Andrea Menichetti
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“Solare”, un’unica parola capace di descrivere la regione Campania. Dall’atmosfera, al territorio, ai sapori qui il sole bacia la natura: illumina le coste, aleggia per le strade attraverso il temperamento delle persone, scorre nella linfa dei pomodori che verranno poi utilizzati per guarnire la pizza (prodotto iconico della regione per eccellenza), nutre i limoni profumati e scalda i mari da cui proviene ottimo pescato.
Tra le coste irradiate dai raggi di questo sole, il Golfo di Napoli non fa eccezione ed è proprio in questo anfratto della regione che avvengono i natali della mitica pastiera. L’aggettivo fa riferimento, oltre che alla bontà, alle origini: si narra che la sirena Partenope avesse scelto come dimora primaverile il Golfo di Napoli e il popolo onorato della presenza e ammaliato dal canto della creatura la celebrasse donando sette doni simbolici (le uova/fertilità e vita rinnovata, la farina/ricchezza, la ricotta /abbondanza, il grano cotto nel latte/unione tra mondo vegetale e animale, lo zucchero/dolcezza del canto, i fiori d’arancio/profumo della loro terra e le spezie/omaggio di tutti i popoli). Come apprezzamento a questo gesto e in segno di riconoscenza la sirena mescolò i prodotti regalando alla gente del Golfo di Napoli una torta, la pastiera.
Quello riportato è sicuramente un racconto intrigante e affascinante ma alquanto improbabile, più attendibile è la versione che riconosce le origini nel convento di San Gregorio Armeno durante il XVI secolo. Qui una suora dall’identità ignota volle preparare in occasione della Pasqua un dolce attribuendo agli ingredienti il simbolismo cristiano e aggiungendo un tocco personale con il profumo del fior d’arancio del giardino conventuale.
Tutt’ora è consuetudine il consumo della pastiera durante il giorno della Pasqua e tradizionalmente viene preparata durante il Giovedì Santo per giungere alla Domenica pasquale con sapori e profumi ben amalgamati.
INGREDIENTI
Per la frolla 110 g di strutto Scorza di 1/2 limone grattugiato 100 g di zucchero 30 g di uova 1 g di sale 30 g di tuorlo 250 g di farina 50 g di polvere di mandorla
Per il ripieno 250 g di grano cotto 20 g di latte 20 g di burro 250 g di ricotta di pecora 200 g di zucchero 125 g di uova 125 g di arancia e cedro canditi a cubetti 2 g di fior d’arancio
Realizza la frolla: in una planetaria munita di foglia unisci strutto, zucchero e scorza di limone. quando gli ingredienti sono amalgamati aggiungi uova, tuorli e sale fino ad assorbimento infine inserisci le polveri. Impasta bene e lascia riposare in frigo. Occupati del ripieno: quindi innanzitutto cuoci il grano con latte e burro facendo asciugare bene il composto. Lascia raffreddare. Lavora ricotta e zucchero poi aggiungi le uova. Unisci i due composti quindi aggiungi i canditi e il fior d’arancio. Fodera una tortiera con la frolla e bucherella il fondo. Versa il ripieno a filo del bordo. Con la frolla rimasta realizza delle bande e decora la superficie con il classico motivo. Spennella con l’uovo e spolverizza con zucchero a velo. Cuoci a 180 gradi per circa 1 ora e mezza. Servi la pastiera a temperatura ambiente.
veneta, classe 1997, fa la pasticcera. Ha studiato all'Alma-Scuola internazionale di cucina italiana, trampolino di lancio per la sua vita lavorativa ed esperienziale. Questo percorso l'ha portata a intraprendere il master in giornalismo, comunicazione e critica enogastronomica del Gambero Rosso con l’ambizione di poter coniugare la sua attuale professione e passione con l’amore per viaggi e scrittura
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