Interventi importanti questa mattina alla Triennale di Milano, una sorta di anteprima di Host, il Salone internazionale dell’ospitalità professionale, un momento importante per tutto l’universo dell’horeca, che terrà banco alla Fiera di Rho-Pero dal 18 al 22 ottobre 2013. A intervenire, Davide Scabin, cuoco del Combal.Zero di Rivoli (Torino), il presidente di Fiera Spa Michele Perini, Magda Antonioli di Sda Bocconi e Luisa Bocchietto di Adi, Associazione per il disegno industriale.
Nel ruolo di moderatore, Paolo Marchi: «Mi fa molto piacere», ha introdotto il fondatore e curatore di Identità Golose, «che nella filosofia di Host compaia tante volte la parola ‘business’, vuol dire che qualcuno 'fa' concretamente. Ed è positivo che quella di ottobre prossimo sia la 37ma edizione di un appuntamento a cadenza biennale, iniziato quindi nel Dopoguerra. Un evento che cavalca il concetto di innovazione, inviso ancora a tanti in Italia, sottosegretari del Governo inclusi».
Perini ha posto l’accento sull’importanza di girare il mondo per risollevare il paese: «Se uno straniero dovesse leggere
Washington Post o
Financial Times, non verrebbe mai in Italia. Noi come
Fiera ogni anno facciamo 75 eventi a Milano e altri 70 in giro per il mondo.
Host contribuisce a promuovere la credibilità del paese perché tra i suoi visitatori non c'è solo grande richiesta di gelato buono ma di macchine e soprattutto persone che lo sappiano fare bene».
È il momento di Scabin, grande ambasciatore di cose buone italiane. Oggi è il suo giorno, prima di tutto per un motivo: questa notte partirà dal Kazakistan la navicella spaziale Soyuz con a bordo il catanese Luca Parmitano, pronto a rimanere in orbita per 6 mesi, record assoluto per un astronauta italiano. A curargli il menu semestrale, è stato proprio il cuoco di Rivoli, come anticipato ampiamente nell’ultima edizione di Identità Milano. Stamattina Scabin ha aggiunto ulteriori dettagli: «Saranno 5 pietanze di comfort space food: lasagne alla bolognese, parmigiana di melanzane, risotto al pesto, caponata e tiramisu. I primi due piatti sono sterilizzati e gli altri disidratati. Ho lavorato per ridurre il peso di ciascun piatto al massimo».
Poi, una ghiotta anteprima: «Sto lavorando a un format di ristorazione italiana per gli Stati Uniti: se tutto va come deve andare ci aspettiamo 6 aperture in 2 anni. Vedremo», una splendida notizia seguita da pensieri a ruota libera su creatività italiana e impulsi al fare sistema: «È fondamentale che tutti si remi nella stessa direzione, per riaccendere la scintilla italiana. La Lombardia, per esempio, deve collaborare di più col Piemonte perché il tartufo bianco in Francia non esiste: occorrerebbe una macroregione». Occorre poi che i cuochi «escano dalla torre d’avorio in cui sono confinati: ci siamo allontanati troppo dal grande pubblico. Bisogna tornare in mezzo alla gente».
Battute finali di
Magda Antonioli, direttore del Master di Economia dell’
Università Bocconi, un appassionato contributo per mostrare come il comparto della ristorazione sia in attivo, e quindi in controtendenza rispetto a tanti altri. Chiusura con il paradosso di
Luisa Bocchietto, presidente di
Adi,
Associazione per il disegno industriale: « Il design italiano ha un’immagine straordinaria nel mondo ma è poco conosciuto In Italia. Gli atri paesi spingono i loro creativi, noi li tratteniamo».