24-11-2022
Michel Thoulouze con il suo vino Orto di Venezia
Michel Thoulouze si è allontanato dal mondo dei media da qualche anno: lui, manager televisivo, in particolare di Canal Plus, ha scelto tutto un altro spettacolo, quello di Venezia e della sua laguna. Dedicandosi a fare vino.
Dalla tv alla terra, il risultato non cambia: un successo. «Sull’isola di Sant’Erasmo avevamo comprato una casa che era un rudere – racconta – Ma mia moglie voleva una piccola casa con una grande vista. Poi i contadini della zona mi hanno detto che avevo comprato la migliore terra dell’isola. Ho quindi scoperto un’antica mappa nella quale, esattamente sul punto dove c’è il mio terreno, veniva indicato un “vigneto del Nobiluomo”».
Il vigneto e in lontananza il centro di Venezia
Ma Michel Thoulouze, per sua stessa ammissione, non aveva la minima idea di come si potesse fare vino. «Così ho chiamato i miei amici in Bourgogne. La loro prima reazione è stata: “Sei pazzo?”. Poi però si sono detti che in Europa non c’era un vino così “nuovo” come poteva essere il mio. Quindi arrivò Claude Bourguignon, con la moglie Lydia, che oltretutto lavoravano come agronomi anche per Romanée Conti. E c’erano anche i consigli dell’amico Alain Graillot, un uomo dal palato eccezionale, scomparso tre anni fa».
Malvasia Istriana e Vermentino contribuiscono alla realizzazione di questo vino
Se la televisione, per certi versi, è tutta una “messinscena”, Thoulouze ha ribaltato questa visione: fa tutto il terreno, il vigneto. Non c’è nulla di “costruito”. «L’idea di partenza era di fare un grande vino bianco da invecchiamento. Noi, per scelta, usciamo sempre almeno due anni dopo la vendemmia. In cantina non facciamo praticamente… niente di niente, fa tutto la natura. In realtà quest’anno vogliamo fare una prova con una botte usata che arriva direttamente dalla Bourgogne».
La piccola cantina sull'isola di Sant'Erasmo
Le varietà coltivate nei 4 ettari di vigneto (la tenuta conta 14 ettari totali di terreno) sono la Malvasia Istriana e il Vermentino. «Una varietà dà una mano all’altra – specifica Thoulouze - il Vermentino è più aromatico, la Malvasia Istriana conferisce più struttura. Il 60% dei vigneti è a Malvasia, il 40% a Vermentino: poi, sui quantitativi prodotti, la natura fa il suo corso».
Il vigneto si affaccia sulla laguna
Il vino – annata 2018 - ha un colore brillante, particolarmente vivo, con un naso in continua evoluzione nel bicchiere, che varia dal floreale, alla frutta bianca, alle erbe aromatiche, e anche un po’ di spezia dolce. In bocca è ottimamente sostenuto dall’acidità, ha una nota iodata e una grande lunghezza. Splendida la bevibilità.
Michel Thoulouze durante la nostra recente visita a Venezia
Se poi si ha la fortuna di trascorrere qualche ora in sua compagnia, davanti a un buon bicchiere di vino, Michel Thoulouze apre il suo armadio dei ricordi, con aneddoti del mondo della televisione, con i tanti personaggi famosi con i quali ha fatto amicizia. Ma questa è tutta un’altra storia…
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.