12-07-2024
Isaia D'Angelo, responsabile della cucina di Paglià, a sinistra, con Franco Pizzingrilli, suo braccio destro
La storia che raccontiamo oggi ci porta a Pagliare del Tronto, piccola frazione di Spinetoli in provincia di Ascoli Piceno, ed è la storia di Paglià Pizza e Fichi, insegna nata nel 2020. Già dal nome scelto per questa pizzeria, Paglià, si possono cogliere idee e valori da cui ha preso spunto questo progetto, per come ce li racconta uno dei soci fondatori, Graziano Neroni.
«Il nome Paglià deriva dal luogo in cui ci troviamo, Pagliare, troncato sull'ultima sillaba, con l'accento, per dare musicalità, ma anche per richiamare il nostro dialetto. Il logo, con i due archi che si incrociano, è ispirato alle "pagliare", antichi depositi dei contadini lungo il fiume Tronto, creando un collegamento diretto con il grano: la grafica infatti è ispirata a una spiga». Questo legame con la tradizione agricola locale è un elemento distintivo della pizzeria, che si riflette anche nella scelta dei materiali e nell'arredamento.
La proposta gastronomica di Paglià è strettamente legata ai lievitati, con tre diversi impasti, la pizza fritta, la pizza quadrata e la pizza rotonda: «La pizza fritta è soffice e idratata, l'impasto della pizza quadrata è iper-idratato e viene realizzato con farine biologiche di un mulino locale e una parte di miscuglio evolutivo Ceccarelli, che coltiviamo nei nostri terreni. Questa cura nella scelta degli ingredienti garantisce un prodotto di alta qualità, caratterizzato da una consistenza croccante e friabile, ideale per supportare i diversi topping. La pizza rotonda, invece, si ispira alla tradizione napoletana, ma è una nostra interpretazione di quello stile: il nostro principale obiettivo è portare a tavola un impasto con un morso morbido e scioglievole».
Delle tre declinazioni della pizza, Quadra è anche quella in cui si esprime al massimo la creatività di Paglià: «E' un vero tentativo di applicare le tecniche di cucina alla pizza: i topping si basano molto su creme e mousse che vengono appoggiate sulla pizza, prestando attenzione ai processi di ossidazione per mantenere i colori e i sapori originali. Tutti i prodotti che usiamo, tranne la salsa di pomodoro e pochissimi altri, vengono trasformati da noi, per un menu che cambia stagionalmente, ma non in modo fisso. Man mano che sono disponibili i prodotti, modifichiamo le pizze presenti in carta, nel rispetto dei tempi della natura». Se il rapporto con il territorio è un elemento centrale dell'identità di questa insegna, il chilometro zero non è un imperativo: «Vogliamo poterci approvvigionare della migliore mozzarella, della migliore fontina o del miglior pomodoro, anche se questo ci allontana dal nostro territorio: puntiamo sul "chilometro buono"».
Tutte le notizie sul piatto italiano più copiato e mangiato nel pianeta
di
A cura della redazione di Identità Golose
La brigata del Nostrano al completo (da sinistra a destra): Raffaele Duranti, Christian Battistuta, Luca Sanseverino, Stefany Piga, lo chef Stefano Ciotti, Alex Comparin, il sous-chef Fabio Pellizzaro, il maître Ion Chelici
Uno dei piatti proposti da Daniele Citeroni Maurizi all’Osteria Ophis, a Offida
La pizzeria Big Ben si trova in corso Vittorio Emanuele II 61, a Urbania (Pesaro Urbino)
I protagonisti della galassia pizza, dai grandi maestri alle nuove giovanissime leve, le migliori insegne d’Italia e nel mondo, le novità della nostra Guida alle Pizzerie e cocktail bar d’autore, focus tecnici e approfondimenti, ma anche la forza dell’identità affidata al timbro unico di un impasto: Mondo Pizza è questo e molto altro ancora