19-11-2006

Mattozzi a Napoli

Napoli Un personaggio dei primi film di Nanni Moretti spiegava in un monologo la differenza tra etereo nudo artistico e pornografia nuda e cruda, arrivando alla conclusione che quello che davvero piace è la pornografia perché fa godere pienamente ogni senso, scuotendoci da cima a fondo. Anche se pochi lo ammettono. Questo è ovviamente un paradosso, tornatomi alla mente un mese fa a Napoli, a pranzo all’Europeo, il ristorante e pizzeria di Alfonso Mattozzi e della sua splendida figlia Fabiana. In un’epoca dominata dal minimalismo e da profondi ragionamenti sugli equilibri legati a una ricetta, c’è anche spazio per chi è rimasto fermo a un determinato periodo storico, nella circostanza quello della fame da sconfiggere a ogni costo, dell’alzarsi da tavola facendo forza sulle gambe perché, altrimenti, uno resta inchiodato alla sedia, tanto ha mangiato nel timore di non poterlo fare i giorni appresso. Un mese fa ho provato l’estremo piacere di essere seduto a una tavola verace e ricca di sentimenti e di sapori, magari dai tratti a volte ignoranti ma sempre tutti schietti, saporiti e pieni. Tanta sostanza e poche chiacchiere. Mattozzi a Napoli è una istituzione e certo la mia non è una scoperta. È stato un piacere, questo sì. C’è una carta, ma nessuno la guarda preferendo affidarsi al titolare, persona di cultura e intelligenza. Io ho piluccato, facendo al massimo il bis, Trippa in insalata (non ho mai capito perché non appartenga anche alla cultura di Milano, forse perché noi andiamo a foiolo), Insalata di solo polpo, Pomodori mezzi verdi olio e capperi (quelli con la pelle dura, che fa croc quando li schiacci sotto ai denti), Calzone provola e friarielli (è una preparazione di estrema sensualità, è un po’ come andare ad aprire uno scrigno segreto in compagnia del proprio amore), Frittura di triglie e merluzzetti, Mossillo (baccalà) pomodoro e olive nere di Gaeta (da scarpetta assicurata), Pasta e fagioli con funghi porcini freschi, Candele pomodoro e basilico (da sballo, un sugo porcellosamente ricco), Babà imperiale e Pastiera magistrale, roba da apporto calorico settimanale in un pasto solo. La torta caprese? Sì, c’era ma mi sono voluto tenere leggero per la cena… È una provocazione ma anche una mezza verità perché mi sono alzato bene, senza mattoni sullo stomaco. Ci sono posti dove con la storia si è fermata anche la qualità, nel senso che tutto è tirato via in fretta, senza arte e coscienza. Qui la vita continua. .

L’EUROPEO di MATTOZZI
via Campodisola, 4 NAPOLI
Telefono: 081.5521323 Sito: europeomattozzi.it
Chiusura: domenica
Prezzi medi: antipasti 12, pizze 10, primi 10, secondi 15 e dessert 4 euro
Menu degustazione: 15, 30 e 40 euro Servizio: 12 %
Coefficiente di difficoltà: sufficiente, tutta tradizione

Cibi Divini

I ristoranti di tutto il mondo raccontati nel Giornale da Paolo Marchi dal febbraio 1994 all’inverno 2011. E dalla primavera per i lettori del sito identitagolose.it

Paolo Marchi

di

Paolo Marchi

nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
blog www.paolomarchi.it
instagram instagram.com/oloapmarchi

Consulta tutti gli articoli dell'autore