Atterrata a Lamezia Terme, caldo e cemento mi avvolgono all’improvviso, senza gentilezza ma con decisione.
Lungo tutta la strada che mi conduce a Strongoli, osservo un susseguirsi di vuoti e di pieni, realizzo che sto attraversando un territorio ricco di contraddizioni, tanto aspro nell'aspetto quanto dolce e affascinante appena si oltrepassa la porta ingannevole dell'apparenza.
Assorta nei pensieri, imbocco il viale per arrivare al Dattilo.
È come entrare nel mondo di Alice nel Paese delle Meraviglie. Serenità, semplicità, eleganza, cuore, allegria invadono ogni senso. Sono catapultata, all’improvviso, in una realtà unica e squisita da cui non ci si vorrebbe più allontanare. Come vivere in un sogno. Quel sogno iniziato con Roberto Ceraudo (leggi qui), papà di Caterina; lui, pioniere e avanguardista del biologico, ha trasferito il suo patrimonio di idee e intuizioni nel cuore e nelle mani di Susy, di Giuseppe, della stessa Caterina.

Caterina Ceraudo a Identità Milano 2017
Un detto cinese recita che
senza sogni non c'è vita. Di sogni
Caterina Ceraudo ne ha assai, e ogni giorno. Poi, ha la tenacia e la forza di realizzarne almeno uno. A partire da quel sorriso che la contraddistingue sempre e che l'accompagna in ogni passo della sua vita. Anche in momenti difficili, come durante la chiusura forzata del lockdown, non ha mai perso animo e serenità. Sempre proiettata nella costruzione di una brigata felice e coesa, alla ricerca costante di semplicità, qualità ed esaltazione delle materie prime. Tutto attraverso grande tecnica e passione. Così è anche la cucina del
Dattilo: semplice, equilibrata emozionante, figlia di una chef legata al suo territorio che unisce campagna e mare; abile a trasmettere tutto il calore e la rassicurazione; capace di esaltare i frutti dei suoi campi, del suo orto, della sua regione. A volte così impervia e aspra, altre così suadente e passionale da confondere.

Capellino d’ostrica e bacche di goji
Da qui, nascono i due menu principali proposti da
Caterina in questa calda estate. Nascono dalle due passioni della chef: orto e mare, appunto. Passioni da cui non può prescindere, perché fanno parte del suo dna, e che diventano profumi e sapori sapientemente percepibili nei suoi piatti, perché lei li conosce da sempre. Non sono mai invadenti, ma netti e sicuri, delicati ed eleganti. Avvolti da quella freschezza e gioia che trapelano dal primo sguardo di
Caterina. Un esempio tratto dal menu
Grisara è il
Capellino d’ostrica e bacche di goji, incontro magico tra sapidità e freschezza, affascina a prima vista.

Baccalà, cetrioli e sambuco

Dentice, bergamotto, limo, pepe rosa e senape selvatica
Oppure l’apparente semplicità di
Dentice, bergamotto, limo, pepe rosa e senape selvatica, come anche
Scampi e vaniglia: vi catapulteranno con dolcezza e modernità nei sentori mediterranei e avvolgenti di una Calabria sconosciuta a molti.
Attraverso il menu Orto Estivo s'incontra, invece, la leggerezza di Pomodoro e mozzarella, che fa volare come un aquilone in cielo, per atterrare con la Minestra di vegetali in quel tratto di orto così ricco di profumi e vita che appartiene al mondo Ceraudo.