Eric Ripert
Testa sgombra e …A TUTTA BIRRAdi Luigi Taglienti
Hôtellerie Turismo: l'Austria è pronta per ripartire
Mattia Mocci e Marco Scioni, quest'ultimo titolare di Saseada - Sebaderia artigianale in via Porto Scalas 25 a Cagliari, telefono +390704670054
Spiagge selvagge, mare cristallino, entroterra incontaminato, curiosi complessi nuragici sparsi qua e là, territorio popolato da numerosi gruppi di pecore che influenzano economia e cultura, possono essere questi elementi sufficienti per connotare la Sardegna? Sono solo poche parole, ideologie dell'immaginario collettivo, ma è veramente difficile descrivere l'ecosistema che caratterizza il territorio sardo rendendogli giustizia, il microcosmo quasi a sé stante che si differenzia rispetto al resto d'Italia, anche perché in essa stessa ogni zona mostra un volto diverso e pittoresco. Questa eterogeneità si riflette nella tradizione culinaria che difatti risulta tanto variegata quanto i panorami che caratterizzano l'isola. Ottimi prodotti ittici sono un must soprattutto in zone raffinate come la Costa Smeralda, qui cozze di Olbia e plateau di crudi di pesce sono all'ordine del giorno. Per conoscere la Sardegna verace è necessario spostarsi nell'entroterra o in quelle zone di costa distanti dal puro turismo altolocato, in quei luoghi dov'è possibile trovare un'impronta agro-pastorale fatta di sapori schietti e corposi. Giusto per citare qualche esempio culurgiones, malloreddus, fregola, porceddu e pane frattau sono quei piatti "poveri" ma al contempo ricchi di storia e sapori che ormai sono celebri nel panorama culinario internazionale. Soffermando l'attenzione al "lato dolce" si ritrova un'arte dolciaria fedele alla tradizione rurale isolana con ricette perlopiù legate a ricorrenze o festività. Il dessert sardo per eccellenza grazie alla popolarità acquisita è la seada, una "grande tasca tonda" di pasta di semola (tipicamente chiamata pasta violata) ripiena di formaggio ovino fresco, fritta in abbondante olio bollente e accompagnata a miele o zucchero.
Nonostante sia un dolce così celebre in Sardegna è difficile trovare un posto che riesca a dargli il giusto valore nonché l'attenzione che le spetta ma proprio per questo motivo Marco Scioni dopo 5 anni di progetto nel maggio del 2019 apre le porte di Saseada, locale che produce esclusivamente seadas artigianali ottenute con la lavorazione originale e con prodotti ricercati e selezionati. Marco racconta: "Il primo motivo che mi ha spinto ad aprire il locale è il fatto che ormai le buone seadas si mangiano solo in alcune case perché fatte con cura dalla nonna o in alcuni agriturismi, con gli anni si tende a sminuire questo nostro dolce tipico infatti sempre più frequentemente viene servito un prodotto surgelato, come se a Napoli ci proponessero la pizza surgelata per intenderci".
A Saseada si possono trovare attualmente cinque tipologie di seada: Sa Seada, seada di semola sarda con formaggio ovino. Sa Signorichedda, seada di grano tenero con formaggio vaccino. Sa Gialla, seada di semola sarda e zafferano di San Gavino con formaggio misto ovino e vaccino. Sa Niedda, seada di grano cappelli integrale con formaggio misto ovino e vaccino. Seada di ricotta con scorza d'arancia
Come piccola anticipazione sappiamo che in previsione già per quest'autunno che l'introduzione di una seada salata!
Il personale di sala composto da Mattia Mocci e Stefania Saba è pronto a consigliare il miele più adatto alla seada scelta e al gusto di ciascuno in quanto la carta propone più di quindici tipologie di miele sardo proveniente da piccole aziende locali (dal pregiato miele di corbezzolo, a quello di castagno, a quello della macchia mediterranea e così via) oppure per chi volesse provare qualcosa di differente c'è la possibilità di guarnire la seada con l'abbamele (un decotto di miele, polline e scorza d'arancia) o con la sapa d'uva.
per la pasta 500 g semola sarda rimacinata 100 g strutto acqua q.b. un cucchiaino di sale per il ripieno formaggio primo sale scorza di limone Procedimento
1. Unire in una ciotola capiente farina e strutto. 2. Aggiungere acqua a filo fino ad ottenere un impasto compatto. 3. Spostare l'impasto su una spianatoia e lavorarlo fino ad ottenere un composto morbido, liscio ed omogeneo. 4. Coprire l'impasto con una pellicola e lasciarlo riposare per circa 30 minuti. 5. Stendere l'impasto ad uno spessore di circa 3mm ed ottenere dischi di 10-12 cm di diametro 6. Adagiare al centro dei cubetti di formaggio primo sale e della scorza di limone grattugiata. 7. Coprire il tutto con un secondo disco facendo attenzione a premere bene nei bordi. 8.Tagliare la pasta in eccesso con la rotella o con l'apposito stampo dai bordi ondulati. 9. Scaldare in una padella abbondante olio, una volta caldo friggere la seada senza mai girarla ma continuando a versare olio con il cucchiaio sulla superficie. 10. Togliere la seada quando la superficie sarà dorata e avrà fatto le classiche bollicine, quindi scolarla e farla asciugare su carta assorbente. 11. Porre la seada su un piatto e guarnire con miele.
Gnocchi di sedano rapa e alghe, pesto di lattuga e triglie: il piatto del 2021 di Luigi Pomata
MUGGINE CON VISTA. Muggine affumicato, fichi, casu axedu, mandorle, uno dei piatti del nuovo corso del ristorante Fradis Minoris sulla laguna di. Nora, Cagliari
veneta, classe 1997, fa la pasticcera. Ha studiato all'Alma-Scuola internazionale di cucina italiana, trampolino di lancio per la sua vita lavorativa ed esperienziale. Questo percorso l'ha portata a intraprendere il master in giornalismo, comunicazione e critica enogastronomica del Gambero Rosso con l’ambizione di poter coniugare la sua attuale professione e passione con l’amore per viaggi e scrittura
Anticipazioni, personaggi e insegne del lato sweet del pianeta gola