Paulo Airaudo
Carbonara Smiledi Eugenio Boer
Dall'Italia Prato Nevoso, montagna & cibo. Viaggio nella località del Cuneese che cresce anche grazie alla gastronomia
Francesco Sodano, secondo da sinistra, con parte della brigata de Il Faro del Capo d'Orso, a Maiori (manca ad esempio il sous e pastry chef, che poi è suo fratello Salvatore Sodano): da sinistra, Joshua Andrea Acquaviva, lo chef, Benito Palladino e Gianmarco Romani
Innestare una giovane mente creativa, molto tecnica e reduce da esperienze internazionali, nelle cucina di un locale dalla lunga tradizione e legato al proprio territorio, può portare a due esiti opposti: una perdita d'identità, il deragliare dai propri binari, oppure un cortocircuito positivo, il dischiudersi di prospettive più ampie, il raggiungimento di una dimensione contemporanea ed estremamente feconda. Due casi che ci sono capitati di recente s'iscrivono a questo secondo gruppo, per fortuna; e sono a breve distanza geografica l'uno dall'altro: Maicol Izzo alla guida del Piazzetta Milù a Castellammare di Stabia - ne parleremo prossimamente - e Francesco Sodano a Il Faro di Capo d'Orso, una quarantina di chilometri più a Sud-Est, scavalcati i Monti Lattari che costituiscono l'ossatura della Penisola Sorrentina.
La struttura iniziale di Capo d'Orso in una foto d'epoca
Bonaventura e Pasqualina Ferrara in una foto d'archivio
Pierfranco Ferrara al pass
Capo d'Orso
La sala
Al centro (vicino allo chef e con gli altri membri dello staff di sala, la ragazza è la sommelier Michela Barchetti) è Bonny Ferrara, direttore di sala che ha lasciato da qualche giorno Il Faro
Ed ora la nostra cena, negli scatti di Tanio Liotta.
Disco di pasta fritta, caviale d'aringa, acciughe di Cetara, ricotta di capra affumicata. Fin dal primo assaggio, Sodano ci fa capire quanto è bravo
Bufala e bufalo: gnocchetto di pasta di grano arso ripieno di formaggio di bufala affumicato, tartare di bufalo
Ottimo questo Taco croccante con manzo, cetriolo fermentato e mostarda
Bun con parmigiana. Il panino è al vapore e poi fritto
Wafer al sesamo con palamita teriaki e yogurt alle erbe
Wonton con coscia d'anatra confit, sommacco e composta di prugne fermentate
Non hai scampo: insalata di scampi, pellicola di metilcellulosa e bisque di scampi
Fazzoletto di mozzarella col suo siero. Il velo è leggermente disidratato, con maltodestrine aromatizzate con acqua di mozzarella. Un piatto scenografico, ma si perde un po' il morso
Ricordo di un viaggio in Perù: ceviche di pesce azzurro, lime, mela verde, cipolla rossa agrodolce, clorofilla di aneto, latte di cocco e wasabi. Piatto molto buono, equilibrato, esatto. Il pesce azzurro in questo caso è una lampuga
Tartare di pezzata rossa piemontese dry aged, patelle crude, polvere di shiitake fermentato, composta di limone salato. La carne è frollata 200 giorni in cera d'api. Piatto eccellente, l'unico problema è la proporzione tra quantità di tartare e mollusco
Ricordo di un totano sporco: totano di Capo d'Orso, crema di pomodoro e peperoncino verde, emulsione del nero del totano, emulsione di peperoncino verde, emulsione del fegato del totano. Bella idea, buonissimo
Linguine, crema di carote e garum, katsuobushi. Il garum in questo caso è in realtà una colatura di alici fermentata
Una bottarga di merluzzo in cera d'api...
...per il piatto successivo: Risotto, cappero fermentato, limone bruciato, bottarga di merluzzo. Il riso, un Carnaroli, è mantecato con burro al limone
Una delizia questa Triglia di scoglio, lattuga alla vaniglia, tamarindo, jus affumicato di midollo di vitello. La lattuga in particolare è una sinuosa meraviglia di freschezza e croccantezza
Anatra in due servizi. Il primo è The duck is back, ossia un'anatra "neoclassica". Viene cotta sul petto con l'osso, poi paté di fegatini, porro affumicato e composta d’uva invecchiata, il tutto finito con sugo d’anatra, uno jus à l'ancienne
E questa invece è The duck is black. «La coscia viene frollata (così come il petto) in cera d’api, messa in brina al 30% e cotta per 48 ore a 57 gradi. Il risultato è una cottura ancora abbastanza rosea ma una consistenza tenera. Il tutto è accompagnato da un mole negro, una baby pannocchia ossidata tramite gli ultrasuoni e un fondo fatto con estratto di verdure arrosto e il quinto quarto dell'anatra»
Ricordo di un pollo al curry: cremoso di cioccolato bianco e curry, gelato di riso al cocco con pelle di pollo e quinoa, crumble integrale e lime
Cremoso di cioccolato 77%, cremoso di caramello, gelato all'extravergine, cremoso di Armagnac, sale e olio
Mai dire mais: crema di mais e vaniglia, gelato al burro salato, popcorn caramellati, spugna di farina di mais e burro nocciola
Ossidazione di piña colada: gelato di cocco, ananas ossidato, spugna di rum, vaniglia e lime. Fantastico
Dolcezze finali: c'è anche un disco di cioccolato con impresso il volto dello chef...
...da spennellare con schiuma alla menta, in una specie di after eight
Il Faro di Capo d'Orso via Taiani 48, Maiori (Salerno) tel. +39 089 877022 ilfarodicapodorso.it chiuso il martedì menu degustazione a 80, 120, 150 euro
classe 1974, milanese orgoglioso di esserlo, giornalista professionista dal 1999, ossia un millennio fa, si è a lungo occupato di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta su viaggi e buona tavola. Coordinatore della redazione di identitagolose.it Instagram: carlopassera
Il cuore di manzo "in crosta" di muffe sviluppate da riso inoculato col koji, ossia l'Aspergillus oryzae, presentato al tavolo prima della lavorazione finale. Dà vita a un piatto eccezionale, firmato Francesco Sodano al Faro di Capo d'Orso, in Costiera Amalfitana. Foto Tanio Liotta
Sodano al pass di Identità Golose Milano
Francesco Sodano con la sua Lardiata di totano. «È un prodotto prettamente locale, si chiama "totano di Capo d'Orso", esemplari do 10-12 anni e 15 chili, enormi», lo chef vi ricava attraverso il dry aging dei "salumi", «con la parte centrale del corpo un lardo; i tentacoli diventano un chorizo con pimento affumicato e non, peperone crusco e spezie tandoori; poi c'è anche la bottarga, una rarità»
Gita fuoriporta o viaggio dall'altra parte del mondo? La meta è comunque golosa, per Carlo Passera