27-02-2020

Patrizia Di Benedetto, 30 anni di Bye Bye Blues

La storia, i classici e i piatti nuovi di una cuoca simbolo di Palermo. Abile a trovare un equilibrio tra istinto e creatività

Patrizia Di Benedetto, col marito Antonio Barraco

Patrizia Di Benedetto, col marito Antonio Barraco da 30 anni al timone del ristorante Bye Bye Blues di Palermo

Il 2020 è un anno importante per il Bye Bye Blues, una stella Michelin a Mondello, borgata Marinara di Palermo. È l’anno in cui si celebrano i trent’anni di attività del ristorante, un traguardo che la chef Patrizia Di Benedetto e il marito Antonio Barraco hanno in mente di festeggiare proponendo per tutto l’anno una serie di menu speciali composti dai piatti che hanno fatto la storia e la fortuna del locale. Il ristorante ha riaperto da poco, dopo una breve pausa che è servita per rifarsi il trucco e oggi si presenta con un look nuovo, più luminoso, gli ambienti sono raccolti, l’atmosfera è sempre minimal ma l’insieme risulta più arioso.

“Vogliamo al nostro fianco i clienti storici, quelli che in questi anni ci hanno sostenuto", spiega la chef, "e per questo che abbiamo pensato a una formula che permetta loro di ritrovare in carta le proposte che nel tempo hanno amato di più. Nel corso dell’anno chiederemo loro di aiutarci a ritrovare i piatti della memoria che poi è un modo per ripercorrere la nostra storia e farla conoscere anche ai clienti che abbiamo conquistato strada facendo”.

Patrizia Di Benedetto e Antonio Barraco

Patrizia Di Benedetto e Antonio Barraco

Il Tortino di alici e patate, la Pasta con i broccoli arriminati e il pesce affumicato, il Trancio di pesce in crosta di olive e caponata, piatti che a nominarli adesso sembrano usciti dritti dritti da un menu della tradizione “ma bisogna pensare che sono stati ideati e portati in tavola trent’anni fa – aggiunge – quando hanno segnato un punto di rottura con la cucina alla quale a Palermo e dintorni si era abituati”. E poi i piatti del cuore della Di Benedetto, quel Semifreddo di ricotta con marmellata di arance amare che, nel 1997, le valse il premio della Guida de L’Espresso come migliore pasticceria d’Italia e che ancora oggi è richiestissimo o la Pasta fave e ricci creata nel 1993 e che sarà disponibile in primavera.

“La mia è una cucina decisamente femminile, e per femminile intendo una cucina fatta d’istinto, di sentimento, di creatività”, afferma. Chef autodidatta, è entrata in cucina un luglio di tanti anni fa, pochi mesi dopo l’apertura del ristorante, nel 1990, per sostituire lo chef che l’aveva abbandonata nel clou della stagione e da allora non solo non ne è più uscita ma ha continuato a raccogliere successi e consensi in Italia e nel mondo. Dopo una breve esperienza con l’apertura di un ristorante in Brasile, oggi i suoi piatti si trovano in Giappone, nel ristorante di un esclusivo albergo con sole cinque camere all’interno della stazione sciistica di Nagano.

Semifreddo di ricotta con marmellata di arance amare, piatto simbolo di Patrizia (foto unisg.it)

Semifreddo di ricotta con marmellata di arance amare, piatto simbolo di Patrizia (foto unisg.it)

I suoi dolci ornano con grande successo i banchi della pasticceria Bye Bye Blues di Taiwan, aperta un paio di anni fa e dove la chef si reca 3 o 4 volte all’anno per mettere a punto la linea. Alle esperienze internazionali, dallo scorso anno, si è affiancata anche una più local ma non meno prestigiosa, al ristorante dell’Hotel Raya di Panarea nelle Eolie, che gestisce insieme al marito e dove, sempre quest’anno, conta di celebrare un’altra importante ricorrenza, i suoi sessant’anni egregiamente portati: “Stare in cucina evidentemente aiuta a mantenersi giovane”, sorride.


Dall'Italia

Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose

Clara Minissale

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Clara Minissale

giornalista appassionata del buon bere e del buon mangiare, ama andare in giro a scoprire posti nuovi, artigiani del gusto, materie prime che narrano la storia di un luogo, ristoranti che valgono il viaggio e vini da assaporare. E poi racconta tutto questo dalle pagine di un quotidiano, di un giornale online, di una rivista specializzata

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