25-04-2020
Mattia Rancati al Fäviken, dove è arrivato a inizio 2018 ed è rimasto come sous chef fino alla chiusura definitiva del locale, lo scorso gennaio
Sono arrivato al ristorante Fäviken, vicino ad Åre, in Svezia all'inizio del 2018, quasi subito dopo il mio rientro da New York.
Era un po' una scommessa; ma ho sempre cercato di far combaciare le mie esperienze professionali con quelle di vita al di fuori del contesto lavorativo, quindi luoghi o culture che potessero arricchirmi ma allo stesso tempo allinearsi alla mia personalità e curiosità. Ho iniziato come capopartita il primo anno, e a cavallo col 2019 sono diventato sous chef insieme ad altri due ragazzi. Il tutto, ovviamente, fino al gennaio 2020, quando il ristorante ha chiuso per scelte strettamente personali dello chef Magnus Nilsson.
È stata sicuramente una delle esperienze più importanti, ma soprattutto sono contento di averla fatta in un momento del mio percorso dove mi serviva imparare bene a valorizzare ogni lato positivo e negativo del mio lavoro. Così è stato.
Rancati all'ingresso del Fäviken, dal quale spunta anche il volto di Magnus Nilsson. La foto è stata scattata qualche mese fa da Paolo Griffa, amico di Rancati dai tempi del Piccolo Lago
Come cuoco, ho avuto lì delle grandi fortune. Innanzitutto, la possibilità di poter utilizzare materie prime fantastiche provenienti da filiere molto ridotte, penso ai continui contatti con gli agricoltori della zona (senza contare che noi stessi potevamo sfruttare un nostro giardino e un terreno coltivato); e alla selvaggina che arrivava ancora calda direttamente dalle aree circostanti.
Rancati al lavoro al Fäviken
A far provviste
La cultura svedese mi ha sicuramente stupito. Ci sono luoghi comuni che si sono dimostrati veri, ma anche tanto altro da scoprire. Personalmente amo stare in un contesto del genere, in estate tra trekking e running, in inverno facendo sci, hiking, skitouring... Per questo subito dopo la chiusura ho deciso di fermarmi ulteriormente per la stagione invernale, usando il tempo per organizzare i miei spazi e godere della montagna. Sono tuttora in Svezia. Purtroppo poi ci siamo ritrovati tutti ad affrontare questa situazione incredibile dalla quale ancora non siamo certi come e quando riusciremo a uscire.
Con Magnus Milsson
Mi ritengo comunque fortunato ad avere ancora la possibilità di uscire, anche se solo per accendere un fuoco e cucinare nel bosco, o fare escursioni in montagna. Bar e ristoranti sono ancora aperti, ma poco frequentati e lavorano a orari ridotti; hanno subito sicuramente, come tutti, un gran colpo vedendosi azzerati gli incassi nei mesi più importanti dell’anno.
Quasi tutti comunque ormai prendono la situazione sul serio e, di conseguenza, le precauzioni necessarie.
Ecco dove si trova Rancati adesso, ad Åre
Il lungo inverno svedese
Spero che tutto questo avvenga il prima possibile, e che tutti gli amici e colleghi possano riprendere al più presto con il loro lavoro e la loro quotidianità. Dobbiamo farci trovare pronti al momento della riapertura; e, nel frattempo, lavorare... su noi stessi.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
classe 1991, varesino di Carnago, si è diplomato nel 2010 all’istituto alberghiero Falcone di Gallarate. Quindi subito importanti esperienze lavorative: dal 2014 capopartita al Piccolo Lago di Marco Sacco, nel 2016 e per un biennio stesso ruolo all'Eleven Madison Park di New York, quindi capopartita e poi sous chef al Fäviken in Svezia, fino al gennaio 2020. Ha nel suo curriculum anche stage al Geranium di Copenhagen e al Central di Lima