26-06-2023
Non ci sono cronometri e nemmeno metri, non c’è un ring e nemmeno un arbitro o dei bilancieri da sollevare. C’è invece una giuria forte di 1080 esperti da ogni angolo del globo, suddivisi in 27 gruppi, che votano quelli che ritengono i migliori ristoranti al mondo, dieci voti a testa. Vent’anni fa, i World’s 50 Best Restaurants al debutto premiarono The French Laundry di Thomas Keller in California, e nel 2004 pure. Quindi El Bulli cinque volte primo come il Noma di Copenhagen, ma quattro nella precedente sede, e una quinta nell’attuale. Doppiette anche per El Celler de Can Roca dei fratelli Roca a Girona e per l’Osteria Francescana di Massimo Bottura a Modena; singole affermazioni infine per The Fat Duck di Heston Blumenthal a Londra, Eleven Madison Park di Daniel Humm a New York, Mirazur di Mauro Colagreco a Mentone, Geranium di
Pia Leon e Virgilio Martinez sul palco dei 50Best 2023 da loro vinti il 20 giugno a Valencia. Foto David Holbrook
Si è trattato di una affermazione meritatissima ma in fondo prevedibile perché, costituito un lustro fa il club dei Best of the Best riservato ai vincitori del passato, in attività o meno che fossero, da quattro edizioni vi entra automaticamente l’ultimo a vincere. Così una festa ben organizzata e brillante nei vari passaggi, perde una certa dose di suspance quando devono essere annunciate le ultime due posizioni. Per rinfrescare la cronaca, seconda, terza e quarta la Spagna con Disfrutar, Diverxo e Asador Etxebarri, che rappresentano rispettivamente Barcellona, Madrid e il Paesi Baschi. Parlano spagnolo, nelle prime dieci posizioni, anche Maido di Lima, sesto, e Quintonil di Città del Messico, nono. In totale sei, di tre Paesi diversi.
I World’s 50 Best non hanno mai avuto la pretesa di essere oro colato proprio per quanto scritto in apertura. Gli organizzatori raccolgono giudizi. Hanno la stessa forza comunicativa degli Oscar del cinema o del Pallone
Sorrisi italiani a Valencia 2023. Da sinistra Mauro Uliassi, Enrico Crippa e Massimiliano Alajkmo
Per chi si chiede perché la Spagna, già sette volte prima con Ferran Adrià e i fratelli Roca, è destinata ad affermarsi per l’ottava l’anno prossimo a Las Vegas negli Stati Uniti, la risposta è semplice: perché mettono da parte campanili e gelosie per camminare affiancati, uniti e così ribadire, di stagione in stagione, che come
Enrico Bartolini, 85°, è la novità italiana dell'edizione 2023
Nota finale. Quando a febbraio in Alta Badia Norbert Niederkofler annunciò che il 24 marzo avrebbe chiuso il St.Hubertus, si sprecarono gli annunci sulla morte del fine dining stellato. Che non goda di ottimissima salute è vero, però tra poco, il 12 luglio, il tre stelle alto atesino inaugurerà il suo nuovo posto a Brunico, che non sarà più un esercizio stagionale. Mi aspetto titoli e commenti sulla rinascita dorata dell’alta cucina.
Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi
Un tempo, la pagina a tutta acquolina in uscita sul Giornale. Oggi è una delle deliziose rubriche firmate dal nostro Paolo Marchi: signore e signori, gli Affari di Gola. Affari seri, ad alto tasso di ghiottonerie, che ritraggono un’Italia davvero squisita, tra incursioni nelle tradizioni più care al nostro palato, alla meglio gioventù del nostro Buon Paese