In questi dodici mesi di vita di Identità Golose Milano, l’Hub Internazionale della Gastronomia, sono state tantissime le persone che abbiamo avuto il piacere di accogliere nelle nostre sale: alcune di queste sono diventate talmente assidue, che siamo lieti di accoglierle chiamandole per nome e salutandole come si fa con le vecchie amicizie. E ognuna è importante allo stesso modo.
Nel nostro primo anno di attività abbiamo anche avuto l’onore di ospitare personaggi di spicco della cultura e dello spettacolo: personalità che con la loro presenza hanno dato lustro all’Hub di via Romagnosi, con cui è stato bello e importante poter avere un dialogo e uno scambio di idee, per migliorare ancora la nostra proposta.
Così, mentre si avvicina la sera della festa per questo primo compleanno - e con la prospettiva di vedere diversi di loro in sala proprio per quella cena con Moreno Cedroni, Franco Pepe, Andrea Ribaldone e Alessandro Rinaldi - abbiamo chiesto ad alcuni di questi di condividere, con noi e con i nostri lettori, le loro idee su Identità Golose Milano.
Partendo da
Davide Rampello, professore universitario, consulente culturale e gestionale per istituzioni nazionali ed internazionali, direttore artistico e curatore, presidente della Triennale di Milano dal 2003 al 2012, più volte direttore artistico del Carnevale di Venezia, ideatore e curatore del Padiglione Zero di
Expo Milano 2015. I meglio informati ricorderanno che
Rampello fu uno dei protagonisti della conferenza stampa inaugurale di
Identità Golose Milano. Anche per questo è molto stimolante ascoltare le sue parole un anno dopo.
«E’ un luogo che in questi primi mesi di vita ha dimostrato di avere un’identità estremamente forte e definita - ci ha detto Rampello -. Settimana dopo settimana, mese dopo mese, si conferma, a Milano e non solo, come un’agenzia culturale assolutamente innovativa. E’ come una galleria d’arte, applicata a un’arte come quella della cucina. Una realtà certamente unica, sia come luogo di sperimentazione, sia come occasione di aggregazione sociale, di condivisione».
«Se dovessi dare un’idea, uno stimolo, per lo sviluppo dell’Hub - continua Rampello - suggerirei di esplorare la possibilità di promuovere dei confronti anche tra le straordinarie esperienze di quegli artigiani del gusto che con il loro saper fare danno all’Italia un grande patrimonio culturale “vivente”. Per fare un esempio, tra chi produce un formaggio nell’alta Valtellina e chi ne produce uno a pasta filata nel Cilento. L’Italia è un esempio unico al mondo in questo senso, con la sua enorme ricchezza di saperi differenti, vitali, preziosi. Identità Golose Milano potrebbe fare un ottimo lavoro in questa direzione».
Parole che raccogliamo come uno spunto prezioso, e che riportano direttamente al tema del recentissimo libro di Rampello, “L'Italia fatta a mano. I beni culturali viventi. Dialogo con Antonio Carnevale”, pubblicato solo pochi giorni fa da Skira Editore.
Tra gli amici della prima ora, di
Identità Golose e di conseguenza del nostro Hub, c'è anche
Davide Groppi, il designer che ha rivoluzionato il modo di illuminare un ristorante, di cui in via Romagnosi si trovano diverse creazioni. «Come mai - ci dice - sono diventato partner di
Identità Golose Milano, illuminandone le sale? Semplicemente io cerco di lavorare con le persone che mi piacciono. Con voi mi trovo bene, con
Paolo,
Claudio, l'altro
Claudio... La mia vita è fatta di casi fortuiti, così è arrivata anche
Identità Golose. Il progetto direi che funziona, con l'architetto
Tordera abbiamo scelto di illuminare l'intero ambiente, non solo i tavoli. Ma io vi suggerisco, alla sera, di abbassare dall'alto, e usare quasi solo quelle sui tavoli».
E come
Groppi, anche
Giulio Cappellini, figura emblematica nel panorama internazionale del design:
Identità Golose Milano è stata una nuova occasione per proseguire quella fruttuosa collaborazione che da molti anni vede il designer e la sua azienda al fianco di
Identità Golose, al Congresso così come a
Identità Expo. «Lo spazio di
Identità Golose Milano - spiega
Cappellini - ha certamente un grande fascino, anche per la lunga storia, la grande tradizione. Al di là di questo, ciò che mi ha colpito maggiormente è la conformazione stessa dello spazio, che permetteva di creare non un'unica “scatola”, ma varie aree e zone destinabili a diversi utilizzi. Uno spazio eclettico in cui andare a pranzare o a cenare, ma anche organizzare una presentazione, un incontro, un cocktail e così via. Devo dire che questo fa parte del processo di trasformazione dell'offerta nell'hospitality e nella ristorazione: sono sempre di più gli spazi poliedrici e diminuiscono invece i ristoranti classici. In un contesto di questo tipo, il design si integra alla perfezione».
Il notissimo conduttore televisivo
Gerry Scotti è stato ospite dell'Hub di via Romagnosi in un paio di occasioni e quando gli chiediamo cosa pensa di
Identità Milano ci risponde senza esitazioni che gli sembra una specie di "uovo di Colombo": «Un'idea semplice e vincente, ma bisognava averla. Credo che fosse proprio l'anello mancante in un contesto in grande crescita, come quello della cucina. Avevo l'impressione che i temi della cucina d'autore fossero spesso confinati in congressi dedicati ai grandi esperti e ai grandi protagonisti di questo settore. Grazie a un luogo come
Identità Golose Milano si può invece ascoltare, scoprire, gustare, conoscere: è particolarmente significativo poi che questo accada nel momento in cui Milano, città in cui vivo da moltissimi anni, è diventata una delle capitali della cucina mondiale».
E' un seguitissimo volto televisivo, in particolare dagli amanti del calcio, anche
Pierluigi Pardo, che nel parlarci di
Identità Golose Milano non perde l'occasione per fare un parallelo proprio con lo sport di cui parla ogni settimana in tv: «Trovo questa formula estremamente interessante: è come un cartellone teatrale, che permette di conoscere settimana dopo settimana i migliori chef d'Italia e d'Europa. Immagino che sia anche una straordinaria scuola per i ragazzi che ci lavorano, che possono confrontarsi con professionisti di questo livello. E' come se un giovane calciatore potesse allenarsi una settimana con
Guardiola, una con
Sacchi, una con
Capello, una con
Conte, una con
Ancelotti...».
Chiudiamo questa carrellata di idee, di pareri e di voci illustri con la suggestione regalataci da una grande donna della cultura milanese e italiana, la regista, artista, direttrice artistica
Andrée Ruth Shammah, fondatrice del Salone Pier Lombardo, oggi
Teatro Franco Parenti, di cui è dal 1989 responsabile unica. «Quando sono stata a
Identità Golose Milano - ci dice - ho mangiato benissimo, ho trovavo una cucina raffinata e semplice insieme. Ma la mia esperienza è stata memorabile anche per la sensazione di freschezza che mi ha lasciato quel luogo, in particolare per i profumi. Sinceramente, raramente trovo gradevoli gli odori che sento in un ristorante, invece di
Identità Golose Milano mi è rimasta questa memoria di un profumo fresco e davvero piacevole: una cosa particolare e fuori dal comune».