Venerdì 27 luglio inizia a Londra la 30° edizione dei Giochi Olimpici, e la capitale britannica si prepara ad accogliere per la terza volta la manifestazione dopo le due precedenti del 1908 e del 1948, un record tra tutte le città ospitanti. La meta oltremanica può essere non solo sportiva, ma anche gourmet.
Essendo io una londinese “di scoglio”, sono giustamente accusata di imparzialità nell’inneggiare all’infinita varietà della scena gastronomica della mia città. Ma da quando Alain Ducasse ha definito Londra capitale mondiale della buona cucina, mi sento sgravata da ogni responsabilità. E se da un lato è vero che da queste parti è possibile testare cucine da tutto il mondo, va anche detto che sempre più food-turisti vanno in cerca dei piatti classici della buona tradizione british. La quale è riassunta benissimo dalle colazioni pantagrueliche. Per provare la migliore, fiondatevi nel cuore del quartiere di Smithfield, alla ricerca di Fox & Anchor. Il luogo ancora trasuda ricordi di quando i portantini del mercato vicino della carne, intorno alle 8, finivano il turno notturno su deschi di legno. Quello stesso impeccabile City big boy breakfast si può gustare ancora oggi e comprende pancetta dolce affumicata, salsicce di maiale e porro, uova in ogni foggia, pomodori alla piastra, pudding bianco e nero, brownies, bistecca, rognone di agnello, fegato di pollo e una pinta di stout ghiacciata. Unica nota stonata: si perde l’appetito fino al mattino successivo. Dunque non prendete impegni per cena.

Il sabato mattina i più saputelli hanno eletto il loro ritrovo:
Maltby Street. Sotto gli archi del ponte ferroviario vicino a Tower Bridge, ecco le migliori
food-boutique della città. Al di là della gioia di poter comprare a prezzi inferiori, la via è tranquilla e più vivibile della caotica
Borough Market, che sta a un tiro di schioppo.
St John’s Bakery è un must per provare sandwich al bacon o pasta alla crema con caffè americano di
Monmouth Coffee. E gli stessi archi ospitano il
Neal’s Yard Dairy, un passaggio obbligato per provare formaggi artigianali come lo Stichelton stagionato, un “blu” non pastorizzato ancora più cremoso dello Stilton.
Il Borough Market comunque rimane il miglior posto per toccare con mano la cifra della rivoluzione gastronomica inglese. Provate le pies di maiale di Mrs King, le ostriche di Richard Maldon, e se volete cimentarvi in qualcosa di diverso buttatevi sul meraviglioso mondo orientale di spezie, snack e intingoli di Arabica. Per il brunch domenicale ci sono il Kopapa di Peter Gordon a Soho (le uova turche piccanti sono superbe) e il Modern Pantry di Anna Hansen a Clerkenwell, con la sua omelette di gamberetti marinati con zucchero.
Un’abitudine molto british è quella dell’elevenses, spuntino collocabile in modo indefinito tra la colazione e il pranzo. Il salone del tè del profumiere Miller Harris a Mayfair è delizioso e serve blend eccezionali. Uno da provare è Spuntino, nostalgicamente modellato sullo stile di un bohemian Speakeasy di New York. È l’ultima novità di Soho in fatto di cucina: l’ha lanciato Russel Bateman, lo stesso che ha reso celebri i cichetti di Polpo. Altamente consigliati sono i mini hamburger brioché con midollo, manzo o sgombro alle spezie, e il decadente macaroni cheese.

Koya a Soho (foto koya.co.uk)
Soho è da menzionare anche per le
eateries che spuntano in ogni dove.
Koya è un vero
udon-ya specializzato in
udon noodles (notoriamente impastati coi piedi!) accompagnati da zuppa dashi e umami, un tempura semplicemente speciale e un rigenerante tè al ginger. A due passi dal Royal Open House c’è l’
Opera Tavern, con le sue curiose combinazioni di ingredienti iberici e britannici, su tutti l’Hamburger di maiale iberico servito con brioche e foie gras. Gelupo è invece l’indirizzo per chi ama gelati e granite da prodotti freschi di stagione. E l’ultra-intenso sorbetto al cioccolato genera un’esperienza mistica.
Uno degli ultimi trend a Londra è quello di aprire posti di livello in setting curiosi.
Jackson Boxer, proprietario del
Brunswick House Cafe, è andato a condividere gli spazi con la bottega artigianale dello specialista di antichità Lassco. Consumare la sua torta di spinaci e formaggio fermentato di capra, in quel setting ecclesiastico di candelabri e cibori, eleva al paradiso. Proseguendo verso est sulla Columbia Road, che di domenica si ravviva grazie a un mercato dei fiori, si incontra
Brawn che prende il nome dall’omonimo piatto classico di testa di maiale in terrina. Sebbene dare un’interpretazione contemporanea ai piatti del passato sia molto trendy, classici come steak e tortino di rognone, i funghi di
Portobello o lo stilton stagionato sono ancora imbattibili. Basta provare le pies dei pub a conduzione familiare, come
Newman Arms, un locale che risale ai tempi di Giorgio II: bordello prima, negozio di ferramenta e candele poi. Il posto regala soddisfazioni con la “s” maiuscola, soprattutto se innaffiate da London Pride Bitter, la birra distillata a Londra.

La carne di Hawksmoor, paradiso dei carnivori (foto thehawksmoor.com)
Ovviamente nella City è di rigore il
fish and chips. Le friggitrici del
Golden Hind a Marylebone sono attive dal 1914 e attualmente siamo alla quinta generazione. Poco è cambiato da quei tempi: il pesce è ancora croccante e poco grasso e le patate fritte sono saporite e belle rosolate. È possibile anche ordinare come contorno piselli pestati e i cetrioli sott’aceto. E nessuno si lamenta se vi portate il vino da casa. Marylebone è anche il quartiere de
La Fromagerie, che offre ai clienti una cheese room termoregolata e uno staff molto preparato in tema di formaggi.
Patricia Michelson tiene solo roba di prima scelta e legata al territorio, comprese le marmellate proprie e la salsa chutney.
Il
Brown’s Hotel è invece imbattibile per l’
afternoon tea. Fa un po’ sorridere l’idea che il
maître pâtissier sia francese,
Fabien Ecuvillon, ma resta il fatto che il Tea Council ha decretato la sua arte pasticcera come la migliore per 7 anni di fila. Dunque si va a botta sicura.
Hix Soho è la quintessenza dell’esperienza british. Il
Dick’s Bar al piano terra offre cocktail originali più una scelta interessante delle migliori birre artigianali britanniche e alcuni snack come lo scotch egg.
Un soggiorno a Londra non si può dire completo senza il classico roast dinner domenicale, da condividere tra tutti i commensali al tavolo. All’Hix Soho il carrello della carne vecchio stile sfila nella sala come in una scena d’altri tempi. E al vicino
Hawksmoor, paradiso dei carnivori, la carne è servita con patate al forno cotte nel grasso d’anatra. Per concludere la fantasia gastronomica londinese,
Boisdales regala una doppia soddisfazione: più di 120 whisky e live jazz anni Trenta e Quaranta. Una doppietta fantastica.
Fox & Anchor, 115 Charterhouse street, +44.(0)20.72501300;
Maltby Street, Maltbystreet.com;
Borough Market, 8 Southwark street, +44.(0)20.74071002;
Kopapa, 32-34 Monmouth street, +44.(0)20.2406076;
The Modern Pantry, 42-48 St John’s square, + 44 (0)20.75539210;
Miller Harris, 21 Bruton street, +44.(0)20.76297750;
Spuntino, 61 Rupert street;
Polpo, 41 Beak street, +44.(0)20.77344479;
Koya, 49 Frith street;
Opera Tavern, 23 Catherine street, +44.(0)20.78363680;
Gelupo, 7 Archer street, +44.(0)20.72875533;
Brunswick House Café, 33 Wandsworth road, Vauxhall, +44.(0)20.77202926;
Brawn, 49 Columbia road, +44.(0)20.77295692;
Newman Arms, 23 Rathbone street, +44.(0)20.76361127;
Golden Hind, 73 Marylebone lane, + 44.(0)20.74863644;
La Fromagerie, 2-6 Moxon street, +44.(0)20.79360341;
Brown’s, Albemarle street, +44.(0)20.74936026;
Hix Soho, 66-70 Brewer street, +44.(0)20.72923518;
Hawksmoor, 11 Langley street, +44.(0)20.78562154;
Boisdales Macdonald Bar, 15 Eccleston St. +44.(0)20.77306922