09-11-2023

Al Bicerin di Torino la gente fa la fila da 260 anni

Storia dell’antico caffè-confetteria e della bevanda più celebre della città. Cioccolato, caffè, crema di latte e... una ricetta segreta che resiste da secoli

Il Caffè Al Bicerin e la sua popolare bevanda. In

Il Caffè Al Bicerin e la sua popolare bevanda. Indirizzo: piazza della Consolata 5, Torino, +390114369325, bicerin@bicerin.it

Chissà che cosa farebbero Cavour, Alexandre Dumas e Umberto Eco seduti insieme su una panca di velluto rosso davanti a un piccolo tavolino tondo in marmo bianco, circondati da vetrinette e boiseries! Forse lancerebbero sguardi ammirati, e magari ricambiati, verso Wanda Osiris e Susan Sarandon, accomodate al tavolo di fronte e forse ne nascerebbe una discussione tra intellettuali di quelle che si vedono solo nei film d’essay.

O forse non parlerebbero affatto. Resterebbero tutti in silenzio. Religioso silenzio, quasi fossero dentro la “Consolata”. E si godrebbero il loro “bicchierino”, proprio nello storico caffè che nel tempo ha fatto del bicerin la bevanda più iconica di Torino al punto da fregiarsi di quel nome: si tratta del caffè-confetteria Al Bicerin. Chiunque vada nella città della Mole, per un lungo soggiorno o per una breve visita, sa che una delle tappe obbligate per gli amanti del gusto si trova in piazza della Consolata, in pieno centro, riparata rispetto al viavai di piazza Castello e Palazzo Reale, che custodisce un piccolo scrigno di dolcezza dalla storia antica, divenuto di gran moda nell’ultimo decennio, meta indiscussa degli amanti della cioccolateria.

Insignito del titolo di locale storico d’Italia, Al Bicerin inizia a raccontare la sua storia già dall’ingresso, anzi addirittura prim’ancora di entrare: una scritta al neon in bella vista nella vetrina della davanture in ferro di fine ‘800 recita “Caffè al Bicerin 1763”. Un’insegna in cui storia e gastronomia si fondono in una miscela dal sapore barocco e dalla ricetta segreta.

Nel 1763 Giuseppe Dentis, acquacedrataio – mestiere antico, diffuso in diverse città d’Italia all’epoca, che consisteva nella vendita di acqua cedrata, appunto, o altre bevande rinfrescanti, ma anche caffè e cioccolata (Crusca docet) – apre una piccola bottega, un posto semplice con panche di legno, proprio di fronte all’ingresso del Santuario della Consolata, in un edificio che nel 1856 sarà sostituito dal palazzo in cui ha sede l’attuale Caffè. E proprio in questa occasione di ristrutturazione urbana il piccolo locale cambia habitus e assume l’aspetto e l’atmosfera caratterizzante che ha conservato fino ad oggi.

Entrando al Bicerin, infatti, si ha la sensazione di immergersi in un’altra epoca, come quando, in visita in un palazzo storico, in un museo, si percepisce quella sensazione di “altrove” nel tempo e nello spazio che quasi fa dimenticare il “qui e ed ora”: marmo, legno e velluto vestono un ambiente dall’aria intima in cui gli scaffali sono pieni di confetti e le vetrine custodiscono cioccolate, tazzine e caffettiere. Per ogni tavolino in marmo una candela sempre accesa. Un tempo si chiamava Caffè della Consolata ed era – e lo è tutt’ora, da allora – una confetteria e caffè-cioccolateria: il suo cavallo di battaglia è senza dubbio il bicerin, il più imitato di tutta Torino, una bevanda a base di cioccolato, caffè e crema di latte, la cui ricetta è da sempre segreta e custodita nel piccolo locale dietro il bancone in cui la si prepara da secoli.

Il bicerin discende direttamente dalla settecentesca bavareisa e ne rappresenta una variante che al Caffè della Consolata nell’Ottocento veniva proposta in tre possibili declinazioni con gli ingredienti serviti direttamente nel bicchiere e non separati, come accadeva in precedenza: pur e fiur, versione simile al cappuccino, pur e barba, solo caffè e cioccolato, ‘n poc ‘d tut cioè “un po’ di tutto” con tutti e tre gli ingredienti insieme. E fu proprio quest’ultima la formula fortunata che ebbe maggior successo e divenne “bicerin”, dal nome dei piccoli bicchieri di vetro senza manico in cui veniva servito.

Oggi capita che per entrare al Bicerin si faccia la fila, soprattutto se fuori è freddo e si ha voglia di una bevanda calda e golosa, ma il bicerin non è una semplice bevanda di consumo, è un rito vero e proprio e in quanto tale va rispettato e assecondato. Come si legge sul sito del locale: “Il segreto per assaporare al meglio il vero bicerin è non mescolarlo, lasciando che le sue varie componenti si fondano fra di loro direttamente sul palato, con le loro differenti densità, temperature e sapori”. Il cucchiaino può essere usato solo per raccogliere quello che resta sul fondo del bicchiere dopo l’ultimo sorso.

Altra peculiarità de Al Bicerin è la sua storica presenza femminile. Un locale gestito e frequentato da donne anche in tempi in cui i caffè erano posti per soli uomini. Stupisce ancora la storia di questo storico locale: fondato da un uomo, ma passato presto in mani femminili che nei secoli lo hanno accudito, accogliendo i più disparati avventori, dai pellegrini, che dopo il digiuno delle funzioni della Consolata cercavano ristoro, a figure illustri della storia, della letteratura, del cinema e dell’arte.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

a cura di

Maria Vittoria Sparano

laureata in Lettere Classiche, sommelier professionista con esperienza in importanti sale stellate come quella di Villa Crespi, affascinata dall'enogastronomia, ha collaborato con i più importanti e-commerce italiani di vino, è sempre alla scoperta di piccoli produttori di grandi vini. Libro preferito: l'Isola di Arturo. Vitigno preferito: il Fiano. Piatto preferito: gli arancini di nonna Maria

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