06-01-2023
La nuova immagine di Val di Suga, con il logo rinnovato
Tre versanti, tre espressioni diverse di Montalcino, che si incontrano nella produzione di Val di Suga. «Vogliamo raccontare le differenti zone di Montalcino» ha raccontato l’enologo Pietro Riccobono.
E ora anche una nuova veste, un rebranding che rappresenta il percorso intrapreso negli ultimi dieci anni di attività, alla ricerca di una maggiore maturità stilistica e un’identità maggiore.
«Il nuovo logo – spiega Riccobono – rappresenta il nostro orgoglio e racconta anche le nostre vigne». Si tratta infatti di uno stemma con al centro la sigla Vds (Val di Suga) e con le foglie di vite che idealmente rappresentano la posizione delle tre vigne sul territorio di Montalcino.
La cantina si affaccia sul lago dell'omonima vigna
Val di Suga, in totale, può contare su 51,5 ettari di vigneto: 15 nell’area vicino alla cantina, a Vigna del lago, 18,5 a Poggio al Granchio e il resto nella zona di Vigna Spuntali, a sud. «Inoltre ci sono state due rivoluzioni – ha spiegato Riccobono – Per prima cosa è stato drasticamente diminuito l’uso del legno. Inoltre è stata migliorata la pigiatura, in fase di vinificazione».
Ma molto è stato fatto anche sui terreni: per esempio, Vigna del lago è stata reimpiantata nel 2006. «Le vigne sono molto più curate, l’85% del lavoro è qui» ribadisce l’enologo.
Vigna Spuntali, un altro dei cru di Val di Suga
Il Brunello di Montalcino 2018 va proprio nella direzione dell’equilibrio. «Abbiamo le vigne giuste, le tre colline diverse influiscono per trovare il giusto bilanciamento. Inoltre abbiamo tolto molte barriques, che influivano troppo nel vino». In un’annata non facile, come la 2018, il Brunello di Val di Suga riesce a trovare la “quadra”, raggiungendo una buona complessità al naso, anche se con delicatezza, note floreali e di frutta matura, e un sorso teso e netto, abbastanza lungo.
Dal Rosso, al Brunello fino ai Cru: le bottiglie di Val di Suga
Poggio al Granchio, invece, si trova a Sud-Est, e dà un vino (annata sempre 2018) con un’espressione più intensa e di maggiore complessità, senza perdere l’eleganza. Al sorso è profondo e lungo.
«Vigna Spuntali, invece, è la zona che ha bisogno di più tempo – spiega ancora l’enologo Riccobono – Per questo motivo l’annata 2018 non esce ora, ma aspetterà un altro anno». E anche l’etichetta sarà diversa, per far comprendere questo aspetto.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
a cura di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
La Voce di Biondi-Santi racconta ogni anno i vini in uscita sul mercato e una parte di storia della cantina di Montalcino
Bernardino Sani e Alessandra Angelini presentano i vini di Argiano e Altesino
Val di Suga e il progetto iniziato 10 anni fa per la valorizzazione delle singole vigne