05-12-2016
Massimiliano (seduto) e Raffaele Alajmo con, sulla sinistra, il celebre designer Philippe Starck: sono i tre protagonisti, con l'executive chef Silvio Giavedoni, di Amo, il nuovo ristorante targato Alajmo che ha aperto a Venezia. Il racconto di Sara Salmaso per Identità Golose
Sulla magnifica opportunità di aprire un ristorante a Venezia, tutti sono concordi. Non tutti sanno, o possono immaginare, le infinite difficoltà che si incontrano per farlo, dai molteplici – e giusti – vincoli della Soprintendenza, alle inenarrabili fatiche logistiche per far arrivare i prodotti. Siamo ai piedi del ponte di Rialto, lato San Marco, da pochi giorni ha aperto Amo, il nuovo ristorante della famiglia Alajmo all’interno del T Fondaco dei Tedeschi, il primo centro commerciale di lusso a Venezia.
Dopo otto anni di chiusura e tre di cantiere, l'ex palazzo delle Poste ha aperto da qualche mese a firma Gruppo DFS, leader mondiale della vendita di prodotti di lusso ai viaggiatori internazionali con base a Hong Kong e oltre 420 punti vendita dislocati su quattro continenti. Per i veneziani, è stato uno shock culturale e sono stati tantissimi i dibatti negli anni precedenti all’apertura soprattutto per il restauro di Rem Koolhaas dei 7.000 m² che ne fanno uno dei più grandi edifici di Venezia, poi tutti – abbastanza - d’accordo quando sono stati oltre 450 i nuovi dipendenti, per lo più giovani e per il 70 per cento donne.
Gli interni di Amo
Alle 20, il Fondaco chiude al pubblico, e rimane aperto solo il ristorante nell’atrio, con i divani ispirati alle gondole, i vetri forgiati dai mastri vetrai di Murano, le pareti che ritraggono fantasie ispirate al carnevale di Venezia, ovunque tocchi di raffinato inox, oro e turchese: «Fino all’ultimo non sapevo se l’arredamento che avevamo scelto andasse bene alla proprietà, il dialogo in questi anni è stato complesso: sapevamo che non sarebbe stato facile, gli interlocutori sono moltissimi e spesso c’erano battute d’arresto inspiegabili e allora io procedevo, come sono abituato a fare, il nostro obiettivo era aprire».
Raf & Max Alajmo
La proposta gastronomica di Amo inizia fin dalla colazione, con la caffetteria che offre miscele di caffè pregiate accompagnate da piccola biscotteria, tè integrali, infusi integrali di frutta, fiori ed erbe. La pasticceria propone croissant francesi al naturale fino al muffin all’olio extravergine d’oliva al gianduia, senza glutine e senza latticini. Oltre al banco salato dove ci sono ottimi tramezzini, a pranzo si ha una vasta scelta di piatti di carne, pesce e verdure, tre tipi di pizza (al forno, al vapore, fritta) e i classici Alajmo, come il cappuccino di patate.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Veneziana d’adozione, materana per amore, è laureata in storia medievale e su tutto ama fare due cose: leggere e mangiare bene. Ha lavorato per anni in una casa editrice, ora lavora nell'ufficio stampa di Identità Golose e non potrebbe essere più felice