C’è anche Identità Golose nella compagine che allieterà il Salone Internazionale del Mobile di Milano, 9-14 aprile. Succederà all’interno di Food & Design, tre giorni dal 10 al 12 aprile, un’ampia parentesi aperta ufficialmente ieri in Sala Buzzati, teatro dell’evento organizzato da Rcs per comunicare il suo ruolo importante all'interno di uno degli eventi più seguiti nel panorama italiano e mondiale.
«Cureremo un ampio spazio dedicato ai rubitt», ha spiegato il fondatore e curatore di Identità Paolo Marchi, chiamato sul palco dal moderatore Alessandro Cannavò assieme ad Andrea Berton, chef di Pisacco e Silvia Robertazzi, direttore di Casa Amica. Il nostro lettore dovrebbe già avere dimestichezza col concetto di robette. Alla platea di designer lo spiega Marchi: «Sono piccoli piatti di grande cucina concepite da Cesare Battisti, chef del Ratanà», illustra, «cose buone e simpatiche che sottostanno a un concetto preciso: che qualcuno – il cuoco – ha lavorato per farti star bene con cose buone e studiate, non con la rumenta che funesta da vent’anni i cosiddetti aperitivi della Milano da bere».

L'assessore comunale alla Cultura Stefano Boeri
Nella 3 giorni d’aprile i piccoli grandi assaggi andranno a comporre un ristorante diffuso per Milano, «una somma ideale di dieci showroom di produttori di cucine, ognuno con un protagonista a cucinare. Per esempio,
Giovanni Giberti di
Pavè preparerà un dolce. Poi ci saranno dei piatti vegetariani e dei risotti, più gestibili in genere della pasta, e la carne cruda, come quella che farà
Berton». Dopo gli
apertivi filologici del
Pisacco, il cuoco friulano darà dunque ulteriore lustro all’aperitivo. Quello vero, però. Che è sinonimo di opportunità, aggiunge lo chef: «Ad assaggiare più piatti si mangia meglio, specie se prima della cucina c’è una selezione intelligente. È un messaggio centrale in vista del tema dell’
Expo 2015: la nutrizione. Milano non è più solo la capitale del design e della moda, ma si avvia a diventare anche quella del cibo».
A Silvia Robertazzi spetterà invece il compito di far correre il binario destro del treno food & design: «La seduzione di un piatto è superiore a ogni cosa. Ma anche il supporto della presentazione è fondamentale: se diamo un’occhiata alle posate disegnate da Gio Ponti negli anni Cinquanta, notiamo ad esempio che i cucchiai hanno una forma molto più grande di quelli di oggi. Il design si occupa degli spazi vuoti: funzione e forma. Per questo illustreremo il modo in cui il design supporta l’esperienza gastronomica: non solo gli utensili ma anche gli impianti, come quelli a induzione che stanno diventando sempre più popolari nelle nostre cucine». Al Salone darà lustro anche la presenza di Lavazza, che per tutta la durata dell’evento darà appuntamento a tutti nella temporary location della Fabbrica dei Giardini in cia Savona 50 per vivere la “cofee Experience”.

Tutti questi progetti sono stati svelati in coda alla conferenza stampa di Sala Buzzati, che si era aperta con le parole del direttore generale di
Rcs Pubblicità Raimondo Zanaboni, che aveva tirato via il velo sopra al design summit (8 aprile), organizzato dal
Corriere col
Politecnico di Milano e sulla seconda edizione di
MeetDesign (9 aprile), un viaggio “around the world”. Questo, assieme agli interventi dell’assessore alla Cultura del Comune di Milano
Stefano Boeri («Milano è il luogo in cui si produce») e a quello accorato del presidente di
Cosmit Claudio Luti per cui «Il Salone è un prodotto che francesi e tedeschi ci invidiano». Da quest’anno, anche per ragioni legate a quel che mangiamo.