01-03-2014

101 istantanee di Identità Dieci/4

I momenti più emozionanti del congresso, raccontati da chi l'ha vissuto (ultima parte)

Con alcune defezioni, l'intera squadra che ha lavo

Con alcune defezioni, l'intera squadra che ha lavorato davanti e dietro le quinte di Identità Milano 2014. In regia, Claudio Ceroni di MagentaBureau (al centro nella foto di Brambilla/Serrani)

Abbiamo chiesto a chi era presente alla decima edizione di Identità Milano di ricordare in una frase il momento che è rimasto più impresso nella 3 giorni. Poteva essere qualsiasi cosa: una lezione, un incontro, una frase, un piatto. Ne è venuto fuori un mosaico di oltre 100 istantanee che pubblichiamo in 4 puntate. Oggi, l'ultima. Momenti da ricordare.

Due ricordi: la facilità di mirare dritto al cuore di Roberto Ghisolfi, grande professionalità e tecnica. Grandiosa la frase rivolta alla moglie: «Cosa volete che vi dica? Io l’amo». L'altra riguarda Pina Toscani: alle 7 della sera, con la fiera praticamente, alla sua prima apparizione in pubblico è stata granitica. Una vera golosa intelligenza!
(Lello Ravagnan, Grigoris a Chirignago, Mestre-Venezia)

Sono rimasto colpito dal backstage: vivo ancora i sentimenti di amicizia e di rispetto, l'incitamento e la collaborazione umile fra i vari relatori, riconosciuti dalla critica internazionale ma spesso lontani migliaia di chilometri l'uno dall'altro
(Marco Reitano, La Pergola, Roma)

Mi ha trasmesso la certezza tangibile che per chi coltiva certe passioni e ha a cuore la riuscita di un settore strategico come quello del cibo, fosse il posto giusto in cui essere. Ho seguito diverse lezioni ma quello che porto a casa è un'istantanea di un'Italia reattiva e non rassegnatamente respinta all'angolo
(Roberto Restelli)

Il ricordo più forte sono l'emozioni del primo congresso, le emozioni della sera prima di ogni congresso e la tensione del palco. Dal 2006 ad oggi non è cambiato nulla. Carica, stimoli, energia, contatti, fiducia e unione. Identità per me è una famiglia
(Niko Romito, Reale-Casadonna a Castel di Sangro, L'Aquila)

Incontrare con spensieratezza i folli della ristorazione: Beppe Palmieri, Alessandro Pipero, Heinz Beck e Luciano Monosilio
(Alessandro Roscioli, Roma)

I pannelli di benvenuto ispirati all'orto italiano. Vivo all'estero ed è raro per me trovare la melanzana che sa di melanzana, l'indivia che sa di indivia. Non me ne sarei mai più andata
(Alessandra Rotondi, sommelier)

Il congresso più social di sempre

Il congresso più social di sempre

Andare fuori dalle sale, nel corridoio di vetro e guardare senza sentire. Guardare tutte quelle persone affascinate da quello che accadeva in sala, contente di essere lì, di sognare insieme. Bellissimo
(Ludovica Rubbini e Riccardo Gaspari, El Brite de Larieto, Cortina, Belluno)

L'incontro con Claudio Sadler, la persona che ammiro di più. Con le sue frasi, sorridi. Ogni volta mi dà una carica speciale
(Luigi Salomone, Marennà a Sorbo Serpico, Avellino)

Il pubblico. Ho notato un'atmosfera più sorridente e disponibile rispetto al recente passato. Ho ascoltato domande ricche di significati e di stimoli virtuosi. Come dice il grande Aristotele «l'uomo è un animale sociale» e come tale necessita di confronto e condivisioni
(Simone Salvini, cuoco vegano)

Alla mia lezione, qualcuno mi ha chiesto se selezionassi le farine per fare una buona pizza. Ho risposto che la pizza la fa il pizzaiolo ed è partito un applauso spontaneo
(Ciro Salvo, 50 Kalò a Napoli)

Tra i tanti momenti sceglierei una frase di Libera Pincin: «Identità Golose è una vetrina, non per foodblogger, ma è la vetrina di una passione per la qualità del cibo e per la cucina. È la vetrina per giovani talenti che, pur consapevoli che questa scelta costellerà di sacrifici la loro vita, vanno avanti. In questo campo succede come nello sport: molti partono, non tutti arrivano e pochi vincono»
(Emanuele Scarello, Agli Amici a Udine)

Il video di Gastòn Arcurio del progetto dei cevicheros di strada: con impegno e positività un futuro migliore è davvero possibile
(Slawka G. Scarso, Identità Golose)

La pasta al bistrot Felicetti e il polpo arrostito di Davide Scabin
(Roberta Schira, Corriere della Sera)

Felicissimi di aver proposto uno stile tutto italiano. Appetizer che partono dal pane, che nobilita il salume per arrivare al gelato di pane saraceno. Con una piccola cialda croccante al lardo dei nostri maiali neri di Parma
(Massimo Spigaroli, Antica Corte Pallavicina, Polesine Parmense)

Lo stupore di Gabriele Zanatta che mi ha riconosciuto a malapena mentre gli parlavo e lavorava alacremente al computer. E la lezione di Kobe Desramaults, per il vivo ricordo di quanto avvenuto l'anno scorso: avesse segato in due un'altratesta, non sarebbe stato male
(Gualtiero Spotti, Identità Golose)

Paolo Marchi, archiviata la decima, c'è già la data dell'undicesima edizione di Identità: 8-10 febbraio 2015

Paolo Marchi, archiviata la decima, c'è già la data dell'undicesima edizione di Identità: 8-10 febbraio 2015

La lezione di Franco Pepe con la sua "valigia del territorio" e soprattutto i ragazzi del Centro Diurno Disabili che sono venuti ad ascoltarlo
(Luciana Squadrilli, Identità Golose)

L'infinita umanità di un Davide Scabin che, invece di mettersi in mostra, ci insegna a essere gastronomicamente sorridenti con chi non può mangiare i nostri piatti di tutti i giorni, indicandoci una buona strada
(Marco Stabile, Ora d'Aria a Firenze)

Il lavoro di maestro salumiere di Massimo Spigaroli: la cura con cui dà gioia mi ricorda l'entusiasmo e la professionalità che trovo in Joselito Gomez, seduto al tavolo di IG
(Ciccio Sultano, Duomo di Ragusa)

Il garbo, così come l'educazione e la pacatezza con cui tanti chef hanno presentato le loro idee; in questo senso cito due stranieri come Josean Alija e Yasuhiro Sasajima, entrambi sul palco di Identità di Pasta
(Errica Tamani, Identità Golose)

Un'occasione unica d’incontro che dimostra come da ogni parte dello Stivale si lavori con grande talento e capacita. Dai ragazzi di Niko ad Aimo Moroni, 3-4 generazioni hanno la possibilità di incontrarsi
(Cecilia Todeschini, Identità Golose)

Aver condiviso il bisogno di stare insieme: finalmente si respirava aria da "spogliatoio". E nei discorsi il "noi" prevaleva su "io"
(Pasquale Torrente, Il Convento di Cetara, Salerno)

Mauro Uliassi, lo zen e l'arte di mangiare bene

Mauro Uliassi, lo zen e l'arte di mangiare bene

Sono rimasto piacevolmente frastornato. È stata una doccia di meraviglie continua, da quando sono arrivato alla cena finale al Rebelot con Rodrigo Oliveira. Era tempo che non mi fermavo 48 ore a godermi la bellezza un po’ vanesia che gira attorno al lavoro del cuoco :)))
(Mauro Uliassi, Uliassi a Senigallia, Ancona)

Il fatto di essere stato chiamato a partecipare è un po' come per un calciatore essere convocato in nazionale. Poi ho incontrato dopo 10 anni il mio vecchio chef Enrico Derflingher
(Daniele Usai, Il Tino di Ostia, Roma)

Le due lezioni di Quique Dacosta sono state un'esperienza straordinaria: la ricchezza di spunti, di idee, di soluzioni racchiuse in pochi minuti mi ha lasciato davvero stupefatto
(Niccolò Vecchia, Radio Popolare)

Mauro Uliassi che a inizio cena al Rebelot chiede un tè verde mentre tutti bevono cachaça. E poi elenca i tanti alimenti di uso comune che nuocciono alla salute. Folgorato (e folgorante) sulla via della bontà salutare
(Gabriele Zanatta, Identità Golose)

4. fine

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