Tolta qualche lentezza organizzativa e l'imprevedibile temporale di martedì sera, l’undicesima edizione di Festa a Vico è arrivata in porto serenamente. Cuochi - “big” o “emergenti” -, pizzaioli e pasticceri, sono scesi o saliti in massa dall’Alto Adige all’Agrigentino per sollazzare migliaia di persone, impegnate a prendere d’assedio non stop i 5 complessi scenografici dei vari eventi, tra Vico Equense e Marina di Seiano. Un comprensorio turistico, spiegava Paolo Marchi anni fa, che dovrebbe erigere un monumento all'organizzatore di tutto questo, Gennaro Esposito, chef della Torre del Saracino, più efficace di due dozzine di assessori messi assieme. Anche quando tutto non gira esattamente come un meccanismo oliato. Torniamo a casa con queste 10 note positive in testa.

Gennaro Esposito brinda all'undicesima edizione
La prevalenza di termini agée nel menu della cena-maratona dei “Big” allestita lunedì nel ristorante
O'Saracino: la
Ricciola alla puttanesca di
Mauro Uliassi, lo
Scampo alla pizzaiola di
Cannavacciuolo, il
Pesce bandiera dichiaratamente
anni 80 dello stesso
Gennaro Esposito, il
Roast beef (di tonno) di
Moreno Cedroni, l’(Agnello in)
parmigiana di melanzane di
Nino Di Costanzo. A volte ritornano (o non se ne sono mai andati?).
Nella stessa cena, L’
Uovo di yogurt e mango cucinato da
Andrea Berton del ristorante
omonimo di Milano, un dessert di grande eleganza, con il solo difetto di essere arrivato per quattordicesimo nella cena-maratona (5 ore e mezza avrebbero spazientito Gandhi). Tanti ospiti se lo sono perso perché già stremati dai 13 assaggi. Delizia per superstiti.
La combinazione piatto/location tra il dessert Babà con mousse di babà, mango e passion fruit di Vincenzo Guarino dell’hotel Angiolieri di Vico e la vista dalla terrazza del suo ristorante Accanto, con sguardo a picco sulla spiaggia di Marina Aequa. Vertigini palatali.

Il Babà di Vincenzo Guarino dell'Accanto dell'hotel Angiolieri (foto Sonia Gioia)
I panettoni estivi di
Gabriele Bonci e
Roberta Pezzella, svettanti tra una montagna di altre bontà lievitate, a colazione a bordo piscina del
Gran Hotel Moon Valley. Natale a 35°C.
Il “panettone del garage” confezionato dal 23enne Francesco Guida dell’Antica Osteria Nonna Rosa di Vico. Una delizia realizzata in condizioni di fortuna. Ma presto allestiranno un forno come si deve. Panettoni forever.
La bengodi di Salvatore e Annamaria Degennaro, titolari della Tradizione, un’incredibile vetrina gourmet sulle curve di Seiano. Babà salati da sballo e una montagna di vini e chicche casearie. Ci si può anche sedere per un piatto, magari quelli che sputa la nuova griglia. Mai stanchi di cercare.
Gli assaggi ancestrali di Pasquale Palamaro dell’Indaco di Ischia e Salvatore Bianco del Comandante di Napoli, uno accanto all’altro. Due napoletani creativi di cui si parla troppo poco. Silenziose leve partenopi.

Gabriele Bonci e Roberta Pezzella, maghi del lievitato
L’omaggio, sul lungomare del
Bikini, del trio sudamericano del
Pont de Ferr al grande cuoco bresciano
Vittorio Fusari, presente proprio lì accanto.L’uruguaiano
Matias Perdomo, l’argentino
Simon Press e il brasiliano
Mauricio Zillo hanno esaurito in un battibaleno le scorte dei loro
Tartufo, caviale e Franciacorta. Cavallette.
Il cannolo espresso di Pietro D’Agostino della Capinera di Taormina (Catania) al Bikini. Cuochi locali impazziti. La ricomposizione delle due Sicilie.
55mila euro, i fondi (ancora parziali) raccolti da Festa a Vico 2014. Le 80mila euro raccolte l'anno passato sono servite a comprare un ecografo, una piastra neonatale e un grande supporto alla prevenzione della sincope. Lo ha confermato Ugo De Luca, primario di ortopedia dell’ospedale di Santobono. Il flash più importante.