12-03-2024

La cucina italiana patrimonio dell'Unesco, a Identità Milano un testimonial d'eccezione: Alain Ducasse

Sul palco del congresso s'è fatto il punto della prestigiosa candidatura, il dossier è in dirittura d'arrivo e ha ricevuto l'imprimatur persino del maestro francese. Le parole di Antonia Klugmann: diversità e italianità convivono

La cucina italiana candidata a diventare Patrimon

La cucina italiana candidata a diventare Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco: sul palco di Identità Milano 2024, da sinistra, Paolo MarchiSilvia Sassone, Antonia Klugmann, Federico Quaranta, Alain Ducasse, Maddalena Fossati, Claudio Ceroni e Cinzia Benzi. Foto Brambilla-Serrani

L’Italia è un Paese in cui la cucina cambia da palmo a palmo, dove un piatto che si fa in una regione è diverso in quella vicina, o addirittura da borgo a borgo. Il nostro, insomma, è un Paese in cui la cucina è identità profonda. «Ma un antropologo che arrivasse non riuscirebbe a comprenderci attraverso questo elemento perché la nostra è una tavola multidentitaria. È umanesimo, tesoro che va preservato», spiega Federico Quaranta, conduttore televisivo che ringrazia chi sta portando avanti all’Unesco la candidatura della cucina italiana a Patrimonio immateriale dell’umanità, «un presidio culturale da sostenere. Mi sorprende leggere come sia alla moda la progettazione di case senza cucina, sacrificata a zone living con tv a 100 pollici, dove ci si limita a dotarsi di fornetti per riscaldare, nascosti dentro armadi. Perché, perse le cucine, non si perdono solo le ricette delle nonne, ma un simbolo».

Com'è un simbolo La Cucina Italiana, la più antica rivista gastronomica al mondo ancora in edicola, fondata nel 1929, capofila del progetto di candidatura Unesco con l’Accademia italiana della Cucina e la Fondazione Casa Artusi. «L'iniziativa serve a far riconoscere universalmente questa diversità che per noi è tangibile ogni giorno», ha sottolineato la direttrice de La Cucina Italiana, Maddalena Fossati, ringraziando Paolo Marchi, Claudio Ceroni e Cinzia Benzi per la costante ospitalità sul palco del congresso Identità Milano.

Ringraziamenti estesi ad Antonia Klugmann, «una dei sei coraggiosi chef che hanno ha sostenuto la candidatura avanzata nel 2020», gli altri cinque sono Massimo Bottura, Carlo Cracco, Davide Oldani, Niko Romito e Antonino Cannavacciuolo. Antonia era sul palco con Alain Ducasse, maestro d’Oltralpe che a sua volta e da subito ha appoggiato il dossier sottolineando, fa notare Fossati, «le affinità elettive tra la tavola italiana e quella francese».

«Una cucina italiana che – fa notare la Klugmann – non è stata costruita ma si è delineata per stratificazione. Il Friuli (dove la chef vive e cucina, ndr) dimostra che la definizione di un’identità ha bisogno di tempo per strutturarsi e integrare tutto ciò che arriva da lontano senza perdere la sua forza. La mia cucina, che è appunto friulana, vanta sei secoli di strati di cultura gastronomica, è mediterranea ed europea insieme, ma non per questo meno italiana». Non è stato facile, però, arrivare alla presentazione del dossier, «la cui redazione è giunta quasi alla fine in vista della valutazione Unesco, che arriverà entro il 2025 - spiega Silvia Sassone, ceo Spoongroup - Il Governo inizialmente non riconosceva la cucina come cultura, poi c’è stato una decisa presa di coscienza e ora siamo stati "adottati" da tutti i Ministeri».


IG2024: la disobbedienza

Tutti i contenuti di Identità Milano 2024, edizione numero 19 del nostro congresso internazionale.

a cura di

Mariella Caruso

Giornalista catanese a Milano, classe 1966. «Vado in giro, incontro gente e racconto storie su Volevofareilgiornalista» e per una quantità di altre testate. Inscalfibile

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