanto conta Trieste, la tua città, nel vostro progetto gastronomico? Tantissimo, è fondamentale. E' casa mia e l'idea che ho avuto, e che poi abbiamo realizzato insieme Davide ed io, ha portato in città qualcosa che non c'era. L'ultimo anno in cui a Trieste c'è stata una stella Michelin era il 1989, per coincidenza l'anno in cui sono nato. E la città non aveva mai avuto un grande ristorante di rappresentanza. Oggi Trieste sta crescendo, ha nel porto un potenziale straordinario e può diventare una vera capitale della Mitteleuropa. Ma per esserlo, anche la proposta enogastronomica deve crescere, non sono all'Harry's, ma anche attorno a noi. Quando sono partito da Trieste per seguire la mia passione per questo lavoro, non c'era una scuola alberghiera dove poter imparare. Spero che tanti giovani, cuochi, camerieri, bariste e baristi, possano trovare nel nostro lavoro un punto di riferimento e magari anche un luogo dove poter crescere.
E i prossimi traguardi arriveranno sicuramente: complimenti da parte di tutta Identità Golose a Davide De Pra e Matteo Metullio.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare Instagram: @NiccoloVecchia
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