20-09-2020
Il tendone di Rimini, ispirato al circo di "Otto e mezzo" di Federico Fellini, simbolo di Al Mèni
Parlava di "immigrazioni felici", di "convergenze di mondi distanti", Gabriele Zanatta su queste pagine a giugno 2019, nel suo racconto della sesta edizione riminese di Al Mèni, "circo mercato di sapori e cose fatte con le mani e con il cuore". Dava conto di incroci e dialoghi tra chef romagnoli e altri arrivati dai quattro angoli del mondo, sotto il tendone da circo che è il vero simbolo di questa iniziativa, nonché la migliore esplicitazione possibile delle sue radici felliniane.
La notizia che Al Mèni torni per la sua settima volta (sempre a Rimini, dal 25 al 27 settembre), anche in questo 2020 in cui gli eventi popolari, conviviali, di incontro e di scambio, sono in evidente difficoltà per tutti i motivi che (purtroppo) ben conosciamo, è una gran bella notizia. Anche perché è una conferma che nasce dall'energia profusa da chi Al Mèni l'ha ideato, voluto, organizzato. Dalla voglia e dalla determinazione, uniche armi a disposizione di quelli che non si tirano indietro quando, come diceva qualcuno, il gioco si fa duro.
Massimo Bottura, il sindaco di Rimini Andrea Gnassi e Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia Romagna
La bellezza non mancherà. Ci saranno un po' di appuntamenti in meno rispetto alle ultime edizioni: «E' stato doloroso tagliare dei contenuti - spiega ancora Vignoli - ma era necessario. Quando pensiamo al concetto di "distanziamento", pensiamo sempre a quello sociale e fisico, ma abbiamo dovuto pensare anche a un distanziamento nel tempo, per gestire, nell'ambito di due giorni di festa popolare, la concatenazione delle iniziative e la fisarmonica del flusso delle persone coinvolte».
Due giorni, dunque, decisamente intensi e pieni, nonostante le difficoltà: sabato 26 e domenica 27 sin dalla mattina saranno aperti gli stand del Mercato, gastronomici e non, prenderanno il via i laboratori, poi a ora di pranzo e cena si accenderanno i diversi punti di ristoro e proposta gastronomica. Tra questi il più importante è il “Circo 8 e ½ dei sapori”, al cui interno si alterneranno molti chef presentando al pubblico un piatto ciascuno. Qualche nome in rigoroso ordine sparso: Stella Shi, Chiara Pavan, Gianluca Gorini, Antonio Ziantoni, Stefano Ciotti, Giorgio Servetto, Giuseppe Rambaldi, Marco Ambrosino...e davvero ancora molti altri.
La sera di venerdì 25, invece, sarà un'anteprima che promette divertimento e sorprese: «Sarà una specie di jam session. In questi anni con il progetto Rimini Street Food diversi chef hanno creato delle piadine d'autore: abbiamo invitato una piadineria di livello della città a interpretare alcune di queste ricette. E poi gli chef ospiti, come Riccardo Monco dell'Enoteca Pinchiorri di Firenze, Franco Pepe di Pepe in grani di Caiazzo, Alessandro Roscioli di Roscioli Roma, Moreno Cedroni della Madonnina del Pescatore di Senigallia e Max Mascia del San Domenico di Imola, verrano chiamati a giocare e improvvisare partendo semplicemente da una selezione di alcuni dei migliori prodotti della nostra regione. Non sappiamo cosa succederà, cosa ne uscirà: una vera improvvisazione».
In una foto di repertorio, gli chef al lavoro nel Circo di Al Mèni
Per tutti i dettagli e per consultare l'ampio programma, visitate il sito ufficiale di Al Mèni.
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
a cura di
Giornalista milanese. A 8 anni gli hanno regalato un disco di Springsteen e non si è più ripreso. Musica e gastronomia sono le sue passioni. Fa parte della redazione di Identità Golose dal 2014, dal 1997 è voce di Radio Popolare