Due viaggi che si incrociano e si incontrano. Da una parte c’è quello di Silvio Festari dall’Italia alla Cina (e ritorno) per la valorizzazione della craft beer nella ristorazione, e dall’altra c’è quello, dall’Oriente a Milano, di Le Zhang, titolare insieme al padre e chef Guoqing Zhang del Bon Wei.
Silvio Festari, 35 anni originario di Crema, ha iniziato il suo percorso nel 2019: «In Cina non era ancora diffuso il concetto di birra di qualità – ha raccontato – piuttosto la birra veniva considerata come una bevanda quotidiana, senza troppe pretese». Festari, professione architetto, parte alla volta della Cina, all’inizio per aprire uno studio professionale, ma poi si appassiona sempre di più al mondo della birra e riesce a fondare un birrificio, il Postwave, a Xitang, a 80 chilometri di distanza da Shangai. L’obiettivo, sulla scorta della sua passione per le birre artigianali italiane, era proprio quello di portare questa tipologia di prodotto nell’alta ristorazione cinese. Una vera rivoluzione.

Silvio Festari, ideatore del birrificio Postwave
Purtroppo però arriva il Covid, poco prima dell’uscita sul mercato: «Sono stato costretto a tornare in Italia, con uno degli ultimi voli a disposizione». La situazione non era certo rosea. Ma
Silvio Festari decide di farsi mandare le birre che aveva nei magazzini cinesi in Italia per poi proporle ai diversi ristoranti asiatici. Qui nasce il successo di
Postwave.
Per un po’ di tempo la produzione dedicata all’Italia è stata realizzata nello stabilimento di Xitang, ma attualmente Festari si appoggia al birrificio The Brave di Lodi. Qui nascono le birre con stile italiano ma ideate per la cucina asiatica. «Ho cercato di applicare la filosofia di produzione italiana allo stile orientale – afferma Festari – andando a cercare il giusto abbinamento con il loro stile di cucina. Ma non solo: abbiamo cercato di utilizzare le materie prime cinesi anche qui in Italia. Le nostre birre sono vendute esclusivamente alla ristorazione asiatica: le hanno richieste anche importanti ristoranti che però non fanno cucina orientale e a loro non le abbiamo date».
Uno dei primi ristoranti che ha sposato l’iniziativa di Festari è stato il Bon Wei di Milano, con Le Zhang che da sempre cerca di valorizzare non solo i piatti, ma anche il buon bere a tavola. E quindi le birre del birrificio Postwave erano ideali per lui: prodotto cinese di eccellenza.

Le Zhang con la Emperor Ale
Recentemente i due viaggi si sono incrociati e hanno trovato un punto di incontro in un progetto preciso: una birra in collaborazione tra le due realtà. «Perché l’ho voluto fare? Sono sempre alla ricerca dell’innovazione, in primis sulla carta dei vini – spiega
Le Zhang – Grazie a Silvio abbiamo svariate tipologie di birre di
Postwave. Oggi, dopo anni di studio, siamo arrivati a una birra dedicata a noi».
Nasce così la Emperor Ale, una birra in edizione limitata di sole 148 bottiglie. «Si chiama così – spiega Festari – perché ha un colore giallo che richiama quello dell’imperatore. È una birra da 8,5 gradi alcolici, di stampo belga, con una media speziatura, e dove viene utilizzato malto d’orzo e una piccola percentuale di frumento».
La birra è corposa, ma anche molto ricca da un punto di vista aromatico: attacco agrumato e abbastanza dolce, poi subentrano le spezie. In bocca mantiene alta la freschezza e la bevibilità, con un amaro finale piacevole ma non esagerato e dominante. L’abbinamento con i piatti del
Bon Wei è stato perfetto, in particolare con il
Pollo del generale Zuo Zongtang e la
Crispy duck. Notevole anche la cura del design, studiato proprio da
Festari. «Abbiamo pensato a un design semplice ma mirato: rappresenta la montagna gialla, che ha ispirato montagna volante di Avatar».
Un altro tassello nella crescita del ristorante milanese, che recentemente ha aggiunto una particolare selezione di 5 whisky (ne parliamo qui) e ora rilancia il mondo delle birre di qualità: oltre alla Emperor Ale sono presenti in carta le diverse birre del birrificio Postwave. Tutte da provare.