Quando nella grande mela apre un nuovo locale c'è sempre molta attesa: prima si consultano i blog e le riviste specializzate, poi si cerca di trovare un tavolo il prima possibile, per poter raccontare agli amici la nuova esperienza. Quando poi, come in questo caso, è un grande chef a sbarcare in città per la prima volta, la curiosità aumenta ancora di più.
Fin dalla prima edizione di Identità New York, nel 2010, Davide Scabin aveva iniziato a sognare di creare qualcosa di speciale a Manhattan. Quattro anni dopo, grazie all’incontro con Paolo Meregalli ed Edoardo Marchiorello, il sogno e diventato realtà e si chiama Mulino a Vino.
E' stata una grande fortuna poterci essere per la prima sera del cosiddetto “friends & family”, classico appuntamento pre-apertura, in cui amici vicini e lontani prenotano e cenano al ristorante come se fosse già aperto, per poi lasciare le proprie note - positive o negative - sia sul cibo che sul servizio, di modo che la brigata e la squadra di sala possano avere il tempo di prendere le misure, prima dell’apertura ufficiale.

Al lavoro per studiare il nuovo menu
Arredamento e design del locale sono davvero affascinanti, per come un certo stile
newyorkese si è integrato perfettamente con un'anima di semplice eleganza, di chiaro gusto italiano. Merito sopratutto di
Paolo Meregalli, che ha seguito personalmente il lavoro di ristrutturazione. L'architettura di questo seminterrato, tipico delle case popolari del
meatpacking district (famoso per i locali notturni e i ristoranti alla moda), non poteva essere studiata meglio.
Una volta scesa la scala che porta all’ingresso, sulla destra si apre la sala principale, con pochi tavoli perfettamente illuminati, dove oltre a mangiare è possibile osservare la brigata all’opera. Infatti, anche se la cucina è separata dal resto del locale, la parte finale dell’impiattamento sarà sempre fatta a vista, e poter osservare Davide Scabin (o gli altri responsabili della cucina, visto che lo chef non sarà spesso a New York) dare l'ultimo tocco al piatto che poi si mangerà non è una cosa da poco. Proseguendo lungo un corridoio che affianca la cucina, si può invece accedere a due salette adibite a cene private e momenti di relax.

Ecco in anteprima la prima carta del nuovo ristorante
Negli Stati Uniti è molto comune a tavola condividere le portate, anche per questo
Scabin ha semplicemente concepito un menu con piatti di tre diffenti dimensioni,
Piccolo,
Medio e
Grande, permettendo ai commensali di sceglire il proprio modo preferito di cenare.
In questa serata di condivisione abbiamo avuto il piacere di assaggiare quasi tutti i quindici piatti del menu. Tra le tante bontà provate, il
Brandacujun è davvero favoloso, il
Vitello tonnato è capace di riportarti in Piemonte in pochi bocconi, la
Cecina è un incontro di genio e semplicità: e siamo solamente agli antipasti. I vegetariani non dovrebbero perdersi la
Skyline Insalata, chi vuole fantasia potrà scegliere il
Bombolone cacio e pepe, chi ama la pasta impazzirà per le
Tagliatelle Felicetti alla bolognese, ma anche gli
Street style spaghettoni sono sorprendenti.

L'insegna del Mulino a Vino, con la classica scala che conduce all'ingresso
Ma c'è anche la fusion con il
Polpetta Burger, la tradizione rappresentata dal
Polpo alla Luciana, e poi il
Carrè d'agnello alla romana e il
San Daniele’s Miracle, omaggio al prosciutto e alla focaccia. Se poi c'è ancora spazio per il dolce, la
Cheesecake è davvero imperdibile.
Grande attenzione è stata data anche alla carta dei vini, che
Paolo ed
Enrico hanno studiato per far rendere
Mulino a Vino un luogo adatto anche a chi vuole solo passare per un bicchiere di vino di grande qualità, accompagnandolo con un delizioso piatto. Non mancheranno nemmeno i cocktail, per completare la proposta di quello che si promette di diventare, per molti, il nuovo locale preferito a NYC.