16-07-2006

Osaka che bontà

Milano Naoko Aoki è la titolare del migliore ristorante giapponese di Milano, l’Osaka in corso Garibaldi, che si sviluppa su due livelli e va un po’ cercato tra via Palermo e largo La Foppa. Come spesso accade quando si ha a che fare con una realtà fedele allo spirito di casa sua, bisogna armarsi di pazienza per capire bene il menù, che va ben oltre l’immancabile parata di sushi e sashimi, e si addentra negli autentici riti del Sol levante, compreso quello di portarti le pietanze tutte assieme. La cosa in sé è corretta, solo che noi italiani non ci siamo abituati, anche perché la carta è articolata in più voci, antipasto compreso, e avere allo stesso tempo un sushi misto, freddo, e un Teriyaki di pollo, caldo, ti porta facilmente a chiederti cheffaccio ora? Siamo in estate e l’Osaka ha un merito extra: non chiude per ferie, giusto di lunedì ma solo fino a quando non arriverà il nuovo secondo cuoco, che permetterà al principale di tirare il fiato. Le proposte spaziano lungo un arco molto vasto: Calamari crudi in salamoia, Lonza di maiale alla griglia con salsa piccante, Tonno tartar con porro e insalata di avocado, Polpo marinato alla Miso, Anguilla grigliata, Pompelmo farcito al gratin (gamberetti, capesante, asparagi e cipolla), Sukiyaki (filetto di manzo cotto a tavola), Maiale con melanzane, carote e taccole e via di bontà in bontà. Non è tutto: nel luglio di tre anni fa, proprio all’Osaka si costituì l’Associazione italiana ristoratori giapponesi. In città ne avevano contati 54 ma solo undici, ricorda Naoko Aoki, «sono da considerare puri, in quanto unicamente loro continuano la vera tradizione culinaria avendo alle dipendenze personale giapponese, preparato e diplomato nelle migliori scuole o cucine del Giappone». Splendida iniziativa, anche se poco reclamizzata. In effetti tanti cinesi si riciclano giapponesi in una notte, senza andare oltre sushi e sashimi che sarebbe come considerare una pizzeria la fotografia dell’intera cucina italiana. Mi fa anche piacere riportare l’ultimo punto dello statuto: «Rientra nella moralità commerciale del ristorante che intende associarsi, impiegare personale in regola, rispettare le leggi in materia di lavoro e igienico-sanitario, sicurezza e le norme tributarie e fiscali». Io aggiungerei l’obbligo di avere un secondo resposnabile in sala che parli bene l’italiano perché chi non è nato a Kyoto o a Sapporo possa ordinare dopo aver colto le varie opportunità offerte dalla carta. E per saperne di più sul Giappone a tavola: http://www.nipponico.com. .

OSAKA
corso Garibaldi 68 MILANO Telefono: 02.29060678
Chiusura: lunedì (in estate) Ferie: mai
Prezzi: sashimi 11/26 euro, sushi 5/11, antipasti 5/12, piatti principali 12, dessert 8
Coefficente di difficoltà: buono, autentica cucina giapponese

Cibi Divini

I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it

Paolo Marchi

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Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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