Classico ha aperto a Napoli nel 2016, precisamente a Chiaia, il famoso quartiere del lungomare. propone da sempre una cucina napoletana vissuta con raffinatezza, oggi lo ritroviamo ulteriormente rinnovato, in una fusione di culture gastronomiche che, assaggi alla mano, convive con armonia. Il merito è dell’affinità elettiva tra Gianpiero Arria e Dilip Lakmal Roche, rispettivamente restaurant manager e chef. Nessuno dei due è napoletano, così raccontano la città senza stereotipi, dimostrando parecchia personalità. Arria ha origini siciliane, invece Roche, classe ‘94, è arrivato dallo Sri Lanka nel 2012. Lo osserviamo beato, ma attento nella direzione della cucina che è stata la sua scuola e adesso, finalmente, un importante banco di prova. Tra l’altro, ci ha confidato che il fuoco sacro del cibo gli ardeva dentro fin da bambino, quando osservava la madre ai fornelli oppure accompagnava suo padre in barca per pescare. Senza contare la collaborazione che era richiesta a ciascun componente della sua famiglia nella cura dell’orto. Insomma, senza saperlo, Roche ha iniziato con le basi giuste. Le sfodera oggi con grazia e sicurezza, proponendo piatti che raccontano Napoli con modernità, ma anche divagando senza inciampi tra abbinamenti ed ingredienti dei suoi ricordi.

«Sono arrivato a Napoli come ultima tappa di un destino già scritto - ci racconta - Napoli somiglia tantissimo alla mia terra di origine: c’è lo stesso clima, l’approccio della gente è identico... Sono stato accolto, il che non so se definirla fortuna, ma per me è andata così. E la fiducia che ricevo dalla proprietà mi riempie di gratitudine e senso del dovere. Ho studiato a fondo la tavola locale, la rispetto ma amo aggiungere qualcosa di mio».
Ha le idee chiare, Roche, ed una capacità di sintesi che disarma, soprattutto quando ci ricorda che la reale grandezza della cucina italiana sia nella possibilità di utilizzare anche pochissimi ingredienti per volta, il sapore sarà comunque immediato. Classico ha ben mescolato tutte le sue carte, creando un intreccio magico di contaminazioni, a favore di un’unicità che fa rima con personalità.

Dilip Lakmal Roche con il padre che gli fa da sous chef. Tra di loro il restaurant manager (siciliano) Gianpiero Arria
Spazio alle spezie, quindi, argomento sul quale lo chef vince facile perché molto è impresso nel suo dna. Cardamomo e oltre, in una Napoli finalmente più curiosa a tavola, disposta ad arricchirsi di novità. Le spezie hanno viaggiato nel cuore e nella mente insieme a
Roche, ma l’utilizzo sapiente che ne fa arriva a tavola scanzonato e leggero.
La direzione di Gianpiero Arria fa il resto, garbata nei modi e scoppiettante nei contenuti. Vignaioli da scovare, artisti da esporre in giro per il ristorante, Classico è vicinisimo a piazza dei Martiri, poco distante da Castel dell’Ovo e dal lungomare stesso. Oltre a due sale interne dallo stile moderno ed elegante, dispone di un dehors, ubicato nel cortile dell’ex convento di Santa Maria a Cappella Vecchia, insomma, qualcuno direbbe “la Napoli bene”.
I nostri assaggi
La cucina propone due menu degustazione, uno da cinque, l’altro da sette portate, rispettivamente al costo di 60 e 70 euro. Oppure si mangia scegliendo à la carte.

Polpetta di friarielli con passion fruit

Calamaro con crema di castagne, cicoria e croccante di castagna
Tra i piatti per noi più significativi, segnaliamo la
Polpetta di friarielli con passion fruit, una caramella volendo sintetizzare, e proseguiamo con il
Calamaro con crema di castagne, cicoria e croccante di castagna: un calamaro divertente, con la parte tentacolare fritta e croccantissima, piacevole l’armonia dolce-amara per un piatto della tradizione partenopea che lo chef ha avuto il coraggio di sfidare, ma solo perché ne è prima diventato amico (
Roche si è guadagnato la fiducia della città, i clienti lo adorano e cercano ogni volta quelle piccole novità a cui sono stati abituati).

Cappellacci alla “genovese” con cipolla in agrodolce e carne

Anatra con mela annurca al rosmarino, salsa barbecue e tamarindo
Proseguiamo con la pasta fresca del ristorante, dunque
Cappellacci alla “genovese” con cipolla in agrodolce e carne che è parte del ragù e anche servita in tartare, a rinfrescare il morso. Ci è piaciuta anche l’
Anatra con mela annurca al rosmarino, salsa barbecue e tamarindo: intrigante farci conquistare dalla succulenza di un piatto che schiude vecchio e nuovo, tipicità ed esterofilia.

Crostatina con cremoso di cioccolato bianco e mango candito
Consigliamo di riservare un po’ di spazio per i dolci, in particolare segnaliamo la
Spuma di roccocò e, a pari merito, la
Crostatina con cremoso di cioccolato bianco e mango candito.
In conclusione, Classico ci è apparso estremamente in forma. Fresco e ben centrato. Ed a proposito di sentimentalismi, il sous-chef di Roche è suo padre. Guardarli all’opera, simultanei e silenziosi, è una scena foriera di pace. Quindi, grazie.
Classico
Vicolo Santa Maria Cappella Vecchia, 46
Napoli
tel. +39 081 2451144
Giorno di chiusura: lunedì
Aperto a cena dal martedì al sabato, a pranzo e a cena dal venerdì alla domenica
Menu degustazione a 60 e 70 euro