09-11-2021

Fattoria dei Barbi: Montalcino e il Brunello, simboli di ospitalità, enogastronomia e cultura

La cantina, fondata nel 1790 e da sempre guidata dall’antica stirpe senese dei Colombini, è un esempio di continuità ed eccellenza italiana

L'amministratore delegato Stefano Cinelli Colo

L'amministratore delegato Stefano Cinelli Colombini

Fattoria dei Barbi con i suoi vini è da considerarsi uno dei capisaldi nella storia del Brunello di Montalcino, il rosso toscano che si distingue non solo per finezza ed eleganza, ma soprattutto per la storia e le tradizioni che racconta, oltre al forte legame territoriale che lo caratterizza.

Le storiche cantine, il caveau di vecchie annate - luogo affascinante dove sono custodite annate leggendarie - il Museo della Comunità di Montalcino e del Brunello, sono solo alcune delle perle che la Fattoria dei Barbi custodisce; luoghi che affermano con enfasi la cultura storica di queste terre.

Fondata nel 1790 e da sempre guidata dall’antica stirpe senese dei Colombini, presente a Montalcino dal 1352, la Fattoria dei Barbi è un esempio di continuità tra i pochi in Italia e unico nel suo genere a Montalcino, dove l’azienda produce Brunello dal 1892 e ha assistito fin dagli albori alla nascita del suo mito.

Le cantine storiche di Fattoria dei Barbi

Le cantine storiche di Fattoria dei Barbi

Oggi la proprietà è affidata all’amministratore delegato Stefano Cinelli Colombini e si estende su 325 ettari, di cui oltre 86 coltivati a vigneto, poi oliveti, campi a seminativo e boschi, con una produzione di ben quattordici etichette che spazia dalle 600mila alle 700mila bottiglie annue. Ai terreni e alle proprietà di Montalcino si aggiunge anche la tenuta Aquilaia dei Barbi a Scansano (GR), 102 ettari acquistati nel 1997.

L’accoglienza e l’ospitalità sono un ulteriore punto di forza, non solo per l’anfitrionico e colto Stefano Cinelli Colombini, impegnato nello studio di nuove tecnologie volte alla valorizzazione del Sangiovese, ma anche per la deliziosa Taverna dei Barbi, la realtà gastronomica che preserva e mantiene una cucina improntata sulle memorie del luogo, riproponendo pietanze originali nei sapori e affascinanti nel racconto delle stesse.

In questo angolo di Toscana si può vivere una vera e propria esperienza immersiva tra storia, vino, enogastronomia e cultura; una felice intuizione del nonno di Stefano, Giovanni Colombini, che ha visto la Fattoria dei Barbi già dal 1949 aprire le porte della propria realtà agricola ai visitatori.

La Fattoria dei Barbi quindi non solo una cantina, ma riprende il concetto di antica memoria di azienda agricola, proprio come l’aveva pensata nel 1938 Giovanni Colombini, un luogo in cui la viticoltura era integrata dalla produzione di cereali e olive e dall’allevamento di pecore e maiali, dove i prodotti grezzi venivano trasformati e venduti direttamente al pubblico, mentre i materiali di scarto venivano riutilizzati. Un’idea di economia circolare che anticipa di 60 anni una tendenza ultimamente in graduale crescita.

La collezione delle vecchie annate

La collezione delle vecchie annate

Ad oggi, mentre l’attività dell’allevamento non è più attiva, dopo un accurato ripristino degli impianti è tornato in vita il caseificio aziendale che, grazie all’attento lavoro dei giovani ed esperti casari sardi Salvatore Soddu e Angela Zizzi, è diventato operativo per servire la Taverna dei Barbi e la vendita diretta al pubblico. Nel piccolo e curato caseificio tra i prodotti - tutti a base di latte di pecora - prendono vita i “cacini”, le piccole forme da 330 g simbolo del Caseificio dei Barbi. Intriganti e originali quelli ubriachi con infiltrazione di vino, saporiti e coinvolgenti quelli al tartufo e quelli al pepe più tipici di Montalcino, non mancano quelli affinati nella pasta di olive e in foglia di noce, o ancora con pomodoro, fino a quelli nello ziro (l’orcio di terracotta senese).

Il Caseificio produce gli ottimi Cacini dei Barbi

Il Caseificio produce gli ottimi Cacini dei Barbi

Un affinamento che in media non supera i 45 giorni, ma che si prolunga per le forme più grandi e stagionate.

Grande attenzione viene posta alla scelta della materia prima, puro latte ovino proveniente da un gregge che pascola nei prati della Val d’Orcia. Le pecore, di razza sarda, sono allevate al semibrado, trascorrendo metà del tempo all’aperto e metà del tempo in stalla. Il latte che producono ha il giusto bilanciamento tra grassi e proteine, fattore che in fase di stagionatura restituisce tutti i profumi e le sostanze del terreno, dei fiori e delle erbe del pascolo. Dopo un giorno di riposo dalla mungitura, il latte viene portato in caseificio e pastorizzato per poi essere lavorato con caglio di vitello, a cui presto si affiancherà anche una lavorazione con caglio vegetale.

Come sottolineato da Stefano Cinelli Colombini: «L'obiettivo è quello di portare anche l’allevamento del gregge all’interno della Fattoria dei Barbi, per produrre con la nostra materia prima dai pascoli di Montalcino. Un’integrazione possibile anche grazie all’esperienza di Salvatore e Angela, provenienti da famiglie che da generazioni si occupano di pastorizia e produzione di formaggi, ma anche giovani, curiosi e sempre aggiornati su tecniche e novità del settore».

In merito alle referenze prodotte, il Brunello Riserva e la selezione Brunello Vigna del Fiore sono prodotti solo nelle migliori annate.

È il caso del Brunello di Montalcino Vigna del Fiore 1991, cru della Fattoria dei Barbi, ottenuto da un unico appezzamento di 5,7 ettari chiamato Il Fiore che ospita la vigna più a sud dell’azienda, coltivata a vite sin dal 1500. Affascinante già alla vista, esprime la sua grazia ed eleganza, le sue note olfattive di cedro, bergamotto e di agrumi si intrecciano con le note floreali non più fresche; soffi balsamici di eucalipto ne rinfrescano il sorso, abbracciando il palato accarezzandolo con piacevolezza.

Frutto di un’annata tra le più blasonate di questo borgo toscano, il Brunello di Montalcino 2016 della Fattoria dei Barbi, ha invece ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui i Tre Bicchieri della Guida Vini d’Italia 2022 del Gambero Rosso. Il Brunello di Montalcino Docg 2016 è un vino che gioca sull’eleganza piuttosto che sulla potenza. Il profilo olfattivo è dominato dalle note di frutta, dalla ciliegia al ribes nero, sottobosco e da suggestioni agrumate e speziate di pepe. Non mancano le tracce floreali in particolare di rosa canina. I tannini eleganti rendono il sorso seducente, lungo e morbido. Intrigante, seppur in divenire la sua anteprima 2017, con un piglio ancora giovane e fruttato che lascia presagire future soddisfazioni.

Quello della Fattoria dei Barbi è dunque un borgo di “contadini-non contadini” che si sono aperti al mondo con il loro celebre vino ma senza mai perdere il legame con il territorio.

 

Fattoria dei Barbi

Loc. Podernovi, 170

Strada Consorziale dei Barbi – Montalcino (SI)


In cantina

Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo

a cura di

Fosca Tortorelli

napoletana, classe 1978, architetto e sommelier Ais. Fa parte dei Narratori del Gusto e insieme al Centro Studi Assaggiatori di Brescia partecipa a panel di degustazione nel settore enogastronomico. Collaboratrice della rivista L’Assaggio, oltre che di altre testate, è membro delle Donne del Vino

Consulta tutti gli articoli dell'autore