15-10-2021
Linguine con alici, colatura di provola, salsa di scarola e briciole di pane aromatizzato con peperone crusco. È uno dei primi piatti previsti nel menu degustazione del nuovo chef, Carlo Spina, che guiderà i fornelli del Veritas, a Napoli
Siamo nella cosiddetta Napoli Alta, Corso Vittorio Emanuele, la strada più lunga della città. Il percorso è parte del pacchetto: c’è della catarsi nell’attraversare il capoluogo partenopeo, i suoi quartieri colorati per poi, fluidamente irrompere nell’altra faccia della città. In collina, dove il termine signorile si riempie di sostanza, di taglio sartoriale, di propensione all’arte: la personalità del Veritas si incastona come un diamante. Un ristorante senza dehors con vista mozzafiato, eppure illumina. Stiloso, ma vero. Professionale, ma informale. L’accoglienza è sincera così come la qualità, pretesa nei contenuti e nei contenitori.
«Ho sempre pensato al Veritas come alla mia seconda casa, una finestra su Napoli, un modo per dire grazie alla città. Come unico dress-code, qui chiedo autenticità. Vogliamo restare liberi di esprimere noi stessi, senza rincorrere mode, con i nostri tempi e le nostre possibilità. Interpretiamo la Napoli dell’arte, delle grandi materie prime: personalità spiccata, ma senza urlare. Veritas di nome e di fatto».
I nuovi interni del Veritas curati dall'architetto napoletano Carlo Olivari
Ci accoglie così il patron Stefano Giancotti, all’alba di un nuovo inizio. Introduce i cambiamenti e rassicura sulle certezze di sempre. Nuovo look per quanto riguarda gli interni, la firma è dell’architetto Carlo Olivari, grande amico del Veritas, napoletano verace anche lui. Il marchio di fabbrica è inconfondibile, materiali e colori sontuosi, ma diluiti. Corni e cuori ex voto ci sono e completano un design raffinato, senza rincorrere un folclore scontato. Stile essenziale, ma pieno di sé. Luci soffuse, studiate per indirizzare lo sguardo: il piatto, il calice, l’esperienza a tavola.
A proposito, la notizia è ormai ufficiale: al Veritas c’è stato un importante cambio di guardia ai fornelli. Allo storico chef Gianluca D’Agostino, subentra Carlo Spina. Napoletano, riservato, background dalle mille sfumature che oggi trova espressione in una cucina che sa raccontare Napoli senza opprimenti vincoli territoriali. Una mano leggera che ama i profumi, le erbe, la tradizione e la sua nuova declinazione nel mondo. Come tutto il Veritas, anche la cucina di Carlo Spina è libera di vagare, andare, tornare, azzardare, confermare. Ci si accomoda ai lucidi tavoli scuri, esaltati da una mise en place maliziosamente nuda, si sfoglia il menu e parte la giostra. Come prima, più di prima.
Il menu
Sfera di gambero rosso ripiena di burrata, puntarelle, caviale, cedro candito ed estratto di mela verde e cetriolo
Polpo verace cotto sulla griglia, con scarola, salsa di provola e nduja
Minestra di mescafrancesca (pasta mista), con crostacei cotti e crudi, polvere di basilico e plancton marino
Spigola cotta al vapore di acqua di mare, millefoglie di patata ratta e salsa all’acqua pazza
Cheesecake servita con lamponi, sfera di cioccolato bianco e formaggio di capra
Il lavoro in sala è impeccabile: con il maître Gennaro Graziano e il sommelier Alfredo Raucci la cucina viene presa per mano e recapitata direttamente al cuore del cliente. Attraverso il racconto dei piatti e, nell’abbinamento vino, con una serie di etichette mai banali, sempre intriganti.
Una delle esclusive etichette proposte dal sommelier Alfredo Raucci
Lo ripetiamo spesso, esistono i luoghi di ristoro e poi ci sono le esperienze immersive. Quelle che riescono a metterti in pausa anche da te stesso. Per far questo, oltre ad essere bravo, devi essere credibile. Non basta sbandierare anticonformismo: occorre emanare libertà.
Ecco perché il nuovo Veritas si conferma, secondo noi, una meta di tutto rispetto, da segnare assolutamente in agenda.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1977. Nata ad Ischia, gli ultimi quindici anni li trascorre a Roma collaborando con le più note scuole di cucina della capitale. Esperta food&wine, collabora con riviste del settore scrivendo di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare
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