31-08-2011
Un ritratto di Ariani Maoluf, 32 anni, chef brasiliana di radici libanesi, titolare del ristorante Mahalo a Cuiabà, capitale del Mato Grosso, telefono +55.65.30287700
Da sempre il prezzo lo fa il mercato, ma anche il luogo (e il tempo, il momento del resto) gioca un ruolo importante nel definire il valore di un oggetto. Se sulla cartina del Brasile cercate Cuiabà, la capitale dello stato del Mato Grosso, scoprirete ad esempio che è, in pratica, l’ombelico del Sud America. Essere al centro di un continente può anche suonare simpatico e sognante, come del resto sono streganti diversi tratti della regione, i suoi tramonti ad esempio e i ricordi di quella che fu la corsa all’oro, nel 1719 la prima pepita, però c’è continente e continente e il Sud America, per come è configurato, non sempre ha aiutato Cuiabà. Per capirci, dista 2017 km da Rio e 1614 da San Paolo, quando il confine con la Bolivia è a meno di 300.
Una cartina del Sud America: Cuiaba ne è proprio al centro, capitale del Mato Grosso
Scrivo di Ariani perché l’ho conosciuta nel fine-settimana al Festival di Cultura e di Gastronomia di Tiradentes dove ha cucinato, insegnato e parlato nel senso che sua una delle quattro cene d’autore (che ho purtroppo perso perché agli inviti in terra straniera non si comanda), sua una brillante lezione e sua una delle presenze al convegno che mi ha visto accanto a Carlos Alberto Doria, antropologo e gastronomo, tra i suoi libri anche uno con Alex Atala. Tema: A Nova Geração (di cuochi). A Tiradentes ecco accangto a lei, la cui gavetta e i successivi aggiornamenti sono soprattutto francesi, i gemelli Basile, Juliano e Fernando, ventenni, figli di chef, cucinanti al Le Gourmet Bistrot di Gonçalves (Minas Gerais), telefono +55.35.36541240, e Joca Pontes, di quindici anni meno giovane, che ritroviamo al Ponte Nova di Recife (Pernambuco), telefono +55.81.33277226.
Ma chi ha lasciato il segno è Ariani, un ufo per tanti se non tutti, per me ma in fondo pure per i suoi connazionali, abituati a trovare i migliori cuochi nelle metropoli più abitate e ricche, non nel Brasile più lontano, nel Far West di una nazione che sta vivendo la cucina con fresca passione e anche gli inevitabili atteggiamenti che a volte suonano fuori misura dell’ex povero che scopre i piaceri della tavola e nasconde una atavica ignoranza dietro fastidiose snobberie e vuote frasi a effetto. “Parlare di ricette e di vini, frequentare i ristoranti di nuova cucina è cool adesso in Brasile”, mi ha detto Helena “Manì” Rizzo a San Paolo, per poi aggiungere: “Capirne è una cosa diversa, però noi ascoltiamo tutti”. Questione di classe.
Joana Munné, organizzatrice del Festival di Tiradentes, e Carlos Alberto Doria, gastronomo
Noi italiani siamo più abituati alle grandi firme lontano dalle grandi città, Mary Barale a suo tempo al Rododendro a San Giacomo di Boves in Piemonte e, stessa regione, Luisa Valazza al Sorriso di Soriso, Valeria Piccini a Montemerano in Maremma, Iside Di Cesare alla Parolina di Acquapendente, all’intersezione tra Umbria, Toscana e Lazio; Nadia Santini al Pescatore a Canneto sull’Oglio nel Mantovano. Però siamo un paese tascabile se paragonato al Brasile e fare un tour stellato tra città e provincia è questione di decine o al massimo poche centinaia di chilometri, Nadia Moroni a Milano, Annie Feolde a Firenze, Cristina Bowerman a Roma… Le Tres Marias invece ti obbligano a coprire, rigorosamente in aereo, 4060 chilometri. Da qui lo stupore degli stessi brasiliani quando riescono a intercettarla lontano dal suo guscio e scoprono la sua parlantina, i suoi sorrisi, la sua bravura. Sento ancora il profumo del piccione in casseruola che venerdì ho visto preparare senza potere poi gustare. Se la settimana prossima volessi assaggiarlo da lei, al Mahalo, dovrei recarmi alla Malpensa per il diretto della TAM da Milano a San Paolo e lì cambiare per Cuiabà, una ventina di ore di volo, in economica lunedì prossimo 1122 euro solo andata. Ci sono posti più vicini, ma certo non sempre storie più belle.
Pagina a tutta acquolina, uscita ogni domenica sul Giornale dal novembre 1999 all’autunno 2010. Storie e personaggi che continuano a vivere in questo sito
a cura di
nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose. blog www.paolomarchi.it instagram instagram.com/oloapmarchi