Di certo Giorgio Servetto (Nove a Villa Della Pergola) e Marco Visciola (Il Marin di Eataly Genova) hanno fatto un lavoro splendido; che siano molto bravi già lo sapevamo, ma l'eleganza di piatti come Bottoni di ricciola, grano saraceno e radice di liquirizia (Visciola) o Capra e fagioli: carrè di capra, erbe aromatiche, fagioli di Pigna e scalogno di Calizzano (Servetto) è stata superiore a ogni aspettativa, due veri capolavori, come anche i dessert, uno ciascuno: Tra gli scoglio una nespola e Biancomangiare: latte di mandorla, frutti rossi, foglie di frutta.

La brigata ligure che ha preparato la cena benefica: da sinistra Marco Isola (Il Marin), Marco Visciola (Il Marin), Giorgio Servetto (Nove), Cesare De Santis (Nove), Matteo Di Moro (Il Marin), Samuele Culasso (Il Marin). Foto Carlo Passera
Ma, evidenziato ciò e tributati i nostri complimenti sinceri ai due chef, i meritati applausi che attribuiamo loro vanno condivisi con altri. Perché noi di
IG parliamo di cucina, ma ieri sera a
Identità Golose Milano le portate - pur come detto eccezionali - non sono state per una volta al centro dell'attenzione.
Parterre de rois (c'erano anche tutti quelli di
Striscia la Notizia, a partire da
Antonio Ricci. E
Gerry Scotti, Michelle Hunziker, Valerio Staffelli, Davide Rampello, Oscar Farinetti e tanti altri) per l'appuntamento solidale
Orgoglio Ligure, cena di raccolta fondi a favore degli sfollati del ponte di Genova, il ricavato interamente offerto al comitato
Quelli del ponte Morandi, associazione delle 260 famiglie che hanno perso la loro abitazione dopo il crollo avvenuto lo scorso 14 agosto.

Francesca Ricci, Francesco Cerea, Oscar Farinetti

Michelle Hunziker con Claudio Ceroni

Paolo Marchi, Claudio Ceroni, Antonio Ricci, Davide Rampello

Francesca Ricci, Michelle Hunziker, Claudio Scavizzi
Nove mesi esatti, oggi, sono passati da quel giorno tremendo. Che non ha fatto "solo" (e scrivendolo ci s'agghiaccia il sangue) 43 vittime, ma ha sconvolto un'intera città e in particolare la vita di queste 600 persone, costrette da un momento all'altro a lasciare la propria abitazione nella gran parte dei casi per sempre - le nuove leggi in materia impediranno loro infatti di tornare. Noi eravamo al tavolo con
Franco Ravera, che del
Quelli del ponte Morandi è presidente. E ci raccontava questo episodio: «Dopo un mese dalla tragedia mi hanno consentito di tornare brevemente a casa, per raccogliere alcune cose. Mi guardavo attorno, prima in strada, poi una volta entrato: sembrava di essere a Pompei, la zona come cristallizzata, una fotografia di quello che c'era. Tutto pareva normale, quasi fossimo andati via poche ore prima. Non c'era nemmeno tanta polvere in giro e i pesci del mio acquario nuotavano ancora vivi, forse giusto un po' dimagriti». Ha dato loro una razione extra di mangime, e li ha portati via con sé.

La parola a Franco Ravera
Ecco: ieri sera in via Romagnosi 3 il piacere di una serata conviviale (con la
Hunziker che si guardava attorno meravigliata: «Ma che bel posto! Mi chiedo perché non sia mai venuta prima d'ora!») andava a braccetto con il senso del dramma che è stato e con la tensione della necessaria ripartenza. L'elemento tragico è stato rievocato da
Paolo Colombo, giornalista di
La7, genovese proprio della Certosa, il quartiere di Zêna attorno al Morandi che - come è stato detto - «sta scomparendo. E dobbiamo fare in modo che questo non accada».

Paolo Colombo al microfono
Ha spiegato
Colombo, che per il suo telegiornale sta seguendo da nove mesi la vicenda, giorno dopo giorno: «Io sono un certosino, son nato il 3 settembre 1967. Mi raccontava mio papà che aveva difficoltà a raggiungere mia madre che partoriva nell'ospedale di Sestri Ponente, perché era tutto bloccato: il giorno dopo, 4 settembre, sarebbe arrivato il presidente della Repubblica,
Giuseppe Saragat, per l'inaugurazione ufficiale del Morandi. Insomma, la mia storia è intrecciata con quella dell'opera; ed era forse destino che dovessi occuparmene anche professionalmente».
Il giorno del crollo «stavo per partire per le ferie. Mi ha chiamato Enrico Mentana, "devi andare subito a Genova, è successo un disastro". Non ci volevo credere. Qualche minuto prima avevo sentito mia madre al telefono, mi raccontava che c'era l'allarme meteo, tuoni pazzeschi, un temporale furioso, non riusciva nemmeno a scorgere il ponte, come sempre dalla sua finestra. Poi ho visto le prime foto sul sito del Secolo XIX e per almeno mezz'ora sono rimasto paralizzato. Credo di aver pianto: conosco i volti delle persone coinvolte, mio padre aveva una macelleria nel quartiere. Io continuerò a cercare la verità, a spiegare le ragioni profonde di quello che è successo. E sono pieno di orgoglio per essere qui, a una serata come questa».
L'iniziativa è nata spontaneamente, voluta da
Paolo Marchi e
Claudio Ceroni con
Francesca Ricci. «È stato
Davide Rampello a metterci in contatto - hanno spiegato i primi due -
Antonio Ricci ci ha così invitati nel suo ristorante ad Alassio; siamo andati e abbiamo conosciuto appunto
Francesca, sua figlia. Lei ci ha raccontato che lì al
Nove avevano ospitato una cena a favore degli sfollati. "Venite a farla anche a Milano", è stata la nostra reazione immediata». Stessi chef, stessi partner, la famiglia
Boeri dell’olio
Roi e del
Taggiasco ExtravirGin di Badalucco e la famiglia
Vio dell’azienda vitivinicola e agricola
BioVio di Bastia d’Albenga.

L'intervento di Federico Romeo
Ieri sera c'era anche
Federico Romeo, presidente del municipio Valpolcevera - uno dei due quartieri coinvolti - che ha aiutato molto gli sfollati e si sta impegnando a fondo per far ripartire l'area: «La nota positiva di tutto questo è che si è creata una rete solidale; la comunità si è stretta assieme, abbiamo supportato in tutti i modi possibili chi aveva e ha bisogno. Ringrazio voi, ringrazio
Oscar Farinetti che per i primi tre giorni - quando ancora non era arrivata la Protezione Civile - ha fatto in modo di portarci i pasti. Ora dobbiamo pensare a quello che dovrà essere il nostro futuro, con tutte le difficoltà immaginabili e senza annunciare date a caso, come pure è avvenuto. Il ponte era un simbolo dello sviluppo: dobbiamo fare in modo che quest'ultimo non si arresti, e lavoreremo con l'associazione per dare risposte concrete».
Chiude
Ravera: «Noi siamo dei sopravvissuti. Ma siamo anche una bella comunità, coesa, e vogliamo rimanere tali. Restituendo quanto abbiamo avuto in questi mesi: tanta solidarietà. Come stasera».

Giorgio Servetto e Marco Visciola

S'inizia con un assaggio di focaccia ligure...

...per poi andare con i piatti veri e propri. Inizia Servetto con due appetizer: Cima alla Ligure e Piscialandrea (tutti i piatti li abbiamo descritti qui)

Poi Marco Visciola: Tacos Martini, Sotto Ripa, aggiughe ripiene...

Acciughe in carpione: acciughe locali, aceto di Sirk, salvia del nostro orto, olive taggiasche, pinoli, maionese di acciuga (Giorgio Servetto)

Erbe di campo e lumachine di mare (Marco Visciola)

Bottoni di ricciola, grano saraceno e radice di liquirizia (Marco Visciola)

Capra e fagioli: carré di capra, erbe aromatiche del nostro giardino, fagioli di Pigna, scalogno di Calizzano (Giorgio Servetto)

Tra gli scogli una nespola (Marco Visciola)

Biancomangiare: latte di mandorla, frutti rossi, foglie di frutta (Giorgio Servetto)