30-08-2023

Bollicine per salutare l'estate: dodici etichette consigliate dai nostri esperti

La redazione di Bollicine del Mondo presenta sei bottiglie italiane e sei straniere (con una sorpresa): storie di vigne e di territori che danno vita a sorsi emozionanti

«Diavolo di un Luca Turner», scrive Paolo Marchi presentando la Newsletter numero 37 di Bollicine del Mondo, di cui proponiamo il contenuto anche qui. Per poi spiegare la sua esclamazione: «Per questa newsletter dedicata alle bollicine dell’agosto 2023, ha scovato una rarità che arriva addirittura dal Vietnam, per l’esattezza lo Sparkling Red Wine Chateau Dalat, un Metodo Martinotti figlio di quando il Paese era una colonia francese. Le altre undici schede fissano le qualità di altrettante bottiglie che rappresentano tutte delle novità legate alla seconda edizione dell’applicazione Bollicine del mondo. In tutto sono sei notizie italiane e cinque straniere, sei con la recensione sul rosso vietnamita. Importante: come in tutti i precedenti casi, anche in questa uscita tutto il recensito è acquistabile in rete, nessun scheda è un esercizio fine a se stesso».

Come sempre vi ricordiamo, se volete rimanere sempre aggiornati sulle migliori bollicine italiane e internazionali, di iscrivervi alla newsletter qui e di scaricare la nostra app Bollicine del mondo. Buoni brindisi.


Spumante Metodo Classico Brut “Mata” Rosé - Villa Matilde Avallone, Campania

La storia della cantina comincia negli anni Sessanta con Francesco Paolo Avallone, avvocato e appassionato cultore di vini antichi che, incuriosito dai racconti di Plinio e dai versi di Virgilio, Marziale e Orazio sul vinum Falernum, decise di riportare in vita proprio il leggendario vino scomparso al principio del secolo scorso. Oggi Villa Matilde è l’azienda che più di altre può essere considerata a diritto il simbolo della rinascita del Falerno del Masico. Attualmente la cantina è guidata dai figli di Francesco, Paolo, Maria Ida e Salvatore Avallone, che proseguono il sogno e il progetto del padre, raccogliendone l’importante eredità e spingendosi dall’Ager Falernus fino alla provincia di Avellino con nuove vigne, nuovi progetti e vini che raccontano l’identità forte della Campania Felix. Lo spumante metodo classico Mata Rosé nasce da uve aglianico e resta a contatto con i lieviti per minimo 48 mesi. Un vino dalla veste rosa chiaro e luminoso, che si apre in degustazione con intensi profumi di fragoline di bosco, mela Stark e melograno, richiami di scorza di agrumi candita e sbuffi di glicine e violetta. Il sorso è fresco, di buona struttura, con finale avvolgente e setoso; uno spumante dalla sorprendente finezza grazie alla cremosità aggraziata delle bollicine.
Adele Granieri


Champagne Grande Tradition - Maxime Blin, Champagne | Francia

Una volta a Reims, dopo aver visitato la famosa cattedrale, i camminatori più incalliti provenienti da sud, proseguono sul percorso della Via Francigena che, verso nord ovest, attraversa il Massif de Saint-Thierry, la zona più a nord della Champagne, con la sua rigogliosa foresta. In uno dei comuni ai piedi del Massif de Saint-Thierry, precisamente nel villaggio di Trigny, è radicata l’esperienza del vigneron indépendant Maxime Blin. Maxime ha la sua linea di Champagne da quando aveva venti anni ed è tuttora tra i più giovani vignaioli della regione. Partì infatti, giovanissimo, già nel 2007, con le sue Cuvée, ottenute selezionando le uve nei vigneti di famiglia, radicata a Trigny da tre generazioni (dagli anni Cinquanta). Si lavora su circa 13 ettari (5 di Pinot Noir, 4 di Meunier, 4 di Chardonnay) per arrivare a una cospicua gamma di Cuvée dallo stile rifinito, ricco e solare. Ci ha colpito per essenzialità e finezza lo Champagne Brut Grande Tradition, in prevalenza Chardonnay (90%) con un saldo di Pinot Noir: dopo tre anni di maturazione sur lie, si presenta cremoso e ricco per effervescenza, con profumi di scorza d’arancia candita, pain d’épices, sesamo tostato e frutta gialla, equilibrio sul giusto binario e corpo congeniale ad aperitivi, brunch e menu a tendenza vegetariana.
Monica Coluccia


Erbaluce di Caluso Metodo Classico "Masilé" - La Masera, Piemonte

Non c’è dubbio che “complessità”, insieme alla vena di sapidità, sia la parola chiave della produzione di bollicine nel Canavese, con l’Erbaluce di Caluso. Se mai ce ne fosse bisogno, ne abbiamo avuto la conferma assaggiando questo Masilé Erbaluce di Caluso Metodo Classico. Annata 2015, 60 mesi di affinamento sui lieviti, è un vino che si sviluppa molto bene al naso, con appunto complessità e ricchezza, ma che in bocca non si appesantisce e quei profumi più rotondi al naso si trasformano in un piacevole equilibrio, dettato da una spiccata e mai invadente sapidità. Si tratta di un’azienda giovane, nata da un gruppo di amici che si è ritrovato nel 2005 con la volontà di tornare a valorizzare questo territorio. Anche il nome è una dichiarazione d’amore a questa terra e alle sue tradizioni: le “masere” sono storicamente i grossi muri di pietra che demarcano i campi, «esattamente come quello che sostiene nel suo terrazzamento il primo terreno acquistato per avviare la nostra produzione di Erbaluce», spiegano i produttori. «La nostra filosofia è di produrre vino di qualità, autentico e leale, coniugando il buon senso ereditato dai “nonni” con le migliorie messe a disposizione dalla scienza e tecnica dei giorni nostri». Il risultato, almeno con questa bollicina, è apprezzabile.
Raffaele Foglia


Moscato d'Asti Docg "Casa di Bianca” - Gianni Doglia, Piemonte

Un piccolo appezzamento storicamente noto come Casa di Bianca, a 300 metri di altezza nella località di Castagnole delle Lanze, dà il nome al vino che rappresenta la migliore selezione del Moscato di Gianni Doglia, azienda a conduzione famigliare nel cuore della Langa Astigiana e del Monferrato. Le uve vengono selezionate durante la raccolta e poi pressate delicatamente per ricavare esclusivamente il mosto fiore. La particolarità di questo Moscato è però la permanenza per almeno sei mesi sui lieviti, dopo la maturazione. Una scelta che porta questo vino sul mercato quasi un anno dopo i tipici Moscato d’Asti, lavorando però sulla complessità del profilo gustativo. Ne risulta un Moscato caratterizzato da una tensione e una verticalità inaspettate, che vanno ad arricchire e bilanciare le note caratteristiche del vitigno, regalando un sorso rinfrescante e articolato, ben oltre gli stilemi del tipico vino da dessert.
Giulia Corino


Spumante Brut Rosè “PRIMO” - Varvaglione 1921, Puglia

Dal 1921 i Varvaglione conducono un’azienda che rappresenta un’eccellenza della Puglia enoica. Una masseria fiabesca alle porte del Salento, dove Cosimo Varvaglione con la moglie Maria Teresa crea vini territoriali. Oggi, in cantina, ci sono anche i figli Marzia, Angelo e Francesca: si occupano rispettivamente di marketing e agronomia monitorando la campagna e la produzione. L’imprenditorialità non ha dimenticato le tradizioni e il recupero di vitigni autoctoni salentini come il Primitivo, il Negroamaro, senza scordare la Malvasia nera e bianca e la Verdeca. La bollicina metodo Martinotti Rosè PRIMO è uno spumante semplice creato con Primitivo, Negroamaro e Verdeca. Un trittico di vitigni molto diversi tra loro, ma complementari in questo spumante: la Verdeca, una varietà a bacca bianca, in passato veniva impiegato come base per vini dolci o per i vermut. Proprio i Varvaglione hanno deciso di valorizzare questo vitigno con risultati molto interessanti vista la vena sapida che lo caratterizza. Primo Rosé è una bollicina fresca che colpisce per una semplicità di beva esaltata da sentori di melograno e lampone. Un sorso delicato, con un lieve tocco di sapidità sul finale. Rosato, perfetto per un aperitivo made in Sud, ma sfidante con il sushi e la cucina asiatica.
Cinzia Benzi


Champagne Brut Grand Cru - De Saint Gall, Champagne | Francia

Per l’appassionato, De Saint-Gall significa da sempre Blanc de Blancs. Una linea, questa, che culmina appunto con l’Orpale, che rappresenta il secolare legame dello Chardonnay col terroir di Avize e, in generale, con tutta la Côtes des Blancs. Qui, se l’Union Champagne regna sovrana (si tratta di una costellazione di cooperative, nata nel 1968, con l’intento di condividere il mestiere della terra su tutti i suoi 1.400 ettari), un unico uomo, lo chef des caves Cédric Jacopin, realizza oggi un piccolo gioiello sovversivo, visto che si propone di interpretare tutte le profondità e le sfaccettature del Pinot Noir proveniente dai Grand Cru di Bouzy e Ambonnay. Nasce così So Dark 2015, uno Champagne dove il 20% di Chardonnay ha l’unico ruolo di enfatizzare, per contrasto, la struttura del Pinot Noir di questi due villaggi straordinari, ovvero capaci di esprimersi tanto in generosità, quanto in complessità soprattutto attraverso l’evoluzione. Dopo oltre 6 anni sui lieviti la vinosità che traccia il carattere primario della cuvée prende corpo e volume nella materia ancora viva, presente e palpitante del frutto, teso con slancio da una spina dorsale sapida e soprattutto speziata. Molto gastronomico.
Andrea Grignaffini


Champagne Clos Lanson 2009 - Lanson, Champagne | Francia

Il Clos Lanson è elaborato con le uve provenienti da una parcella di un ettaro piantata a Chardonnay sulle cantine Lanson a Reims. Un vero clos cintato da mura di cui la metà fu piantata nel 1962 e un’altra metà nel 1986 dopo la famosa gelata del 1985. Il terroir è costituito da craie del cretaceo superiore. Fu nel 2006 che Philippe Baijot, al tempo presidente della Maison, decise di vinificarlo a parte. Viene coltivato in biodinamica, applicando i principi della fertilità del suolo. Il Clos beneficia di un microclima particolare, godendo di una temperatura più elevata che in piena campagna, così le uve maturano più rapidamente. La fermentazione alcolica viene svolta in barrique da 225 litri e 300 litri provenienti dalla Foresta delle Argonne, senza svolgimento della malolattica con un affinamento sui lieviti di circa 9 anni e un dosaggio dopo il dégorgement di 3 g/l. Il Clos è un grande vino nello stile Lanson. All’olfatto esprime dei profumi fruttati eleganti di pesca bianca e ananas, un fresco bouquet floreale, sentori speziati e vanigliati, erbe aromatiche e una nota fumé. Al palato è voluttuoso, con una texture gessosa, una freschezza agrumata e delle note iodate che apportano una gradevole salinità nel finale lungo e persistente e una lunga persistenza minerale.
Manlio Giustiniani


Rive di Collalto Valdobbiadene Docg Extra Dry - Borgoluce, Veneto

La produzione di Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg è una delle tante meravigliose attività di Borgoluce. Più che un’azienda agricola, Borgoluce è un mondo: 1.000 ettari nelle colline trevigiane tra Venezia e le Dolomiti, con alle spalle una lunga storia, intrecciata in modo indissolubile al territorio, alla sua toponomastica, alla sua cultura. Alla base di ogni atto la sfida del mantenimento della biodiversità e dell’equilibrio ambientale, un’economia circolare nutrita quotidianamente dall’impegno di uomini e donne che curano ogni passaggio delle filiere, partendo dai campi e arrivando alla tavola. Una famiglia orgogliosa quella di Ninni e Caterina di Collalto, insieme alla madre Trinidad e al marito di Caterina, Lodovico Giustiniani. Prodotti di qualità eccelsa, dalle carni ai formaggi, dalle coltivazioni al vino, che travalicano il concetto stesso di biologico. Borgoluce è immensa per dimensioni e filosofia, energeticamente e idealmente indipendente. Il Rive di Collalto Valdobbiadene Docg Extra Dry è la punta di diamante della produzione enologica, da uve Glera coltivate sulle ripide rive delle colline di Collalto. La fragranza e la piacevolezza dipingono un sorso sapido, fruttato, dopo aver goduto di eleganza e delicati profumi floreali.
Bruno Petronilli


Crémant Saar Riesling Brut 2018 - Peter Lauer, Germania

Si riesce a restare indifferenti di fronte al fascino dei Riesling tedeschi? Vini che coniugano il lato più accogliente e solare dell’uva, con viperine acidità glaciali in grado di veicolare questi portentosi liquidi in invecchiamenti decennali. Magnetismo che aumenta se questi bianchi provengono da vigneti Grosses Gewächs (equivalenti ai Grand Cru francesi) come il Kupp, sito mitologico di Ayl lungo le sponde del fiume Saar: documentato a vigneto già in epoca napoleonica, è un po’ la casa fatta vigna della famiglia Lauer. Oggi è Florian a proseguire il sentiero tracciato già agli inizi degli anni ‘30, con una visione improntata all’esaltazione delle parcelle, alla sottolineatura del carattere del Riesling senza alcun interventismo, né in vigna né in cantina. Il Crémant 2018, dosato come Brut per bilanciare la fisionomia del millesimo, ha un olfatto di tipicità straordinaria: la freschezza del lime e del kiwi, le tinte gialle della pesca e dell’albicocca sfumate verso il mandarino; non mancano la pietra focaia e l’idrocarburo, che trasportano la mente direttamente a quei vigneti dalle pendenze spaventose. Il sorso è goloso e di bilanciata dolcezza, prima che giunga una lunga scudisciata acida a chiudere e a far domandare come mai il calice sia già vuoto. Kupp über alles!
Alessio Pietrobattista


Mediterraneo - Bajta Salez, Friuli

Fattoria carsica a pochi minuti da Trieste, Bajta Salez accoglie i propri ospiti in un ambiente suggestivo, con pietre del Carso a vista, travi in legno e grandi vetrate sulla natura. Oltre all’agriturismo e agli alloggi, Bajta Salez vanta un’ampia produzione tra salumi, insaccati, olio, miele, conserve, birra e anche vino. Le sei etichette prodotte parlano del terroir attraverso i vitigni tipici come la Vitovska, il Terrano e la Malvasia, raccontando di un terroir composto da terra rossa e roccia calcarea e di un territorio influenzato dalla vicina presenza del mare, sferzato spesso dalla bora. Il Mediterraneo, il Metodo Classico di Bajta Salez, è il racconto dei profumi della regione. La lavorazione della Malvasia Istriana, utilizzata in purezza, esprime aromi erbacei, grande freschezza e mineralità. L’attacco in bocca lascia spazio ai sapori di frutta bianca e fiori di tiglio, con una leggera sapidità. Diretto, fresco e senza sovrastrutture. Stefania Oggioni


Sparkling Chenin Blanc + Viognier - Pine Ridge Vineyards, California - Napa Valley | USA

Fondata nel 1978 da Gary Andrus, Pine Ridge Vineyards ha sede nel distretto di Stags Leap della Napa Valley in California, e conta circa 64 ettari vitati, rinomati ai più per la produzione di vini da uve Cabernet Sauvignon in purezza. In tale contesto ci ha quindi (positivamente) stupito scoprire un metodo Charmat, derivato dalla versione non spumantizzata creata come imbottigliamento sperimentale nel 1985 dal fondatore della cantina, a base di Chenin Blanc e Viognier provenienti dal Delta del Sacramento - San Joaquin, del cui clima marittimo entrambi i vitigni traggono un particolare beneficio. Un assemblaggio nato per gioco e divenuto nel tempo un vero e proprio progetto autonomo di cui è attualmente responsabile - dalla selezione delle uve, alle decisioni di raccolta, al monitoraggio delle fermentazioni, alla miscelazione e all’imbottigliamento - Colleen FitzGerald, entrata in azienda come enologa nel 2015. La versione spumante coniuga egregiamente la freschezza e le note fruttate (mela, pesca, albicocca) dello Chenin Blanc alla morbidezza e al bouquet floreale e speziato (fiori di limone, acacia, pepe bianco) del Viognier. Un caleidoscopio di aromi che, veicolato da un’effervescenza fine e cremosa, conquista il palato con armonia, eleganza e persistenza.
Luca Torretta


Sparkling red wine "Chateau Dalat", Vietnam

Il Vietnam è un paese che merita di essere visitato. Ha dei paesaggi e dei luoghi che possono competere senza rivalità con i paesi più “desiderati” dai globetrotter e da chi, i viaggi, li usa non tanto per cultura, quanto per ricaricarsi di energie positive. Il Vietnam l’ho scoperto dalla storia e dalla cinematografia, che lo ha rappresentato sempre associandolo alla parola guerra. I giovani, per fortuna, non lo connotano più così; forse sanno a malapena dove collocarlo geograficamente. Ma ai nostri fini l’importante è altro. Il Vietnam è un ex protettorato francese e guardando alle buone cose che i francesi sono soliti fare nelle loro colonizzazioni, si trova facilmente qualche buon vitigno piantato in zone ben scelte. È il caso di questo sparkling che gode del savoir bien faire francese in vigna, unito al nostro italianissimo metodo Martinotti in cantina. Un sapiente connubio che si risolve in un vino con un naso di frutta rossa a dir poco esplosivo. Palato fresco, effervescente, vibrante anche se corto. Un vino che non ti aspetti, ma che è in grado di sorprendere e rallegrare tanto un aperitivo, quanto una cena di ottima cucina vietnamita.
Luca Turner


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Identità Golose