07-01-2024
Assaggi al Milano Whisky Festival. Foto Daniele Cattaneo
Maggiorenne, con una coerente e crescente attenzione all’indipendenza. L’anno appena chiuso rafforza questa consapevolezza al Milano Whisky Festival & Rum Show, che ha celebrato una diciottesima edizione travolgente, sia per numeri sia per qualità e varietà di espositori. Tra questi ultimi, appunto, sempre più produttori indipendenti, storie che possano affacciarsi e trovare una vetrina di riferimento in grado di proiettarle in tutt’Italia e non solo. Insomma, la scintilla nata da una vacanza in Scozia di due amici, Giuseppe Gervasio Dolci e Andrea Giannone, è ormai un fuoco intenso e costante che richiama il pubblico a Milano.
Al Palazzo delle Stelline – al suo bis come location, azzeccata per la crescita della manifestazione e già confermata per il 2024 - 4.900 ingressi nell’evento e tanto entusiasmo. Con un motivo d’orgoglio: «Milano è stata la nascita del movimento del whisky in Italia – ricorda Giuseppe Gervasio Dolci – Abbiamo iniziato nel 2006 con il festival, ma già nel 2002 facevamo degustazioni milanesi. Oggi sì, abbiamo un pubblico molto maturo e si riunisce un popolo di gente sana che apprezza il buon bere e il whisky». Colpisce in effetti quanto sia variegata, e preparata, la folla che si presenta all’appuntamento. Obiettivo, «conoscere sempre di più – prosegue Giuseppe – Abbiamo avuto 31 eventi, nei tre giorni tra masterclass e seminari; il sabato erano tutti esauriti, la domenica e il lunedì abbiamo riempito per l’80%».
La chicca citata è proprio la presenza di «imbottigliatori indipendenti, con prodotti di qualità e molto ricercati». Se la Scozia è la musa indiscussa, qui si è potuto ancora una volta attraversare il mondo. Con l’Italia che ha fatto la sua parte in scioltezza: «Sì, l’altra novità è stata la presenza di 4 distillatori italiani». Interessante la sarda Exmu, ovvero ex mungitura. Nel 2019 è stata inaugurata la distilleria, con un tradizionale alambicco in rame, diventando il primo birrificio sardo che distilla la propria birra. Ecco allora la linea di gin, nonché di whisky: per produrlo, il distillato di cereali viene fatto maturare almeno tre anni in botti di rovere.
Distilleria di whisky... all'italiana. Qui Psenner a Termeno sulla Strada del Vino (Bolzano)
Distilleria di whisky... all'italiana. Exmu a Sassari
Distilleria di whisky... all'italiana. Puni a Glorenza (Blzano)
Distilleria di whisky... all'italiana. Strada Ferrata a Seregno (Monza Brianza)
Da rammentare che questo è sì il festival del whisky, ma anche degli spirits in generale e trova il suo meritato spazio il rum. «Un mondo più sfaccettato, di qualità – rileva Gervasio Dolci – Ad esempio, avevamo The Colours of rum, selezionatore di ottimi imbottigliamenti». Poco prima di Natale, si è svolto anche il Christmas Gathering e il 2024 si apre già con un primo calendario di degustazioni. Per continuare a condividere la conoscenza e la gioia del whisky, fino al prossimo festival: stessa cornice, data da fissare nel medesimo periodo a cavallo tra novembre e dicembre.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
responsabile de l'Informazioneonline e giornalista di Frontiera - inserto de La Provincia, scrittrice e blogger, si occupa di economia, natura e umanità: ama i sapori che fanno gustare la terra e le sue storie, nonché – da grande appassionata della Scozia – il mondo del whisky
Zhang Le ha presentato la sua personale linea di whisky
Un'immagine di Otaru, sulla costa dell'Hokkaidō