17-12-2018
Il San Domenico di Imola. Piatti e sogni di un cuoco tra le stelle, il bel libro scritto da Massimiliano Mascia e pubblicato da Minerva Soluzioni Editoriali (pp. 208, 17 euro acquistandolo qui) che racconta la cucina di un indirizzo mitico nel panorama dell'alta cucina italiana
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”. Lo sostiene il personaggio del giovane Tancredi Falconieri, nipote prediletto del principe di Salina, nelle prime pagine del romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Lasciando idealmente la Sicilia della seconda metà dell’Ottocento per approdare alla realtà dell’Emilia-Romagna contemporanea, non ci stupiremmo di cogliere quella stessa frase in un dialogo tra altri, e ben più reali, consanguinei nella suggestiva ambientazione del San Domenico di Imola - fondato per volontà e intuito di Gianluigi Morini nel 1970; una stella Michelin nel 1975; due stelle a partire dal 1977 - dove zio e nipote sono rispettivamente gli chef Valentino Marcattilii e Massimiliano Mascia.
Valentino Marcattilii con una delle pentole acquistate su consiglio di Madame Point al tempo della sua esperienza presso il ristorante La Pyramide di Vienne. Sono pesantissime, ancora perfettamente efficienti e utilizzate nelle preparazioni di cucina dalla brigata del San Domenico
Max Mascia
Max Mascia e Valentino Marcattilii
L'esterno del ristorante
E la sala
Natale Marcattilii, fratello di Valentino e responsabile di sala
Le cantine del San Domenico. Oltre alle bottiglie, ospitano un tavolo che può essere allestito per una decina di commensali
Francesco Cioria, responsabile della cantina
Il nostro pranzo al San Domenico. Qui Ostrica al lime, brodo di prosciutto e parmigiano reggiano. Interessante quanto coraggioso l’abbinamento scelto dal bravo sommelier Francesco Cioria: Moscato d’Asti Doc 2018, Saracco
Ricciola marinata al sale di Cervia, gel di yuzu, quinoa croccante e gin spary. In abbinamento: Grüner Veltliner Rosenberg 2017, Bernhard Ott
Il cestino del pane. Sin dalla sua apertura, il San Domenico è stato uno dei primi ristoranti italiani a preparare tutto in casa, compresa la panificazione
Filetto di baccalà in tempura al nero di seppia, riduzione di ostriche e Martini Dry, vongole veraci alle erbe. Abbinato a T.N. 04 Bronner 2015 di Thomas Niedermayr
Ravioli di faraona e verze, crema al Marsala e tartufo bianco. In abbinamento: Côtes du Jura Aop Fleur de Savagnin 2016, Domanine Labet. Un piatto di cui avremmo fatto volentieri il bis: emozionante la sfoglia, quanto delizioso il ripieno
Uovo in raviolo “San Domenico”, burro di malga, parmigiano dolce e tartufo bianco. Il piatto firma che più di ogni altro è l’emblema del ristorante imolese. Tanto tradizionale e cristallizzato quanto dinamico e attuale. Ma soprattutto buono, oggi come a metà degli anni Settanta quando venne concepito e creato da Nino Bergese e Valentino Marcattilii
Petto e coscia di piccione arrostiti con scaloppa di fegato d’oca al tartufo nero. Abbinato a Barolo Docg Brunate 1987, Marcarini. La scuola francese c’è e si sente
Il Barolo Docg Brunate 1987 di Marcarini, servito in abbinamento a Petto e coscia di piccione arrostiti. Una tra le duemiladuecento referenze di vino e le seicento di distillati, per un totale di circa tredicimila bottiglie, che sono custodite nella monumentale cantina del San Domenico
Il panettone del San Domenico
Barretta al cioccolato con sorbetto ai frutti rossi. Servita in abbinamento al sempre ottimo Barolo Chinato di Cappellano
La tazzina del caffè. Anche i dettagli fanno la differenza
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
di
Millesimo 1974, una laurea in Ingegneria civile e un’innata passione per cocktails, distillati e vini, che non si stanca mai di scoprire, conoscere e degustare. Instagram luca.torretta
«Non è semplice il lavoro di sala in quello che è uno degli indirizzi più prestigiosi e carichi di storia del nostro Paese, che proprio in questo 2020 così complicato festeggia il proprio mezzo secolo di vita. Per reggere la prova, bisogna essere grandi professionisti, capaci di empatia con il commensale e di grande preparazione; di essere accoglienti e impeccabili nello stesso tempo. Lui - classe 1988, origini in un piccolo borgo irpino - ci riesce splendidamente»: sono le parole della motivazione del premio Identità di Sala assegnato a Identità on the road 2020 a Francesco Cioria
Gianluigi Morini in una foto di qualche anno fa, scattata nella splendida cantina del San Domenico di Imola
Il menu della straordinaria serata celebrativa, a Identità Golose Milano, dei 50 anni del San Domenico di Imola, attraverso i piatti che ne hanno scandito la storia
Dall’Italia è una narrazione in continua evoluzione di tutto il buono che racchiude in lungo e in largo il nostro Belpaese. Una rubrica che ci porta alla scoperta delle migliori trattorie, i ristoranti più esclusivi, osterie, tra le vette più alte o in riva al mare. Delizie che non possono sfuggire alle rotte dei più entusiasti viaggiatori.