Padstow come Ludlow. Il primo, piccolo paesino della costa nord della Cornovaglia ignoto ai più - almeno in Italia – rischia di diventare un caso gastronomico al pari del secondo, villaggio ugualmente ignoto della regione del South Shropshire. Per fare un paragone a noi vicino, sono borghi come Senigallia, cittadina marchigiana famosa per l’alta concentrazione di ristoranti gourmet e variamente stellati in una manciata di chilometri.

Spalla d’agnello con animelle, patate, spinaci e salsa verde di Paul Ainsworth
Da anni ormai, Padstow – un intrico di stradine e piazzette che si allarga intorno al porticciolo di pescatori, caratterizzato da una sorta di diga che regola le maree – è il regno di
Rick Stein. Il
celebrity chef inglese, spesso presente sul piccolo schermo, ha messo su un piccolo impero gastronomico in gran parte dedicato alla celebrazione della prodiga costa atlantica: oltre al
Seafood Restaurant (l’insegna principale, +44.(0)1841.532700 con prezzi non esattamente popolari e lunghe liste d’attesa), ci sono il grazioso e più informale
Rick Stein’s Cafè, il
Saint Petroc’s Bistro nell’omonimo hotel che propone una cucina più “mediterranea”, la pasticceria nel centro del paese, una Deli specializzata in frutti di mare, un negozio di articoli da cucina e un locale di fish&chips sul molo sud del porto, e la scuola di cucina in cui poter ammirare lo chef all’opera.
Ma da un po’ di tempo la sua egemonia culinaria è messa in discussione da un gruppetto di graziosi localini che offrono valide alternative alla cucina “steineriana”. Si mangia bene – spendendo il giusto – per esempio al
Pescadou o al
Basement, ma è soprattutto il giovane
Paul Ainsworth – in odore di prima stella – a insidiare il primato di
Stein (anche se lui tiene a sottolineare che non c’è alcuna rivalità, solo stimoli reciproci, sebbene il suo
Number Six, +44.(0)1841.532 093, sia proprio al civico accanto al
Rick Stein’s Cafè). Originario di Southampton,
Ainsworth è un tipo determinato: fresco di college, si fa notare da
Gary Rhodes che lo spesa per andare a bottega da lui a Londra, il vero obiettivo del giovane
Paul. Ci resta 10 anni, facendo varie esperienze tra cui anche quella con
Gordon Ramsay. Poi un collega gli propone di aprire insieme un locale nel suo paese natale, Padstow: un clima mite in alternativa alla famosa pioggerellina londinese, una bella scelta di prodotti locali a cui attingere e un turismo piuttosto
high class sembrano le premesse migliori per aprire un ristorante gourmet, nel 2005.
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Paul Ainsworth (foto Robert Carr, www.roadstar.co.uk)
Ma dopo qualche anno
Ainsworth decide di mettersi in proprio con la moglie, e di cambiare impostazione al locale virando sul
brasserie style: ambiente, piatti e servizio si semplificano, l’idea è quella di offrire un cibo “confortevole”, ben fatto, basato su prodotti freschi e locali - «da quando sono in Cornovaglia ho scoperto la stagionalità dei prodotti, a Londra potevi trovare tutto in qualsiasi momento ma non ha senso» - spesso anche umili, come la squisita Zuppa di mais con tortellini ripieni di granchio di Newlyn o la Spalla d’agnello con animelle, patate, spinaci e salsa verde del menu primaverile. Volendo, si può aprire il pasto con uno dei drink della casa – tra cui il
No. 6, cocktail a base di rabarbaro, gin e prosecco – e chiudere in bellezza con il
Taste of No. 6, 6 assaggi dei golosi dessert tra cui la Tatin di ananas al timo con gelato al cocco. Il conto si attesta sulle 40 sterline vini esclusi, ma a pranzo si può approfittare dei menu a 15 o 20 sterline per due o tre portate.