26-05-2020
Alessio Planeta, presidente di Assovini Sicilia
Sicilia en Primeur 2020 Global Webinar il 15 maggio scorso ha sdoganato una convivialità digitale che il presidente di Assovini Sicilia Alessio Planeta ha definito «una tappa virtuale che sostituisce quella prevista a Cefalù, una convivialità sospesa perché saremo lieti di ospitarvi, presto in Sicilia».
Una diciassettesima edizione scandita da un mantra – il vantaggio di essere un’isola. Il Covid-19 non ha fatto desistere Assovini Sicilia che, ogni anno, riunisce nel mese di maggio la stampa tecnica e specializzata, oltre ai giornalisti della stampa generalista, di turismo e di costume per degustare, insieme, in anteprima, i vini siciliani.
Illustrazione perfetta di un millesimo, il 2019, che ha fatto emergere buone analisi sia da Antonio Rallo, Presidente del Consorzio DOC Sicilia, sia da Mattia Filippi, enologo e consulente fondatore di Uva Sapiens, al quale già negli ultimi anni l’associazione ha affidato la presentazione tecnica della nuova annata. Una produzione del millesimo che si attesta all'incirca su 4,3 milioni di ettolitri, nella media degli ultimi 5 anni.
Oggi Assovini Sicilia è una realtà associativa di 91 aziende vitivinicole dell’isola di piccole, medie o grandi dimensioni. Tutte sono accomunate da tre elementi: il controllo totale della filiera vitivinicola, dal vigneto alla bottiglia; la produzione di vino di qualità imbottigliato e una visione internazionale del mercato. La sostenibilità è il filo conduttore del presente e, soprattutto, del futuro del vino siciliano in equilibrio perfetto con il concetto biologico.
Come affronterete la prossima vendemmia, ci saranno problemi di manodopera, vendemmia verde o che altro? «Non vogliamo si tocchi la produzione. Finché noi siciliani manteniamo la proporzione di 50 ettolitri per ettaro decliniamo il problema. La nostra isola vive di tradizioni e abbiamo ancora un peso forte e significativo della cooperazione. Occorre far crescere le cantine sociali perché la Sicilia non ne può fare a meno. Zero problemi di manodopera, perché molti dei nostri dipendenti sono famiglie autoctone, per giunta molti rappresentano anche piccoli viticoltori. Nessuno di noi produttori ricorre a manodopera straniera. Da Planeta abbiamo squadre di lavoro che ci seguono da generazioni. Si potrà attivare la vendemmia verde e concederla a chi ne farà richiesta. Le cantine siciliane non sono così in affanno».
Qual è il pensiero di Alessio Planeta, presidente e vignaiolo, per il futuro del vino siciliano? «Fatta salva la sberla chiamata Covid-19, uno scossone che ci lascerà frastornati, voglio essere positivo. Noi abbiamo un triplice obiettivo da perseguire: le tradizioni delle nostre famiglie del vino, la tutela dei nostri vitigni autoctoni e le denominazioni. Siamo viticoltori da millenni. Viviamo un territorio che è sostenibile nel Dna. C’è stato un faro importante sui vini dell’Etna, un passaggio fondamentale per aver fatto alzare l’asticella qualitativa ai vini siciliani. La nuova grande sfida è quella di comunicare al mondo i nostri territori vocati a un’agricoltura sostenibile. Proprio con il Consorzio Doc Sicilia nascerà la Fondazione per la Sostenibilità Sicilia».
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