Altatto, tutto attaccato, così ieri e così oggi, dieci anni dopo la primissima apertura, quando, nel 2015 a Greco, Cinzia De Lauri e Sara Nicolosi inaugurarono una piccola, deliziosa realtà legata al mondo del catering d’autore, lifestyle, moda… per allargarsi nel 2019 inglobando una panetteria a metri zero e raddoppiando gli sforzi con un adorabile ristorantino a vocazione vegetale.
Cavato tutto il sangue possibile da lì, eccole cambiare totalmente zona di Milano, da nord a sud, al 39 di via Bonaventura Zumbini alla Barona, al
piano terra di quella che era una cartiera e adesso è uno sbiadito ricordo. Il nuovo spazio è all’angolo con via Biella, impossibile non notarlo. Poi è pure comodo il parcheggio. Lo era pure prima in verità, ma ora tutt’attorno c’è vita e non deserto notturno.
Cinzia e
Sara hanno cambiato in meglio e gli ospiti pure perché gli spazi di cucina, a vista, e di sala sono ben più ampi, un lavoro uscito dalla mente dell’artista
Nicola Lorini che li ha integrati in una condivisione che rasserena.
Con l’ultimo servizio in via Comune Antico lo scorso 21 luglio, mentre il primo dove sono ora data 1 ottobre, giusto una settimana di rodaggio e mercoledì 8 l’apertura ufficiale, figlia di tante condivisioni e collaborazioni come quella con
Alessandro Perricone, genitori pugliesi e natali a New York, rientrato in Italia dopo una dozzina di anni da
Christian Puglisi a Copenhagen. Ricorda un’ape che vola di fiore in fiore, di luogo in luogo perorando la causa dei vini naturali.
Chi già conosce Altatto si troverà a suo agio perché il nuovo non ha tradito
il vecchio. Anzi, lo ha aggiornato e arricchito di nuove e più importanti misure. Poi vi sono alcune cose che le due titolari si sono portate dietro, come il grande tavolo quadrato che stava al centro della sala, capace di accogliere due comodi clienti per lato ma che di norma ne ospitava non più di quattro, la metà, due in un angolo e altri due in quello opposto. Coppie che non si conoscevano, e non si conoscono tra loro, perché quella disposizione pesava sul numero totale di coperti come due tavoli piccoli. A Greco i coperti erano 18, pochi in chiave entrate, e così era un continuo
ricorrere ai doppi turni, con uno stress costante.
Alla Bovisa il rimpiazzo c’è, ma non è un imperativo. I coperti sono sufficienti e, in ogni modo, sono ai primi passi, impossibile conoscano già ogni dettaglio. I turni oggi prevedono due giorni di chiusura, sabato e domenica, e aperti solo per cena, in futuro si vedrà. Si può scegliere tra un menù lungo, 9 portate a 85 euro, con due abbinamenti, alcolico a 50 e analcolico a 35, e uno corto, 4 piatti a 55 euro, calici in abbinamento a 35 o 28. Infine tre offerte alla carta, tra i 15 e i 18.
All’esordio ho trascorso una piacevolissima serata partendo dal Pomodoro in conserva, un’insalata viva, e via via Fru fru, un sandwich di patate arrosto, semi di girasole e casera; Oòf, uova di selva al vapore, riduzione di mela selvatica e aceto speziato; Shiso in tempura e brodo di prugne; Fungo glassato e passato alla brace; Spaghetto servito tiepido, burro acido al prezzemolo e caviale di carbone e per
Luisa, mia moglie, Zucca fritta. Quindi Milano, non una cotoletta, bensì un risotto allo zafferano e fondo bruno, Gelato al latte di capra e fieno bruciato, dolce

Cinzia De Lauri e Sara Nicolosi, le due chef, le due titolari e le due anime di Altatto, dal 2015 a Greco a oggi alla Bovisa, sempre Milano, da nord a sud
conclusione con Bosco di licheni e corniolo.
Poche sere fa, lì a cena, ho avuto modo di salutare la mamma di Sara Nicolosi, per nulla stupita che sua figlia sia diventata cuoca e ristoratrice. «Quando non aveva più di cinque anni, apriva la copia del Talismano della felicità di Ada Boni che avevamo in casa e mi metteva a cucinare dicendoci che aveva aperta il suo primo locale, il Ristorante Dimagriamo». La visione tutta salute ha radici lunghe nel tempo.