02-05-2021
«Siamo stati tra i primi a credere nell’Etna e continueremo fortemente a puntare su questa denominazione».
Non ha alcun dubbio il COO di Firriato, Federico Lombardo di Monte Iato, che ha voluto anche sottolineare con forza la volontà della cantina di cercare di rappresentare a 360 gradi la viticoltura siciliana, nella sua complessità.
La cantina di Firriato sull'Etna circondata dai vigneti
«Nell’Agro di Trapani abbiamo una viticoltura di collina – racconta Federico Lombardo di Monte Iato – All’inizio degli anni 90 abbiamo puntato sull’Etna, per confrontarci con la viticoltura di montagna. Infine, dal 2017, abbiamo iniziato a lavorare a Favignana per una sfida con la viticoltura di mare. Inoltre, proprio perché siamo molto legati al territorio, l’80% dei vitigni coltivati nelle nostre tenute è autoctono».
Un momento della vendemmia
Ma torniamo sull’Etna, sulla Montagna. «L’Etna è un brand particolarmente riconosciuto, ed è una viticoltura di montagna. Praticamente è un continente all’interno del continente enologico siciliano. Siamo usciti con una prima annata di Etna Rosso nel 1994, utilizzando solo due ettari presi in affitto. Ora invece abbiamo 84 ettari di proprietà, dei quali 78 vitati e 65 in produzione. Ci concentriamo soprattutto a Nord, con 12 contrade differenti, con altitudini che vanno dai 540 ai 950 metri».
Una vite prefillossera nella contrada Verzella
I vini, appunto, a partire dal Sabbie dell’Etna Bianco 2020: «Noi vinifichiamo le uve dalle singole contrade separatamente – spiega ancora Federico Lombardo di Monte Iato – ma questo non è un vino di contrada, in quanto cerchiamo sempre un equilibrio bilanciando le caratteristiche delle singole contrade».
Il Sabbie dell'Etna bianco
Il Cavanera, invece, è un Etna Doc Bianco del 2018 che riposa per 6 mesi “sur lie” e per almeno 12 in bottiglia. «Le uve arrivano esclusivamente dalla Contrada Verzella, dove abbiamo piante antiche di almeno 50 anni. In questo caso puntiamo tutto sull’eleganza».
Il Cavanera viene realizzato con uve provenienti da tre contrade differenti
Infine c’è il Sabbie dell’Etna Rosato: «In questo caso abbiamo sfruttato due contrade “alte” insieme a Verzella, con l’obiettivo di ottenere una componente aromatica complessa. Il Sabbie dell’Etna Rosato, da uve di Nerello Mascalese, è un vino piacevole e d’impatto, con un frutto fresco al naso e una piacevole salinità al sorso.
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo
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giornalista de La Provincia di Como, sommelier e appassionato di birra artigianale. Crede che ogni bicchiere di vino possa contenere una storia da raccontare. Fa parte della redazione vino di Identità Golose
Intorno al vulcano dell'Etna, il più grande d'Europa, i vitigni si coltivano manualmente, senza l'utilizzo di macchinari
L'ingresso della cantina sull'Etna di Donnafugata
Storie di uomini, donne e bottiglie che fanno grande la galassia del vino, in Italia e nel mondo, dando voce a grandi blasoni, insomma delle vere e proprie istituzioni, ma anche a piccole aziende: tutto questo è In cantina.