Osaka non è una città come tutte le altre grandi città del Giappone. Non ha grandi attrattive turistiche, a parte il meraviglioso castello, non ha grandi musei, non succedono grandi cose. Fra qualche anno ospiterà però l’EXPO, e da lì tutto cambierà.
Ci siamo andati, però, con largo anticipo, per verificare la sua pressoché unica grande attrattiva (turistica e non...): il cibo da strada. Osaka è infatti la capitale del cibo da strada giapponese.
Niente a che fare con sushi e sashimi (pure presenti, visto che Osaka è un grande porto sul mare), ma soprattutto Takoyaki (palline di uovo fritte con polpo), Okonomiyaki (frittata/pizza/piadina ai vari sushi di formaggio/maiale/cavolo secondo il tuo gusto, con o senza mayonnaise), Kushikatsu (spiedini di carne impanati e fritti), Udon e tutto quanto viene venduto al Kuromon Ichiba Market.
Il
Kuromon è un gigantesco mercato del pesce, al centro della città. Ma non è un mercato come gli altri: il pesce (dai polpi alle aragoste, dal tonno alle conchiglie, dall’Abalone ai ricci) viene venduto già pronto per essere mangiato, un gigantesco take away, un’enorme ristorante di fast food.
E un altro consiglio importante è dove stare a Osaka, per non finire nei mega albergoni di stampo occidentale o nei mini alberghi giapponesi per lavoratori, molto difficili da sopportare per i nostri gusti. Non parlo di alberghi, solitamente, ma questa volta va segnalato.
Abbiamo trovato una chicca: l’Hotel The Flag, in centrissimo, praticamente alle spalle dei canali d’acqua dello street food e del mercato Kuromon. L’hotel è modernissimo, di stampo occidentale e di ottimo ECOdesign, e una base perfetta, anche per la gentilissima consulenza prestata dalla concierge, per avventurarsi di stand in stand, e di ristorantini in ristorantini.
E avere una colazione “internazionale”, ogni tanto, aiuta, credetemi...dopo giorni e giorni di prime colazioni giapponesi. Un’altra chicca indicata dal personale dell’Hotel The Flag è stato un ristorante di cucina Kappo, la cucina classica di Osaka: l’ASAI.

Alcuni dei piatti del menu di ASAI
Si tratta di una versione locale della cucina
Kaiseki giapponese, quella che comprende un numero e una sequenza fissa di portate, che poi ogni chef reinterpreta a modo suo.
Siamo quindi stati indirizzati da Asai, e la scelta è stata eccezionale: un lungo unico bancone, da una parte 10/12 commensali, dall’altra, di fronte a te, uno chef e 7/8 sous chefs, quasi in una gigantesca, meravigliosa partita a ping pong tra orate, branzini, cappesante e ricci, al di qua e al di là dello Chefs table.
10/12 meravigliose portate, tra sushi e sashimi, insalate e zuppe. Tra street food, mercato e Kappo la cucina di Osaka si è dimostrata ancora una volta interessante e coinvolgente. E ancora una volta ci ha convinto dell’interesse gastronomico di questa terra.