Massimo Bottura: «Signori, fate attenzione. Io stasera ho uno scoop straordinario, vi dico una cosa che nessuno sa. Milanesi, sappiate che il migliore panettone non lo trovate qui in città, ma a Monaco! Lo dice lui! Lo dice lui!» e indica Alain Ducasse che prima lo guarda sornione e divertito, poi replica tra le risate: «Ma è vero! È vero!». Abbracci, sorrisi, «è questo lo spirito della serata: siamo amici da più di 25 anni», spiega il modenese.

La presentazione della serata con Massimo Bottura, Alain Ducasse, Claudio Ceroni, Paolo Marchi
 
Da un'amicizia possono nascere cose eccezionali; se poi il rapporto unisce due mostri sacri della cucina mondiale, ne esce una cena indimenticabile, come quella che ha avuto come protagonisti 
Bottura e 
Ducasse appunto, l'altra sera, a 
Identità Golose Milano, primo hub internazionale della gastronomia.

Chef protagonisti con i loro assistenti principali: Romain Meder e Jessica Prealpato del Plaza Athénée, Massimo Bottura, Matteo Zonarelli, già visto alla S.Pellegrino Young Chef 2016 quando lavorava a Macao con Umberto Bombana e ora all'Osteria Francescana da pochi mesi, Alain Ducasse e Jessica Rosval, pure dell'Osteria Francescana
 
Un appuntamento straordinario, a lungo inseguito ma in fondo presto realizzato, «stasera io e 
Paolo stiamo coronando un sogno - ha spiegato 
Claudio Ceroni, fondatore con 
Marchi di 
Identità Golose - Ci eravamo immaginati questa coppia pazzesca qui per l'inaugurazione dell'hub, il 18 settembre scorso. Per alcuni motivi non è stato possibile, ma ce l'abbiamo fatta oggi, e di questo ringraziamo infinitamente 
Bottura e 
Ducasse».
Alla base della serata, una finalità rimarchevole: raccogliere tra l'ottantina di presenti fondi per 
Food for Soul, associazione no-profit fondata da 
Bottura e dalla moglie 
Lara Gilmore per combattere lo spreco alimentare nell’interesse dell’inclusione sociale. Innerva i progetti solidali di 
Massimo e del suo gruppo, primo tra tutti quello dei 
Refettori. «
Food for Soul è per noi milanesi soprattutto il 
Refettorio Ambrosiano, un progetto inaugurato ai tempi di 
Expo - ha ricordato 
Marchi - Non sono iniziative estemporanee ma preseguono nel tempo: stasera ad esempio il 
Refettorio Ambrosiano è animato dalla squadra di 
Carlo Cracco. È un impegno lodevole che ha portato 
Massimo a ricevere proprio pochi giorni fa  la medaglia d'oro del Comune di Milano, il cosiddetto 
Ambrogino. «Mamma mia quanto era emozionato!» (leggi 
Bottura e Sadler: Milano li premia, Identità li festeggia).

Risate tra Carlo Cracco, Massimo Bottura e Alain Ducasse
 
Bottura non sta più nella pelle, è adrenalinico come sempre, anzi più di sempre. Afferra di nuovo il microfono: «Quando ad 
Alain ho detto la prima volta, nel 2015, che stavamo realizzando i 
Refettori, non ho avuto bisogno di aggiungere molte parole. Lui subito mi ha risposto: "Non c'è problema, vengo anche io. Quando? Il 14 luglio è l'anniversario della presa della Bastiglia, il 14 luglio saremo al 
Refettorio Ambrosiano". Perfetto». Era il 2015; 
Ducasse è stato tra i pochissimi ad aver poi cucinato in tutti e quattro i 
Refettori aperti da 
Food for Soul nel mondo. Prossimo step proprio domani, venerdì, con la presentazione dell'apertura anche a Napoli, «abbiamo avuto qualche disguido, ho dovuto chiamare 
Gennaro Esposito all'ultimo momento. "
Gennaro, ci sarai?" Non se l'è fatto ripetere, si è subito reso disponibile». Cucinerà con 
Pasquale Torrente e 
Ciro Oliva. «Tutti a dirmi immediatamente: "Sì, siamo con te, 
Massimo!”. Che bello».

La nostra Cinzia Benzi con Cristina Reni di Food for Soul
Prima di accomodarci a tavola intercettiamo 
Cristina Reni, project manager di 
Food for Soul. Con lei facciamo il punto delle tante attività: «Siamo in continua crescita, oggi abbiamo 
Refettori a Milano, Rio de Janeiro, Parigi e Londra, mentre gestiamo delle 
social table a Modena, Bologna e appunto anche a Napoli, dove sarà attiva ogni lunedì all'interno del Chiostro di Santa Caterina a Formiello, zona Porta Capuana, lì opera felicemente, dal 2012, la 
Fondazione Made in Cloister». Per il 2019 il progetto prevede «innanzitutto di mettere in rete tutte queste attività. Poi di focalizzare i nostri sforzi all'insegna della qualità, più che della quantità: vogliamo poter regalare momenti di felicità e possiamo farlo perché è forte l'impatto del lavoro, della passione e dell'amore con i quali ci diamo da fare».
I piatti iniziano a uscire dalla cucina, dove con 
Massimo e 
Alain lavorano anche 
Romain Meder, chef di 
Ducasse al mitico 
Plaza Athénée, e la sua pastry chef 
Jessica Prealpato, poi alcune colonne della brigata all'
Osteria Francesana, a iniziare da
 Jessica Rosval, oltre naturalmente allo staff di 
Identità Golose Milano con il coordinatore 
Andrea Ribaldone, lo chef 
Alessandro Rinaldi, il pastry 
Gabriele Tangari e il sommelier 
Andrea Polini. Sei portate, ve le raccontiamo qua sotto.
Capesante delle isole Chausey, cavolfiore in crosta di brioche, kimchi di foglie vegetali, di 
Alain Ducasse e 
Romain Meder (in abbinamento 
Dom Pérignon 2009)
Il succo è di foglie di cavolfiore, poi una sorta di kimchi di cavolfiore. Essenziale, pulito.
Un'anguilla che risale il fiume Po, di 
Massimo Bottura (
Dom Pérignon 2009)
«Nel 1596 il Papa impose una tassa sulla pesca delle anguille, così gli Estensi decisero si spostare la loro capitale da Ferrara a Modena. Il loro viaggio è riprodotto in quello di questa anguilla, che tocca il Veneto e incontra la polenta, arriva a Mantova e conosce la mela campanina, quindi la saba nelle campagne di Modena, infine approda all'
Osteria Francescana».
La parte croccante della lasagna, di 
Massimo Bottura (
Dom Pérignon Rosé 2005)
«È un piatto molto emozionale. Uscendo dall'Italia trovi ovunque lo spaghetto alla bolognese, che a Bologna non esiste. Però la pasta è nel nostro dna, dunque prendo gli spaghetti, li condisco in tre modi differenti (pomodoro, parmigiano ed erbe aromatiche) li trasformo nella 
parte croccante della lasagna creando una bandiera italiana disidratata, fritta e affumicata, infine li ricongiungo con il ragù classico bolognese, al coltello, e con una spuma di besciamella dal retrogusto di noce moscata, ossia il ricordo della nonna».
Beautiful, psychedelic, spin-painted veal, not flamed grilled, di 
Massimo Bottura (
Amarone Allegrini 2014)
«Il piatto principale è un omaggio a una delle mie passioni, l'arte contemporanea. Qui abbiamo 
Damien Hirst che ispira l'idea di trasformare i contorni in colori masticabili che "spariamo" sul piatto come fossero casuali. È la chiusura del cerchio del sapore, con note umami. Al centro, non vitello questa volta, ma manzo: compresso nel latte, poi asciugato, rollato nelle erbe aromatiche, cotto sottovuoto a bassa temperatura. È un gioco di percezione, che richiama quindi anche 
Alighiero Boetti». Raffinatezza fenomenale.
Caesar salad in bloom, di 
Massimo Bottura (
Berlucchi Cuvée Imperiale Demi-sec)
«Un'insalata trasformata, l'evoluzione dell'evoluzione di un piatto che abbiamo fatto diventare poco a poco un dolce. Ci sono 25 elementi aromatici, l'insalata, i fiori, lo yogurt preparato col latte di mandorla, la concentrazione di camomilla, l'aceto di fiori di sambuco, la disidratazione di ciliegie amarene e duroni, eccetera. Ogni boccone è differente, stimolante».
Agrumi di Michel Bachès in amarezza, granita di amaro, di 
Jessica Prealpato e 
Alain Ducasse
Strepitoso, con le mille sfumature aromatiche disegnate dagli agrumi rari del grande coltivatore 
Michel Bachès: arancia, pompelmo, limone, lime, yuzu, mapo, kumquat, dita di Buddha, bizzarria (incrocio tra arancia amara e cedro), caviale di limone e tanti altri, i coniugi 
Bachès ne producono 800 varietà, tutte bio. Si gioca con le note amare, che sono tra le preferite da 
Ducasse. A lato, una fetta di 
Gâteau basque alla crema pasticcera e confettura di pompelmo. «Abbiamo testato molte tecniche per trovare un dessert che consentisse al cliente di avere un gusto diverso ad ogni boccone», spiega la 
Prealpato. Su di lei, monsieur 
Alain ha le idee chiare: «Semplicemente, un genio». Confermiamo.

Jessica Prealpato e Romain Meder
 

Massimo Bottura e Claudio Ceroni
 

Alain Ducasse e Paolo Marchi
 

Bottura e Ducasse con Rodrigo Oliveira, lo chef brasiliano protagonista delle cene a Identità Golose Milano fino a sabato 15
 

Franco Aliberti tra chef e sous chef di Identità Golose Milano, Alessandro Rinaldi e Alessio Sebastiani
 

Claudio Scavizzi e Davide Groppi
 

Ducasse e Bottura con Almir Ambeskovic, che guida The Fork in Italia, Olanda, Svezia e Danimarca
 

Bottura abbraccia Clément Vachon, direttore Comunicazione e International Relations per Sanpellegrino
 

Andrea Ribaldone, Paolo Marchi, Paola Jovinelli e Claudio Ceroni
 

Il pastry chef di Identità Golose Milano, Gabriele Tangari, e quello del Plaza Athénée, Jessica Prealpato
 
«Un sentito ringraziamento a Identità Golose Milano, allo chef Alain Ducasse, al suo team, alla brigata di amici dell'Osteria Francescana. Insieme al nostro fondatore Massimo Bottura, hanno dato vita a un'incredibile cena di raccolta fondi a Milano. Grazie al sostegno di un gruppo così fantastico di persone, saremo in grado di costruire nuovi progetti sociali e estendere il nostro messaggio con una voce sempre più forte. Siamo molto felici di condividere la nostra visione con loro. Cucinare è una chiamata all'azione» (Food for Soul)