Vista da dietro i cristalli dell’Harry’s l’enorme piazza qua davanti pare ferma all’Ottocento: non a caso è dedicata all’Unità d’Italia e proprio in quel 1861 qui nacque Italo Svevo. Fuori dai cristalli il largo, di là da quello il mare, ovunque il vento. Dentro, invece, tende e pavimenti in legno, tovaglie bianche, poltroncine verde oliva e un’eleganza classica come ci si aspetta da un grand’albergo – l’Hotel Duchi d’Aosta – nel quale già negli anni Settanta il sempiterno Arrigo Cipriani aveva avviato il ristorante.
Da tre anni, a rinnovare una sosta che potrebbe peccare di eccessiva tradizione, c’è al timone un altro triestino noto alle cronache: Matteo Metullio. Classe 1989, è diventato grande alla Siriola di San Cassiano, in Alta Badia, dove in pochi anni ha acceso due macaron ma, diventato papà, ha deciso di tornare a casa, accompagnato dall'inseparabile Davide De Pra.
Ne ha guadagnato l’Harry’s Piccolo, che nella fase post-emergenza ha riaperto con 3 menu degustazione: I Classici è un viaggio tra i piatti simbolo dello chef; L’Incontro mette assieme mare e montagna, carne e pesce; Mare Mare Mare, solo pesce, è un tributo ai Trieste, al suo porto e alla sua identità sempre in viaggio.
+39040660606
Ristorante con camere
+390402607179
viaggia e mangia per Lonely Planet, Osterie d'Italia, Repubblica e la collana I Cento (EDT). Ha scritto "Dire Fare Mangiare" (ADD), "Cibo di strada" (Mondadori), "Il Gusto delle piccole cose" (Mondadori Electa) e “Qualcuno sta uccidendo i più grandi cuochi di Torino”, ama andar per trattorie e ristoranti di blasone portandosi dietro una moglie riottosa e due figli onnivori
Matteo Metullio e Davide De PraSpaghetto freddo a km 4925