24-07-2022
I vigneti di Nals Margreid: «Siamo benedetti dalla mano di Dio»
«Piacere, Nals Margreid. Nals è il nome, Margreid il cognome». Sorride, Gottfried Pollinger, direttore della cantina cooperativa altoatesina, raccontando proprio l’evoluzione storica (ma anche produttiva) di questa importante realtà.
La parola chiave è proprio evoluzione. «Questa è sempre stata la nostra idea – ha ribadito Pollinger – Partendo da un fattore fondamentale: il territorio. Qui siamo stati benedetti dalla mano di Dio…»
La cantina Nals risale addirittura al 1764, ma in realtà solo 90 anni fa, nel 1932, un gruppo di viticoltori formato da 32 famiglie decisero di costituire la cooperativa. Nel 1985, poi, ci fu la fusione con la cantina Margreid. Attualmente si tratta di una realtà da 138 soci, con un totale di 160 ettari. La produzione si concentra sui vini bianchi, per il 70%, mentre i rossi ricoprono il restante 30%.
Gottfried Pollinger, direttore di Nals Margreid
Ma soprattutto c’è una grande varietà di terroirs: «Ci sono vigneti da Merano a Salorno, con altitudini variabili dai 200 fino anche ai 900 metri, con una grande differenza di territori. Abbiamo grandi escursioni termiche: il Sauvignon predilige la collina, per il Pinot Bianco saliamo in montagna, mentre il Lagreinviene coltivato più in basso».
Il Pinot Bianco Sirmian, vino di grande eleganza
Il focus è comunque sui vini bianchi, che rappresentano al meglio la filosofia di Nals Margreid. Il Sauvignon, per esempio, viene coltivato attorno alla cantina: «Per noi l’importante è che sia tipico, ma non esagerato. Sapido e con una certa acidità». L’ingresso nel mondo dei bianchi della cantina altoatesina è certamente più che incoraggiante.
Il Pinot Bianco Sirmian è invece espressione di eleganza e finezza: «Lo abbiamo prodotto per la prima volta nel 1971 – sottolinea Gottfried Pollinger – ed è un vino per noi molto importante, che ha ricevuto moltissimi riconoscimenti, tra cui i Tre Bicchieri del Gambero Rosso per 14 volte di fila. Il vigneto Sirmian, nome di origine romana, ha terreni molto mescolati, con un’altitudine tra i 550 e gli 800 metri sul livello del mare». Il Pinot Bianco dimostra il suo grande potenziale: il Sirmian è profondo, lungo, e “strizza l’occhio” alle possibilità di affinamento, anche per diversi anni.
Una suggestiva immagine della cantina
Ma Pollinger ci tiene anche a un altro aspetto: «Noi siamo viticoltori uniti con la natura – spiega – e facciamo pochissimi trattamenti. Non facciamo biodinamica, quella è solo una questione di marketing a cui non teniamo».
I vini in degustazione
Si tratta di un Sauvignon che stupisce per freschezza e intensità: la tipicità del vitigno esce ma non è soverchiante, ma diventa uno dei tasselli di un mosaico aromatico complesso. Al sorso, poi, la sapidità sorregge una struttura importante.
L'ultimo progetto si chiama Nama
Si tratta della conferma della vocazione “bianca” di Nals Margreid, dove c’è un livello altissimo di qualità. Alla fine conta poi il gusto personale: ognuno può scegliere l’espressione che più gli si addice, anche in base all’abbinamento con il cibo. Nel caso della nostra degustazione, ottimo l’affiancamento di questi vini ai piatti del ristorante Sine di Milano.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
di
giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
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Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.