16-04-2020
“La cerca e cavatura del tartufo” è nella lista delle candidature italiane a Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità Unesco. Il responso, a Parigi, nel settembre 2021
Anche in tempi di allarmanti breaking news, capita che talvolta arrivi a sorprenderci e a sostenerci, qualche buona notizia. Il voto del 23 marzo, rigorosamente in video conferenza, con cui il Consiglio direttivo della commissione italiana Unesco ha deciso di inserire “La cerca e cavatura del tartufo” nella lista delle candidature italiane a Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità per il 2021, è sicuramente una buona notizia. Lo è per la Regione Piemonte e per le Langhe, fortemente colpite dal Covid-19 per numero di decessi e contagi; lo è per la ristorazione piemontese che come quella italiana ha subito la serrata e subirà pesantemente la crisi al momento della riapertura; lo è per il turismo che ha bisogno di nuovi stimoli e di nuove notizie per ripartire presto e con convinzione. Sì, perché il turismo enogastronomico piemontese era in grande salute e fino a qualche mese fa, si sentiva parlare solo di record di presenze e arrivi e ormai Alba e le sue colline erano diventate una tappa di riferimento per il visitatore in viaggio verso l’Italia (nelle Langhe al 2018, il turismo cresceva di oltre il 7% in termini di presenze con una netta maggioranza di quello estero che raggiunge il 60% del totale, ndr). «Bellissima notizia arrivata in un momento di difficoltà, un nuovo tassello da aggiungere agli altri riconoscimenti del nostro territorio», come afferma Liliana Allena, energico presidente dell’Ente Fiera nazionale del tartufo bianco d’Alba, «in attesa che dopo questa prima selezione si possa vincere anche quella definitiva di Parigi, nel settembre 2021», davanti alla Commissione internazionale che certifica i nuovi siti Unesco.
Liliana Allena
Alba, foto tratta dalla Fiera 2019
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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