12-05-2021
Giuseppe Aversa col suo staff a Il Buco di Sorrento
In Penisola Sorrentina, se dici ristorazione, ti rispondono Giuseppe Aversa.
Peppe, Peppino, lo conoscono tutti, riconoscendone una naturale leadership territoriale. Lo fanno quelli del posto, i turisti che ritornano, lo fanno i suoi colleghi. Dettaglio, quest’ultimo, che la dice lunga sulla cifra umana, non solo gastronomica, che lo chef patron de Il Buco ha saputo costruire negli anni. Senza effetti speciali, con sincerità. Storica stella Michelin a Sorrento, cucina di territorio senza inciampi nella retorica di un format. Giuseppe Aversa, questa territorialità, la emana. Precisamente, creatività e territorio, fusi in un unico principio. Aversa somministra piatti che sono scoperta e rassicurazione, ossimoro dipanato con la concretezza di sempre: «La creatività parte da dentro, può esistere solo se hai fatto una profonda analisi di te stesso». Chiamiamolo umanesimo culinario, preparazioni che non sono agganciate alle mode ma sgorgano da una storia personale, inevitabilmente dal territorio. Una creatività basata sui ricordi, resa credibile dall’esperienza e rimessa in circolo grazie a quella curiosità che, in Giuseppe Aversa, non trova quiete. Buon per noi.
Peppe Aversa
Interni e cantina
Alcuni piatti di Aversa
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1977. Nata ad Ischia, gli ultimi quindici anni li trascorre a Roma collaborando con le più note scuole di cucina della capitale. Esperta food&wine, collabora con riviste del settore scrivendo di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare
La Panella di mare di Alfonso Crisci, executive chef del ristorante Oltremare dell’hotel Due Torri di Maiori (Salerno)
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