Era ora. Anche in Italia ormai la ristorazione della hôtellerie di lusso è decollata. Dopo che per diversi anni la maggior parte degli alberghi di lusso sono stati in mano a più o meno anonime brigate di buona mano forse, ma di poco interesse per il mondo dei buongustai.
Eppure la location dell’albergo di lusso è notoriamente fascinosa, piena di richiami cinematografici e di spettacolo, mito onnipresente di ricchezza da sogno. A Roma ora si sta facendo notare anche una giovane, giovanissima non più promessa ma già certezza, a Roma: Daniele Lippi, classe 1990, formatosi per nove anni alla scuola del Convivio.

Costolette di anguilla, aceto e fagioli
Head chef
nel ristorante romano dal 2015, passa a perfezionare le sue idee con puntate a Parigi da
Yannick Alléno al
Pavillion Ledoyen, ad Alba da
Enrico Crippa a
Piazza Duomo, a Chicago da
Grant Achatz all’
Alinea e ancora a Barcellona con
Paolo Casagrande al
Lasarte di
Martin Bersategui.
E poi finalmente approda al ristorante Acquolina dell’Hotel First. A soli 28 anni, raccogliendo l'eredità del mai dimenticato Alessandro Narducci, che aveva fatto di questa insegna un punto di riferimento nella capitale. La sua frase più interessante, quando parli con lui di cucina, è: «La vita è anche leggerezza e voglia di guardare oltre le apparenze». E così sono i suoi piatti, un misto di grande attenzione al prodotto per poi reinventarlo e stravolgerlo nell’aspetto e accostarlo a mondi diversi, lontani.

Topinambour come fosse un carciofo
Un disegno del piatto pulito, essenziale, ma sempre ironico e giocoso. Scelte cromatiche che ravvivano la tavola, piatti abbinati e confrontati che rendono sempre interessante e divertente il percorso. Ma un scelta di gusti, a volte soavi, a volte decisi, che irrompono nel palato con stupefacenti sollecitazioni gustative. Il tutto sempre sottolineato dal sorriso giovane e gentile dello chef, dalla sua vera e profonda curiosità di conoscere il tuo giudizio, non per opporsi ma per crescere.
Le cucine d’albergo possono essere una noia mortale. Acquolina non è piu’ ormai da tempo un ristorante d’albergo, forse non lo è mai stato. E gira pagina ancora una volta. Con Daniele, in sala solo giovani, coordinati e guidati da Benito Cascone, Restaurant Manager di internazionale esperienza (Mirazur di Colagreco e il già citato Pavillon Ledoyen tra le ultime...) e con l’attenta e puntuale sommelierie di Emanuele Pica.

Linguine alla matticella e bottarga
Abbiamo mangiato:
Focaccia e lardo di seppia (freddo e meravigliosamente intrigante);
Ostrica, uva e verza affumicata;
Capasanta e midollo;
Taco, tartare di ricciola, mayo e curry;
Topinambour come fosse un carciofo (uno dei piatti più buoni del pranzo);
Linguine alla matticella e bottarga (anche qui difficile non chiedere il bis...);
Sgombro e fichi (o Mackarello, per i più istruiti...);
Costolette di anguilla, aceto e fagioli (avete letto bene...l’anguilla è preparata sulla costina quasi fosse un tutt’uno per assorbire gli aromi della stessa che si fondono nel piatto).
E a questo punto, dopo un bel po’ di arroccamenti gastronomici decisamente riusciti, divertenti e ironicamente gustosi, ci voleva un buon dolce. E invece,
Daniele cosa ci serve?
Pollo al curry. Si...pollo al curry. No, fermi...non scappate. Non è completamente uscito di senno. Ancora una volta un gioco, un incrocio impossibile, un sorriso dal piatto: un cremoso al frutto della passione, gelato al riso basmati , spuma al curry e finto osso di cioccolato bianco ripieno di ganache al lime.
Venite a provare Acquolina. Questa cucina in albergo, ma non d’albergo vi sorprenderà.
Acquolina
via del Vantaggio, 14
Roma
Chiuso a pranzo e l'intera domenica
Menu degustazione 90 e 120 euro