14-03-2016
Il piatto No Triv dello chef Antonio Bufi, Le Giare di Bari. Vuole essere una testimonianza dell'impegno suo e di tanti altri protagonisti della cucina italiana per dire no alle trivellazioni in mare, il referendum si svolgerà il 17 aprile prossimo
Si può fare politica in cucina? Altroché se si può, e senza bisogno di candidarsi alla presidenza del Perù come più volte è stato chiesto a Gastón Acurio che, magnificando la biodiversità del suo Paese nei piatti, ha guadagnato al ceviche peruviano una eco internazionale che vale il riscatto di un popolo.
Altre storie, altre latitudini, ma è sempre l’amore della res-publica l’ingrediente alla base del piatto No Triv ideato a Bari nelle cucine de Le Giare, dallo chef Antonio Bufi e la compagna Lucia Della Guardia, con il sostegno politico-operativo di tutta la brigata. Con il brodetto etico la crew di cucina si è schierata contro le trivellazioni in mare alla ricerca di petrolio invitando a votare “sì” al referendum che si terrà il 17 aprile su proposta di nove consigli regionali, compreso quello pugliese.
Anche il siciliano Peppe Bonsignore, de L'Oste e il Sagrestano di Licata (Ag) contro le trivelle: questa la foto che ha postato sulla sua pagina Facebook
«Noi cuochi siamo tutti presi a coltivare il nostro orticello per conquistare una qualche copertina - è il commento di Bufi, allevato nelle cucine di Moreno Cedroni - Il mare è l’orto di tutti, se non lo difendiamo siamo fritti».
Recensioni, segnalazioni e tendenze dal Buonpaese, firmate da tutti gli autori legati a Identità Golose
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Cronista di professione, curiosa di fatto e costituzione, attitudine applicata al giornalismo d’inchiesta e alle cose di gusto. Scrive per Repubblica, Gambero rosso, Dispensa