03-11-2018
Patrizia Di Benedetto e il sous chef Yukihiko Matsuguma: i due lavorano insieme da 16 anni
9.9772 kilometri in linea d'aria e 7 ore esatte di fuso orario: tanto dista la Sicilia dal Giappone - nello specifico Mondello da Osaka - eppure le distanze, specie nell'epoca dei social, sono quantomai relative, specie se parli di due isole, ognuna con una tradizione culinaria importante, radicata, sentita.
Sarà per questo che la chef Patrizia di Benedetto se n'è innamorata anni fa, ancor prima di mettere piede in cucina e di dar vita al ristorante Bye Bye Blues di Mondello, unica stella Michelin della città palermitana.
«Sicilia e Giappone sono entrambi paesi di mare: c'è un filo conduttore, un legame, un modo di essere "isolano". Sono sempre stata stata affascinata dalla loro cultura, dalla passione con cui svolgono ogni mansione e nello specifico dall'amore che mettono in cucina, con dedizione, impegno, serietà e precisione. La loro filosofia di vita li vede spesso molto più sereni e sorridenti rispetto a noi Occidentali, questa è una delle caratteristiche che più mi piace e che cerco di fare mia, dentro e fuori dal mio ristorante».
Patrizia Di Benedetto al lavoro in cucina
«Yuki aveva conseguito a Osaka una laurea in matematica, ma ha capito che voleva seguire la passione per la cucina trasmessagli dalla madre; ha quindi messo in un cassetto la sua laurea ed ha ricominciato a studiare frequentando per diversi anni una scuola di cucina, ha avuto un paio di esperienze lavorative nel suo paese è successivamente è arrivato in Sicilia: da allora non è più andato via», rivela Patrizia Di Benedetto, orgogliosa del suo valido collaboratore.
Questa vicendevole passione, sviluppata da ognuno dei due verso la cultura dell'altro, ha permesso alla chef di sperimentare e offrire all'interno del Bye Bye Blues una cucina improntata sulla commistione di ingredienti e sapori di mondi geograficamente lontani, ma ha anche permesso di creare importanti connessioni tra le due isole: infatti Patrizia di Benedetto è stata recentemente a Osaka, insieme al suo sous chef, per rappresentare la Sicilia e l'Italia all'Italian Fair lo scorso 18 Ottobre, insieme ai vini della cantina Cusumano.
I tenerumi di Osaka
Le portate proposte ai commensali giapponesi richiamano la tradizione, ma alla maniera della chef palermitana: si va dal Carpaccio di gamberi con maionese di bottarga, ai Cavatelli neri in salsa di mare e schiuma di ricci, passando per il Trancio di pesce in umido di "tenerumi" - zucchina lunga siciliana - e concludere infine con l'immancabile cannolo, star indiscussa della pasticceria siciliana nel Mondo.
Una menzione speciale la meritano i tenerumi perchè quelli utilizzati per la cena erano di origine siciliana, ma prodotti e coltivati a Osaka attraverso i semi e le indicazioni della chef: «I giapponesi amano molto le nostre verdure, ed è per questo che provano a farle loro. Lo scorso anno avevano già coltivato il finocchietto selvatico e anche i fichi d'india; d'altronde il clima è simile e non hanno riscontrato quindi particolari difficoltà. Ciò che invece non riescono a replicare sono materie prime come la bottarga, i pomodori secchi, i capperi, il nostro ragusano Dop, ingredienti che porto loro ogni volta che vado».
Matsugama con un agricoltore giapponese
Recensioni, segnalazioni e tendenze dai quattro angoli del pianeta, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Classe 1987, sognatrice dall’animo romantico, amante del bello e del buono, a tavola come per tutto ciò che ruota attorno alla sua vita. Siciliana felice di esserlo, prestata alla Franciacorta dove sta conoscendo meglio territorio, materie prime e ovviamente bollicine. Collabora con diverse testate e in ogni esperienza mette sempre tutta sé stessa, convinta che l’essere autentici ci renda unici, e per questo speciali
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